Il 26 giugno si è tenuto lo show per la Fall Winter 23/24 di Jacquemus, guidato da Simon Porte. Dove? Ormai lo sappiamo tutti, a Versailles. Una kermesse in toto sicuramente social, ma davvero quello che interessa di più sono gli abiti e non gli ospiti o come questi sono stati portati alla passerella?
Un trionfo di forme e materiali pregiati, ispirazioni del passato adattati ai trend del presente. Come gli sbuffi di tessuto che escono dai pantaloni da uomo, perfettamente adattati a simulare i boxer che si intravedono portando un jeans a vita bassa. Piuttosto che le vestaglie trasparenti, nobili come Maria Antonietta ma decisamente più osé. O ancora, i numerosi outfit ispirati ad abiti o accessori iconici della principessa Diana.
Quello che viene da chiedersi però è: ne avevamo così bisogno? Insomma, d’accordo che “la couture deve essere divertente”, come ha sempre sostenuto Porte, ma non fino a questo punto. La stessa Lady D era un pelo più raffinata. E soprattutto, lei sì che sapeva come essere divertente con il guardaroba.
Talvolta è sottile la linea tra ciò che è bizzarro e ciò che invece è too much se non pacchiano. Molti degli elaboratissimi sbuffi di tessuto e dettagli presentati finiscono per perdersi e per non adattarsi a valorizzare il corpo. Mentre altre cose sono chiaramente già viste. E se all’epoca sembravano meravigliose ed imponenti, adesso, in un contesto così alto e nobile come quello dei giardini di Versailles, risultano semplicemente cheap e too much.
E sì, stiamo parlando proprio del paragone che è impossibile non fare con la Fall 2021 Couture e la Fall 2022 Couture di Valentino. Tenutesi rispettivamente alla Biennale di Venezia e sulle scalinate di Piazza di Spagna a Roma.
E se, rifacendosi alla citazione riportata prima, cerchiamo in questo caso il lato ironico della Couture, lo ritroviamo proprio nel fatto che pochi mesi fa Simon Porte (direttore creativo di Jacquemus) pubblicava sui social un post in cui accusava velatamente Pierpaolo Piccioli di aver copiato da lui il connubio Maglia Rossa in poliestere + Cravatta Nera. Maglia e cravatta, avete sentito bene. Nient’altro che un codice iconico del post punk degli anni ’70.
Della serie, chi è nella moda queste cose le nota fino ad un certo punto. Si sa che concepire una collezione è raramente un parto spontaneo. Più spesso un mix di ispirazioni dal passato, di dettagli portati in passerella da altri ai quali si da una propria interpretazione. Ma se si vanno a mettere i puntini sulle i in un contesto assolutamente fuori luogo, allora qui..
Insomma, il ruolo dominante l’ha avuto Versailles. Da una parte quello di affascinare, dall’altra quello di distrarre la stampa, come si vede dalle tante recensioni positive frutto di una buona dose di cartella stampa. Tra i super vip seduti al front row – come i coniugi Beckham e Monica Bellucci per citare un paio – e il quadretto (ripreso, postato online e subito divenuto virale) di Gigi Hadid alla guida di un Caddy che arriva allo show insieme a Kendall Jenner, di certo i protagonisti non sono stati gli abiti.
Le papere ai piedi. Le scarpe originalissime con punta squadrata (decisamente Jacquemus). Estremamente rococò. Quelle sì, che sono divertenti.