Un concetto in ascesa, che, va oltre l’estetica.
L’Economia della Bellezza è il made in Italy, motore propulsivo.
Intreccia ambiti come la cultura, il patrimonio artistico, l’enogastronomia, l’artigianato e il turismo. Secondo un’analisi recente di Banca Ifis, questo comparto in Italia ha raggiunto un valore di circa 600 miliardi di euro. Equivalenti al 29,2% del PIL nazionale!
Forbes, in un recente articolo, ha sottolineato l’importanza di questo settore per il Bel Paese, definendolo un “gigante sommerso” con un potenziale ancora da sfruttare appieno.
Ma cosa racchiude esattamente l’Economia della Bellezza?
- Cultura e Patrimonio: Musei, siti archeologici, monumenti, eventi culturali e il patrimonio artistico in generale rappresentano una risorsa inestimabile per l’Italia. La loro valorizzazione attraverso iniziative di promozione e fruizione culturale contribuisce non solo alla crescita economica, ma anche alla coesione sociale e all’identità nazionale.
- Enogastronomia: Prodotti tipici, vini pregiati e la tradizione culinaria italiana sono rinomati in tutto il mondo. L’agroalimentare rappresenta un settore chiave dell’Economia della Bellezza, con un impatto significativo sull’export e sul turismo enogastronomico.
- Moda e Design: L’Italia è leader mondiale nel settore della moda e del design, grazie alla creatività e all’artigianalità dei suoi stilisti e designer. Questo segmento contribuisce notevolmente al “Made in Italy” e all’immagine del Paese a livello internazionale.
- Turismo: Attratti dalle bellezze paesaggistiche, dai centri storici, dalle città d’arte e dalle esperienze culturali, ogni anno milioni di turisti visitano l’Italia. Il turismo rappresenta un’industria fondamentale per l’economia del Paese, generando posti di lavoro e ricchezza.
L’Economia della Bellezza non si limita a generare valore economico, ma ha anche un impatto positivo sulla qualità della vita delle persone e sullo sviluppo sostenibile. Infatti, la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, la promozione di prodotti tipici e l’artigianato locale contribuiscono alla tutela del territorio, alla salvaguardia delle tradizioni e alla creazione di comunità coese.
Quando viene detto, che l’economia della bellezza è il Made in Italy, si conferma la sua posizione primaria nell’economia con i risultati delle produzioni e delle aziende del Paese. Questi, infatti, costituiscono una fonte di ricchezza per il PIL nazionale. Secondo il National Brand 193 2024 Ranking l’Italia è nona al mondo per il valore del marchio su 193 nazioni prese in considerazione. Invece il reportKantar BrandZ Top 40 indica 28 brand italiani che mostrano una crescita significativa dell’11% rispetto allo scorso anno, per un valore totale di 122,7 miliardi di dollari.
Nonostante oggi ci siano sempre meno persone italiane che lavorano in questo settore. L’etica nei consumatori si è persa a causa del consumismo, la richiesta di prodotti con firma italiana continua ad essere alta. Brand rinomati come Prada, Ferrero e Ferrari, ma anche i piccoli artigiani riescono a mantenere il rispetto su scala internazionale. Rispetto ottenuto grazie alla lunga tradizione e all’esperienza dei maestri. La forza del Made in Italy si vede anche nei connubi, creazioni che, come l’omaggio di Maserati alla cantina Antinori, esaltano le eccellenze italiane. La Maserati GranCabrio Folgore Tignanello è un’edizione unica nata dalla collaborazione tra il Tridente e Marchesi Antinori per celebrare i 50 anni del rinomato vino rosso Tignanello.
Ci sono anche le soddisfazioni dall’estero. Un’intervista ha permesso di stabilire, che, almeno il 70% degli stranieri (Americani, Inglesi, Cinesi) sono disposti a spendere molto di più per l’eccellenza del made in Italy.