Vincitore del CNMI Fashion Award del 2025, Francesco Murano partecipò alla Milan Fashion Week con “Kinesis”. Vestiti in movimento e il successo di un ragazzo stellato che non ci mise tanto per iniziare a brillare.
Francesco Murano nasce nel 1997 a Buccino nella provincia di Salerno. Studia Fashion Design allo IED e si laurea nel 2019. Il suo brand nasce due anni dopo aver concluso gli studi e nel 2020 partecipa alla 16ª edizione di “Who is On Next?”, un progetto di AltaRoma e Vogue Italia che promuove i talenti creativi della nuova generazione. Nel 2021 fonda il suo omonimo brand e il successo non ci mette tanto a trovarlo.

Nel 2024 e l’anno seguente riceve contributi dal CNMI Fashion Trust che aiuta stilisti emergenti e nel 2025 arriva alla finale del prestigioso premio LVMH Prize che quest’anno ha conquistato Soshiotsuki. Inizia con pochi capi e quello che riusciva a fare date le tempistiche ed economiche. Un nome già riconosciuto che ha però fatto il suo debutto alla Fashion Week di Milano appena lo scorso febbraio.
L’arrivo a Hollywood
La sua forte presenza nell’industria della moda era indubitabile e ha vestito celebrities come Katy Perry, Gisele Bündchen e Mariacarla Boscono. Quando era ancora all’università, lo contatta la stylist di Beyoncé e crea il look che più avanti lei avrebbe usato per il party ufficiale di Roc Nation, un’azienda di intrattenimento fondata da Jay-Z, marito della cantante.

“Sicuramente le aspettative si fanno sentire, però cerco di concentrarmi sul mio lavoro a prescindere da quello che si aspetta la gente”, racconta Francesco in un’intervista a Vanity Fair sulle pressioni dei social media e il giudizio al quale siamo esposti tutti. Ovviamente, dopo aver conquistato tanti traguardi nella sua ancora corta carriera, la pressione sulle sue presentazioni aumenta.
Kinesis, dal verbo greco kinein, muoversi
La sua collezione primavera/estate 2026 esplora il movimento. Il movimento del corpo, dello spazio che ci circonda e dei vestiti che con ogni movimento accompagnato da chi lo indossa, la sua forma si amplia e crea un dialogo. L’asimmetria e i tagli accompagnano la forma dei corpi e le forme più rigide e forti vengono contrastate con materiali delicati, leggeri e che fluttuano nella passerella.

Murano utilizza la pelle di nappa, il jersey, il tulle e il nylon in contrapposizione, dimostrando anche quanto può essere diverso e opposto l’essere umano. La collaborazione con Lineapelle enfatizza l’artigianalità e l’impegno nella scelta di materiali di qualità. Ispirato anche al lavoro futurista di Umberto Boccioni e Giacomo Balla, lo scatenamento del movimento e il dinamismo diventano oggetti indossabili.
Vestire parla e i capi devono accompagnare i nostri movimenti invece di restringere. Nella collezione di Francesco Murano, i vestiti seguono ed esaltano i movimenti e creano delle traiettorie che vengono riproposte in tutta la sfilata creando una coerenza in ciò che si vuole trasmettere.
La palette di colori viene anche ispirata a un altro lavoro di Giacomo Balla, Velocità di Motocicletta (1913), riprendendo il bianco ottico, il gesso, il colore sabbia, pesca e nero che finiscono per definire le silhouette degli abiti. Accompagnate da un pianoforte e lente camminate, gli abiti dinamici fluttuano e si muovono solo grazie a chi li indossa.



Il futuro del brillante designer
Francesco Murano si definisce razionale e aggiungerei anche realista. Crede, giustamente, che il successo non sia costante e che anche se sognare è giusto, va misurato e non si aspettano i picchi. Un ragazzo giovane che durante l’università ha vestito Beyoncé, è arrivato alla finale del LVMH Prize non pensando neanche di essere selezionato e ha debuttato alla Milan Fashion Week pochi anni dopo la fondazione del brand. È normale aspettarsi picchi ed è anche normale, direi scontato, che con il suo occhio allenato e passione, questi picchi arrivino.
Da piccolo usava le lenzuola o le tende per fare dei moulage su un manichino di polistirolo regalato da un amico di suo padre. E si vede la passione di qualcuno che riuscì a sperimentare e trovare un linguaggio proprio. Non solo la sua ultima collezione ma la sua collezione che partì dalla sua tesi porta le donne a un mondo di empowerment. Una potenza che non arriva dalla lingerie o dal sexy che potrebbe essere Versace ma una potenza raffinata, femminile, leggera e sicura. Un’eleganza talmente meravigliosa nella sua semplicità visiva e carenza di strutture appariscenti per farsi notare.
Foto: Pinterest, backstage Marco Damascelli, sfilata Marcus Tondo