La storia del cappotto arancione di Colazione da Tiffany

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Nel 1961 Givenchy sceglie un cappotto arancione in panno casentino per Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany: la storia del tessuto toscano

Sotto il cielo grigio di una New York piovosa, Holly Golightly cerca il suo gatto. È la scena finale di Colazione da Tiffany e Audrey Hepburn è avvolta da un cappotto arancione acceso, in panno Casentino firmato Givenchy.

Questo cappotto non è un semplice capo di moda,  il colore arancione diventato celebre sul grande schermo nasce da un piccolo “errore” dei tintori toscani

panno Casentino

Dalla valle toscana alle passerelle internazionali

Nato tra i boschi del Casentino, in provincia di Arezzo, questo panno di lana ruvido e caldo affonda le radici nell’antichità. Già ai tempi degli Etruschi e dei Romani nella valle si lavorava la lana, e questa capacità artigianale si è tramandata nei secoli come parte dell’identità del territorio.

Nel Medioevo (più precisamente attorno al Trecento) gli abitanti di Stia pagavano le tasse alla Repubblica fiorentina non in denaro, ma con panni di lana prodotti localmente. Con il tempo, l’Arte della Lana fiorentina ne regolò la produzione, fissando quegli standard di resistenza e ruvidità che ancora oggi lo rendono unico.

Per secoli è stato il tessuto dei pastori e dei vetturini, impermeabile e indistruttibile. Poi, nell’Ottocento, dalle botteghe di Stia e Soci nacquero le prime manifatture moderne. Così il panno Casentino passò dal mondo del lavoro a quello dell’eleganza senza mai perdere la sua anima toscana.

Il colore “sbagliato”

Forse la parte più poetica della storia del panno Casentino riguarda il suo colore arancione. Originariamente il tessuto avrebbe dovuto essere rosso, i tintori volevano ottenere una tonalità intensa, ma usarono per errore l’allume di rocca al posto del solfato di alluminio. Il risultato fu un arancione brillante, inatteso ma magnetico. Così nacque il celebre “arancio Casentino”, oggi inconfondibile simbolo del tessuto insieme al verde bottiglia.

Il processo di finissaggio del panno, è chiamato rattinatura, e rende la superficie lanosa e riccioluta. Quei piccoli “ricci” non sono decorativi, ma servono a trattenere il calore e rendere il tessuto ancora più resistente e impermeabile.

panno Casentino

Il salto al grande schermo: Givenchy, Audrey e New York

Nel 1961 il couturier Hubert de Givenchy scelse un cappotto in panno Casentino arancione per Audrey Hepburn in Breakfast at Tiffany’s. Quel capo, dal taglio pulito e raffinato, con quattro grandi bottoni tono su tono, divenne il ponte tra la Toscana più autentica e la New York degli anni Sessanta.

In una delle scene più celebri, Holly Golightly cammina sotto la pioggia per le strade di New York, avvolta nel suo cappotto “toscan-sognante”, alla ricerca del suo gatto. Tra i toni grigi della città, il colore acceso del cappotto illumina la scena, trasformando un gesto apparentemente semplice in un momento iconico.

Illustrazioni: Aurora Longo