Sopravvivere da Fuorisede: La camera in affitto

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Guida pratica (e sincera) per fuorisede. Cosa valutare prima di prendere una casa in affitto

So che ti senti stretto nella tua nuova cameretta in affitto a Milano. Tranquillo, non sei l’unico.

Non sei l’unico che rientra dall’università, rimette il culo sulla sedia e ricomincia a studiare, e verso le 22 realizza che forse sarebbe il caso di mangiare qualcosa. Poi vai in cucina e ti ricordi che, già che ci sei, devi anche preparare la schiscetta che mangerai in fretta durante la pausa pranzo del giorno dopo.

Si fanno le 23. Anche stasera si cena a un orario decente domani. Ma non è finita, tocca lavare le stoviglie, sennò le coinquiline chi le sente.

Ma chi me l’ha fatta fare? Forse quel monolocale “un po’ vissuto” mi avrebbe semplificato la vita. La mia amica vive beata nel suo monolocale da 20 metri quadrati… Ma poi scopri che non ha un armadio abbastanza grande per infilarci la caterva di vestiti accumulati negli anni, ne può stendere a terra un tappetino per allenarsi, e soprattutto, dorme in un letto singolo!!!!!

Ecco, no. Rinunciare al letto a due piazze proprio no. Quasi quasi preferisco lavare i piatti a tarda notte, avere un solo ripiano del frigo e zero spazio nel freezer 🙂

Quando ti trasferisci in un’altra città per studiare, una delle prime decisioni da prendere è quella dell’alloggio. Affittare una camera in una casa con persone che non conosci può essere la scelta più economica, ma porta con sé una lunga lista di compromessi.

Ecco cosa considerare prima di firmare il contratto.

La Cameretta

fuorisede

Prima di tutto, lo spazio, e non mi riferisco a quello che vedi nelle foto WhatsApp che ti invia l’agenzia. Prendi e vai sul posto, renditi conto se quando apri l’armadio e appendi un cappotto non entra più nient’altro. 

Chiediti se quella stanza riesce davvero a contenere la tua vita. Libri, vestiti, cianfrusaglie (è impensabile non avere il cassetto delle cianfrusaglie. Quello degli oggetti che non sai come classificare, ma che per qualche motivo non meritano di essere buttati.)

Assicurati che ci sia lo spazio per la valigia!! Per quando tornerai “a casa”, durante le vacanze, o magari durante il weekend perché hai paura di lavare i colorati da solo. 

Ma soprattutto… calcola l’angolo delle casse d’acqua, e solo un veterano fuorisede sa che l’acqua è impossibile da inserire nella spesa comune. (Sempre che tu non abbia la sfortuna di capitare con l’alieno che vive di acqua filtrata in brocca. No comment.).

Capitolo cucina

Piccola, condivisa, sempre occupata quando hai fame. Valuta bene il numero di fornelli, e lo spazio nel frigo (guai se il tuo pomodorino dovesse rotolare sul ripiano sottostante, è finita, guerra aperta, questo è mio questo è tuo, fai prima a ricomprarlo.) Consiglio da veterana, se  la coinquilina ti fa incazzare, e hai un frigorifero poco moderno, appropriati del ripiano superiore e alza la temperatura. I latticini e la carne nel ripiano basso diventano meno freschi più velocemente, mentre il tuo yogurt in alto resta in safe zone 😉

Capitolo bagno 

E poi c’è il bagno. Uno solo per 3 persone?. Coraggio. Controlla la doccia, la pressione dell’acqua e soprattutto la capacità di convivenza mattutina. Nessuno ha mai voglia di parlare la mattina, solo il buongiorno è accettabile. 

Capitolo salotto

Non esiste, i fuorisede non hanno il “living room”. Non ne sperimenterai mai uno tradizionale divano e tv. Probabilmente la zona ricreativa sarà il balcone (se sei fortunato), poi tanto si mangia in camera, vabbè dai è prassi… E ti chiederai dove sarà mai la lavatrice e lo stendino per i panni ? Lo stendino sicuramente in mezzo al caxxo e la lavatrice probabilmente in cucina.

La casa è condivisa, la pazienza no

Ultimo punto, ma il più importante: le persone. Puoi vivere in una villa o in un camper, ma la compagnia fa la differenza. 

All’inizio sembrano tutti gentili, educati, “sì sì certo, facciamo i turni per le pulizie”. Spoiler, i turni esistono solo su un foglio appeso al frigo, che verrà ignorato con costanza. Sei più il tipo da confronto diretto, o da silenzio passivo-aggressivo mentre lavi piatti che non sono tuoi? Perché prima o poi succederà.

Rientri a casa dopo una giornata intensa, scambi un rapido “buonasera” e poi ognuno si rinchiude nella propria stanza, a volte persino a chiave. L’unico suono è quello delle serrature che scattano. Dalla camera al bagno, dal bagno alla camera. Niente dialogo, solo SMS. Ci si scrive esclusivamente per le lamentele.

Qualche rumore arriva dalla stanza accanto, chi dorme con le cuffiette non sente chi mette la musica per addormentarsi, oltre i muri sembra che ci sia vita ma in realtà sei “solo”. La convivenza diventa un campo minato. Quella casa smette di essere un luogo sicuro, non è più lo spazio in cui rilassarti, abbassare la guardia ed essere te stesso. A quel punto inizi a non avere più voglia di tornarci.

Quando c’è il sole è più facile, ti trattieni in giro. Ma cosa fai quando inizia a piovere? Ti rifugi in un bar, magari a studiare, anche se c’è confusione. Niente però è paragonabile al comfort di casa.

Invece se sei fortunato, e trovi qualcuno con cui vai davvero d’accordo, è l’affare della vita. Nascerà un’amicizia che non dimenticherai mai. Le risate alle due di notte, le sigarette dopo il caffè, le chiacchiere senza motivo.

Rientri a casa sapendo di trovare il tuo migliore amico, e capisci subito che comunque vada, la serata non potrà andare male. Ci si prende in giro, si cucina insieme, ci si passa una birra mentre l’acqua bolle. Non serve fare grandi programmi, basta esserci.

Sei pronto a rischiare o preferisci la sicurezza di un monolocale?

Foto : Pinterest