Rabanne, nel 1996, pensava agli abiti DIY

da | VERY LUXURY

Il grande pubblico lo conosce per “One Milion”, il profumo più amato e odiato della storia. Per il fashion system è il “metallurgico della moda”: Paco Rabanne, che ha creato pezzi tanto iconici da essere replicati in milioni di varianti.

Quanti di voi hanno i mente quei vestiti in maglia metallica realizzati con grandi paillettes circolari inanellate una ad una? Sono opera di Paco Rabanne. Definito, con disprezzo, da Coco Chanel: “il metallurgico della moda”. Il designer apre la sua maison nel 1966, a Parigi, con una collezione chiamata “Twelve Importable Dresses In Contemporary Materials”. È il primo ad utilizzare materiali sperimentali e a mettere la musica durante le sfilate. Un grande innovatore che al posto di tessuti, aghi e filo utilizzava metallo, pinze e anelli. Salvador Dalí lo apprezzò molto tanto da incoronarlo come il più grande genio della spagna, dopo se stesso ovviamente. 

Talmente geniale che, nel 1996, visto il successo dei suoi abiti in maglia metallica, decise di mettere sul mercato un kit per realizzarli in autonomia, in occasione dei 30 anni dalla fondazione della maison. Tutti lo copiavano e allora Paco Rabanne, come fece Worth con i suoi cartamodelli a fine ‘800, decise di dare alle persone  la possibilità di ricrearli direttamente a casa propria senza ricorrere a copie mal fatte. In un’idea concettuale di arte che antepone l’idea e il processo al prodotto finito. Non è tanto l’abito in se, contano più l’idea e la creazione stessa. 

Il kit, ancora disponibile sul web se cercate bene, era composto di 750 paillettes e 1300 anellini in metallo. 2 Pinze, un’etichetta “Paco Rabanne” metallica e l’indispensabile manuale d’istruzioni completavano l’equipaggiamento. 

Foto: Pinterest