I chioschi dei giornali sono parte della nostra vita, tra informazione, cultura e società. Nate nell’Ottocento hanno attraversato la rivoluzione digitale e ora provano a reinventarsi.
C’è stato un tempo in cui il sabato mattina si scendeva in strada, una passeggiata al sole e ci si fermava nelle edicole. Non c’era nemmeno bisogno di chiedere, l’edicolante già sapeva che quotidiano allungare. Quattro chiacchiere sulla vita del quartiere, sulla vita del paese, sulla vita in generale e poi si andava al bar e tra un morso al cornetto e un sorso di cappuccino si sfogliava il giornale.
La concezione delle edicole prima
Un’abitudine che ha il sapore del passato, un’istantanea color seppia del Novecento che fa vivere momenti nostalgici a chi ci pensa. Il tempo è cambiato e se la colazione al bar è ancora un’abitudine che è dura a morire, chi sta lentamente scomparendo sono le edicole. Molto più di un semplice chiosco che vende giornali e magazine, le edicole sono un milieu in cui cultura, informazione, politica, chiacchiere, rapporti personali profondi e superficiali si incontrano. Sono un luogo di incontro.
Uno sguardo alla sua storia ci dimostra che le edicole rappresentano lo spaccato esatto di noi, uno specchio, anzi una porta che per tutto il Novecento ha riflesso l’immagine della popolazione e allo stesso tempo ha permesso di accedere all’informazione sull’attualità e ha reso possibile la costruzione di altri immaginari, quindi di vite possibili. Nelle edicole il peso della carta era maggiore del suo peso specifico – era la società stessa a farsi materia – e per quanto il digitale abbia attuato la sua rivoluzione, non riuscirà mai a replicare la potenza suggestiva, emotiva del chiosco dei giornali di carta.
L’edicole oggi
A Milano e a Parigi sono incominciate a spuntare nuove strutture, o a essere riutilizzate e restaurate alcune vecchie e dismesse, e ciò vuol dire che la poeticità e l’importanza del luogo resiste alla realtà contemporanea che tutto riduce a bisogno individuale.
Cambiano le forme, cambia il design, ma l’idea di quartiere, di socialità e di cultura rimane. Sono edicole ibride, fatte in maniera sostenibile che offrono sia cartaceo sia digitale; oppure sono edicole restaurate che accolgono mostre e servono da appendice per musei. Le edicole che nascono oggi sono diverse nella funzionalità e nella proposta al lettore, ma di sicuro c’è che rimane l’intento originario di luogo fisico che mette a disposizione democraticamente l’informazione e la cultura.
Alcune sono nuove, come quelle di Parigi progettate da grandi nomi del design come Matali Crasset; altre sono il prodotto di studi di riqualificazione come l’edicola Radetzky a Milano: struttura di fine Ottocento in stile liberty era utilizzata per esporre i comunicati del governatore austriaco Josef Radetzky, ma negli ultimi anni del Novecento e con l’inizio dei Duemila era rimasta inutilizzata. Grazie al progetto di riqualificazione della darsena di Milano, nel 2016 l’edicola è stata restaurata e ora è sede di piccole mostre d’arte contemporanea. A Roma invece è l’edicola Erno ad aver riqualificato, nel 2019, un chiosco in disuso. Riviste di letteratura, arte, architettura fanno da cornice a uno spazio utilizzato per presentazioni e iniziative culturali.
Insomma, se la crisi della carta stampata ha reso difficile la vita a questi chioschi così importanti per la città e per il quartiere, la risposta è stata pronta: riqualificare, ristrutturare per continuare a servire la cultura e l’informazione.
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