Miranda July: New Society

da | CULTURE

Fondazione Prada presenta “New Society”, la prima esposizione museale dedicata all’opera di Miranda July dal 7 marzo al 14 ottobre 2024, negli spazi di Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.

Miranda July è una regista, artista e scrittrice statunitense. Negli ultimi tre decenni ci ha raccontato chi siamo e chi potremmo essere, esplorando le possibilità narrative dell’arte.

Dalle prime performance nei locali punk degli anni ’90 fino ai lavori multimediali più complessi nei contesti teatrali, l’artista crea microcosmi sociali immaginari che sfidano le nozioni di potere e vulnerabilità. Coinvolge una vasta gamma di tecnologie e forme d’arte, spesso usate in modi non convenzionali per esplorare nuove forme di connessione.

Miranda July new society

“Conservare è creare storia, e la storia plasma la realtà”

Lanciato nel 2018, è stato concepito come un esperimento sociale e culturale: “New Society” ha trovato accoglienza presso la Fondazione Prada, che conosciuta per il suo spirito sperimentale e pionieristico, ha abbracciato il progetto con entusiasmo.

Il percorso espositivo, distribuito su due piani, presenta una panoramica delle opere più significative della donna visionaria, dalle prime performance come “Early Performances” del 1997 e “Love Diamond” del 1998, fino a lavori più recenti come “The Swan Tool” del 2000 e l’ambizioso progetto “F.A.M.I.L.Y.”.

All’inizio dell’esposizione è possibile osservare una vasta gamma di oggetti e documenti creativi, accumulati dall’artista in trent’anni di carriera. Questa collezione, che include performance, costumi, appunti e materiali di scena, non è frutto di vanità, ma di una convinzione profonda: solo se si conservano delle cose, la persona a cui queste sono appartenute può essere ricordata, e il ricordo crea un capitolo della storia collettiva, che a sua volta definisce la realtà di tutti noi. “Ciò che viene conservato viene ricordato, e ciò che viene ricordato diventa storia e la storia crea la realtà”, dice July.

F.A.M.I.L.Y.

Proseguendo il percorso della mostra al secondo piano, si assiste a “F.A.M.I.L.Y.”: un progetto avviato nel 2020, particolarmente rilevante per la sua innovativa modalità di produzione e per il coinvolgimento diretto del pubblico. Utilizzando video realizzati con sconosciuti reclutati tramite Instagram, July esplora le possibilità di connessione e isolamento in un contesto digitale.

Nei video proiettati su grandi schermi, Miranda appare nel suo studio mentre vive esperienze surreali e orgiastiche con persone sconosciute. I soggetti sono parzialmente coperti da un lenzuolo, mostrando in modo astratto solo alcune parti del corpo. In alcune scene, sembra che stiano cercando di sollevarsi verso il soffitto, mescolandosi l’uno con l’altro.

July spiega come Instagram e, in generale, la promessa di accettazione che viene dal concetto di famiglia e matrimonio, è che saremo amati e accolti. Tuttavia, se queste promesse fossero veramente mantenute, nessuno si sentirebbe escluso. “F.A.M.I.L.Y.” sta per “Falling Apart Meanwhile I Love You”, e con l’uso di strumenti di editing semplici come quelli di TikTok e un design del suono professionale, Miranda July cerca di rappresentare visivamente quel desiderio di essere amati e accettati, creando immagini che riflettono queste emozioni profonde.

July sente un forte bisogno di mettersi in gioco e di correre rischi interpersonali. Durante un’intervista racconta del periodo al liceo in cui aveva un amico di penna in prigione per omicidio. A 17 anni scrive e dirige una pièce teatrale sulla loro corrispondenza.

Ripensando a queste esperienze, July assimila l’arte ad un grido d’aiuto. Invece di limitarsi a parlare delle sue sofferenze, trova interessante usare la tecnologia e le performance teatrali per mostrare anche quelle degli altri. In questo modo, spera di suscitare curiosità, speranza ed eccitazione, costruendo con il pubblico un dialogo più coinvolgente.

 Il compito numero 43

È visibile poi “Learning to Love You More”: un progetto online, lanciato da Miranda July e Harrell Fletcher.

La proposta invita il pubblico a completare una serie di incarichi artistici e a condividere i risultati sul web. Il sito ha raccolto settanta compiti creativi e, tra il 2002 e il 2009, ha ricevuto circa ottomila contributi, documentando le risposte di persone di tutto il mondo.

Per l’esposizione all’Osservatorio, Miranda July ha scelto di rivisitare uno di questi incarichi, specificamente il compito numero 43. Il testo originale pubblicato su “learningtoloveyoumore.com“, recita: “REALIZZA UNA MOSTRA CON LE OPERE D’ARTE CHE TROVI IN CASA DEI TUOI GENITORI. Scatta alcune fotografie di oggetti così familiari che forse non consideri neanche opere d’arte. Eppure lo sono! E hanno plasmato la tua visione della realtà. Le foto devono includere parte dell’ambiente circostante, della parete o del tavolo su cui si trova l’oggetto. Includi una lista con una frase che descriva come consideravi ciascuna opera quando eri bambino/a (ti piaceva? Come ti faceva sentire?)”

Per la prima volta, uno dei compiti creativi, originariamente concepito per un pubblico online, ha trovato una forma espositiva fisica nello spazio dell’Osservatorio. Questa installazione non solo celebra il valore degli oggetti quotidiani, ma a riflettere su come questi elementi familiari contribuiscano all’apprezzamento delle esperienze personali.

Nel dicembre 2023, Miriam Goi, una giovane residente a Milano, ha risposto alla chiamata pubblica lanciata da Miranda July su Instagram. La donna ha selezionato una serie di opere d’arte provenienti dalla casa in cui è cresciuta. Queste opere sono ora esposte, arricchite da ricordi e associazioni personali, e offrono uno spaccato della storia familiare e dell’impatto che questi oggetti hanno avuto sulla visione del mondo di Miriam.

“Learning to Love You More”
Clogs, 1999 legno: Mio padre era un autista di autobus e restava all’estero per 9 mesi portando i turisti in giro per l’Europa. Il rituale dell’attesa del suo ritorno carico di souvenir da posti esotici per me era davvero importante, come se fosse Babbo Natale. Tutto questo è un po’ malinconico, dopotutto Babbo Natale è una persona che non si vede mai.”

Rethinking Community in a Digital Age

L’esperimento sociale e culturale “New Society” di Miranda July, esplora i temi fondamentali della solitudine, dell’identità e della famiglia, essenziali per comprendere le dinamiche interpersonali.

In un’epoca segnata dalla crescente digitalizzazione e dall’isolamento sociale, July ha creato spazi virtuali per favorire la connessione e la discussione sulla natura della comunità e delle relazioni umane.

Le opere riflettono l’ambizione di ridefinire le strutture sociali, immaginando una nuova società basata su dinamiche di potere alternative. Miranda invita ad una riflessione profonda sulla vulnerabilità e sull’apertura verso nuove modalità di interazione, sfidando le convenzioni e promuovendo una moderna comprensione dei ruoli e delle aspettative.

Foto : thewaymagazine, ad-italia

Tag: , ,