Scegliere una fragranza è molto più che un gesto estetico: è un atto d’identità. Una decisione intima, perché ciò che indossiamo sulla pelle diventa parte di noi, un’estensione invisibile della nostra personalità
Sin dall’antichità il profumo ha avuto un ruolo simbolico e rituale. Già nel 3000 a.C., gli Egizi ne facevano un uso sacro e profano: gli effluvi di resine e fiori erano considerati un ponte tra l’uomo e la divinità, tanto da essere chiamati “sudore divino”. Il profumo era preghiera, offerta, ma anche seduzione.
La leggenda racconta che la dea Afrodite preparasse il corpo con oli aromatici prima dei suoi incontri amorosi, mentre Cleopatra trasformò le fragranze in un’arma di fascino irresistibile: per conquistare Marco Antonio, fece decorare la stanza del loro primo incontro con petali di rosa ed erbe profumate, creando un’atmosfera avvolgente e sensuale.

Con il passare dei secoli, il profumo si è liberato dal sacro per diventare arte, stile e status.
Nel 1828 Pierre-François-Pascal Guerlain aprì la sua prima Maison a Parigi, dando inizio alla profumeria moderna. Qualche decennio dopo, nel 1853, realizzò per l’imperatrice Eugenia l’iconica Eau de Cologne Impériale, consacrando la fragranza come simbolo di eleganza e distinzione.
Da allora il profumo è diventato linguaggio. Ogni essenza racconta una sfumatura del sé: classico, minimal, rock, eccentrico… È un accessorio invisibile ma potente, capace di evocare chi siamo e come vogliamo essere ricordati.
“Il profumo è l’accessorio di moda basilare, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza” Coco Chanel


Oggi, più che mai, il profumo è esperienza e introspezione. Secondo il rapporto 2024 di Stampa, l’Associazione Nazionale di Profumeria e Cosmetici, le fragranze sono tra i prodotti più amati e utilizzati: un gesto di benessere e identità. Molti brand offrono percorsi di personal fragrance design, dove ciascuno può creare la propria essenza, mescolando note, oli e accordi che dialogano con la propria pelle.
Perché ogni corpo ha la sua storia e ogni odore la sua memoria.
Forse è per questo che diciamo “profumi di casa” o “profumi di buono”: perché certe fragranze sanno di affetto, di momenti, di amore. E, in fondo, il profumo più autentico resta quello che parla di noi.
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