La staycation come paradigma dell’ospitalità urbana
Nel contesto dell’ospitalità contemporanea, il concetto di staycation si configura come una soluzione alternativa al viaggio tradizionale, offrendo una nuova prospettiva sull’esperienza dell’abitare. Tuttavia, quando questa narrazione si intreccia con il campo dell’interior design, emerge una dimensione più profonda: non si tratta semplicemente di fermarsi, ma di riabitare gli spazi, ridefinendo il senso stesso della permanenza.
L’esperienza Hyatt Centric Milan Centrale
Hyatt Centric Milan Centrale si inserisce perfettamente in questa visione, offrendo un’esperienza in cui lo spazio non si limita ad accompagnare il soggiorno, ma ne diventa fondamento e significato. Situato tra la Stazione Centrale e il polo di Porta Nuova, l’hotel occupa una posizione di confine fra transito e permanenza. La sua architettura vetrata si staglia come un monolite, dialogando con la città sia di giorno, attraverso la sua stereometria, sia di notte, grazie all’illuminazione che lo rende mutevole e dinamico.

Il design come strumento di rallentamento e accoglienza
All’interno, il design svolge la funzione di rallentare i ritmi urbani, creando ambienti capaci di sospendere l’urgenza metropolitana senza negarla, ma offrendo una soglia abitabile tra il tessuto cittadino e uno spazio protetto. Le camere, caratterizzate da un linguaggio contemporaneo, evitano l’effetto iconico e puntano invece alla neutralità, con superfici, luci e dettagli che concorrono a generare un ambiente accogliente, in cui l’esperienza si sviluppa liberamente.
Il tempo del soggiorno si dilata seguendo un ritmo diverso da quello metropolitano, scandito dalle nuove guglie e dalla densità urbana, che non vengono annullate, ma si trasformano in un panorama osservabile dalle finestre, regalando uno skyline che unisce vivacità e quiete.

Benessere e decompressione: la SPA come luogo introverso
Uno dei punti di maggiore intensità del progetto si identifica negli spazi dedicati al benessere, dove la SPA si configura come un interno introverso, luogo di decompressione che opera per sottrazione. I richiami all’architettura romana antica si manifestano attraverso luce controllata, materiali caldi e sequenze spaziali che invitano alla lentezza, inscrivendo il benessere nella struttura stessa dello spazio.

SkyGarden: dialogo sospeso tra città e interior design
All’opposto, il rooftop e ORGANICS SkyGarden rappresentano l’apertura verso la città, creando un dialogo tra cielo e skyline. Non si tratta di una fuga dalla metropoli, ma di una sua reinterpretazione dall’alto: la città rimane visibile e presente, mediata da un interior che la rende osservabile attraverso aperture e pilastri, trasformandola in uno sfondo abitabile e mai marginale. Nel periodo natalizio, lo spazio richiama il mondo montano, grazie a tessuti, materiali e texture che evocano le festività e la villeggiatura in altura, accogliendo gli ospiti come in un diorama.
Un interno urbano esteso: riflessioni sull’ospitalità contemporanea
L’obiettivo progettuale è chiaro: trasformare l’hotel in un interno urbano esteso, capace di dialogare con visitatori e abitanti. La staycation diventa così un pretesto critico per interrogare il ruolo dell’ospitalità nella città odierna, che si configura non più come destinazione eccezionale, ma come infrastruttura esperienziale e luogo di prossimità.

Ridefinire l’ordinario: qualità della presenza e interior design
Hyatt Centric Milan Centrale non crea un “nonluogo”, ma lavora sull’ordinario, trasformandolo temporaneamente e proponendo una diversa qualità della presenza. Il progetto si distingue per la capacità di ridefinire il rapporto tra spazio, tempo e città, rappresentando un modello di autentico interesse per l’interior design contemporaneo.
Articolo di Massimiliano Zigoi
Photocredits: Meridian Communications press kit


