Come ci vestivamo e ci vestiremo al mare?

da | STYLE

Si avvicina la stagione estiva e, con i primi caldi, il pensiero va subito alle spiagge e ai primi bagni in mare (che forse qualcuno ha già fatto). Allora via libera alla ricerca del costume da bagno perfetto! Ma sapete la lunga e controversa storia di questo capo?

I precedenti 

Andare in spiaggia e fare il bagno in mare è sempre stata considerata un’attività ludica non concessa in toto alle donne. Nell’epoca moderna, infatti, la donna deve aspettare il ‘700 per poter entrare, non completamente, in acqua; quando si scopre che porta grandi benefici alla salute. I primi costumi erano dei veri e propri abiti lunghi con pesetti in piombo nell’oro, in modo che non galleggiassero e, soprattutto, non scoprissero troppo il corpo. Ben distanti dai bikini sgambati che si vedono oggi sulle nostre spiagge.

Per arrivare a quel punto bisognerà aspettare almeno gli anni ‘50. Nel frattempo, in epoca 800esca, la regina Vittoria, che non era particolarmente libertina, reputava le attività balneari poco femminili. Motivo per cui vennero architettati metodi ancora più severi per evitare che le donne scoprissero il proprio corpo. Se volevano fare il bagno in mare, infatti, le ragazze dell’epoca vittoriana dovevano cambiarsi in cabine mobili portate direttamente in mare. In modo da indossare i loro costumi, rigorosamente scuri (in modo che il tessuto non sembrasse bagnato), lontane da occhi indiscreti.

È il secolo veloce a dare, per l’appunto, un’accelerata alla moda mare. Con l’inserimento del nuoto come sport agonistico femminile, infatti, si iniziarono a studiare modelli più performanti e meno castigati. A lottare per questo fu la nuotatrice australiana Annette Kellerman che venne accusata di aver indossato costumi indecenti. La risposta dell’atleta, accolta dalla giuria, fu che il suo interesse era quello di  indossare capi performanti che la aiutassero nella prestazione e non la appesantissero. Da qui in poi le cose cambiarono.

Verso il costume moderno

La formulazione di nuovi tessuti come il Lastex rese possibile una maggiore sperimentazione. Per la prima volta stilisti di gran fama come Coco Chanel e Elsa Schiaparelli si interessarono alla produzione della moda mare. Nel contempo, anche grazie alle due couturier, venne sdoganata l’abbronzatura che prima veniva evitata in quanto simbolo della classe operaia. Si tratta pur sempre di tutine o pagliaccetti che coprono ancora, almeno parzialmente, il corpo femminile. Seguono le forme, ma sono ancora molto distanti dall’idea contemporanea di costume.

La vera rivoluzione avvenne nel 1946 quando il sarto francese Louis Réard ideó il primo modello di costume a due pezzi. Nato dall’osservare che le donne spesso rimboccavano i costumi per prendere meglio il solo. A lui dobbiamo il nome con cui lo chiamiamo ancora oggi: bikini. Un attolo nelle isole Marshall dove stavano compiendo esperimenti nucleari. Convinto che l’impatto sociale sarebbe stato altrettanto esplosivo. E non aveva tutti i torti. Nessuna modella accetto di indossarlo quindi scelse Micheline Bernardini, una spogliarellista. Da qui in poi il bikini diventa l’abbigliamento da spiaggia per eccellenza. Si adatto alle tendenze dei decenni e addirittura ne nacquero versioni alternative come il trikini e il monokini che scopriva completamente il seno.

Tra gli anni ‘50 e ‘60 l’interesse per la moda mare si fece sempre più sentire. Anche e soprattutto grazie a due località turistiche italiane. Capri e Positano. Le coste più fashion d’Italia. Le dive del cinema facevano tappa fissa in queste località per trascorrere le loro vacanze. E allora tutta l’economia ruotava attorno a loro. Le sarte dei luoghi cominciarono a creare abiti guardando ciò che indossavano le turiste e così nacque un vero e proprio stile intramontabile. Fatto di capi semplici e scivolati in tessuti leggeri impreziositi, molto spesso, da dettagli in crochet. 

E poi gli anni ‘80, Baywatch. Il film che, con la splendida Pamela Anderson ha sancito la coolness del costume intero super sgambato. Da quel momento in poi i trend si sono alternati. Dai costumi più minimal ai più elaborati. Ogni anno il trend prevede un materiale diverso o un dettaglio nuovo.

Come ci vestiremo al mare questa estate?

Il trend prevede, per l’estate 2024, diversi stili. Sull’onda delle olimpiadi di Parigi torna lo sporty anni 90. Tessuti iper tecnici, stampe grafiche e tagli funzionali vestono, per la spiaggia, una donna dinamica. Completamente su un altro fronte è lo stile retrò chic. Ispirati alle ammiccanti pin-up degli anni ‘50 tornano di moda costumi sagomati e romantici del secondo dopoguerra. E poi, per i più audaci, il costume diventa tela di artwork e grafiche inedite che renderanno unica e indimenticabile la tua presenza sulle spiagge!

Foto: Pinterest