Tutti vogliono l’equilibrio emotivo, ma pochi sanno davvero dove trovarlo (spoiler: non su Pinterest)
Stabilità emotiva: must-have o leggenda urbana?

La stabilità emotiva è il nuovo nero. Tutti la vogliono, nessuno sa bene dove si compra, e quando pensi di averla trovata… è solo autodisciplina in saldo.
La infilano nei podcast, nei reel motivazionali, nei profili LinkedIn (“gestisco bene le emozioni”, dice chi ha appena urlato al corriere). La trattiamo come un accessorio da mostrare, non come qualcosa da coltivare. Ma davvero siamo nati per essere sempre stabili? O ci stiamo solo addestrando a non dare troppo fastidio?
Nero assoluto, ma a che costo?

In teoria, l’equilibrio emotivo dovrebbe “stare bene con tutto”. Come il nero: elegante, sobrio, rassicurante. Ma nella pratica? È più facile trovare un caffè decente in autogrill alle tre di notte. Perché per sembrare stabili bisogna spesso comprimere, ignorare, minimizzare. E così, per sembrare “adatti al contesto”, ci si veste di un equilibrio che non è nero… è un grigio scuro travestito, o magari un blu notte molto convinto. Siamo diventati esperti nell’apparire imperturbabili, ma sotto la superficie? Il caos in abito sartoriale.
La sindrome del “tutto sotto controllo”

Viviamo nell’epoca della performance emotiva. Essere stabili è quasi un dovere morale: chi crolla è fragile, chi esagera è instabile, chi si mostra è “troppo”.
Così impariamo a dire “va tutto bene” con la stessa convinzione con cui diciamo “ho letto i termini e condizioni”. Ma la verità? Nessuno ha tutto sotto controllo. Alcuni semplicemente hanno imparato a non farlo notare. E questo, più che equilibrio, è allenamento da prestigiatore.
L’arte di stare in piedi mentre si barcolla

La vera stabilità non è non cadere mai, ma sapersi reggere anche quando qualcosa dentro vacilla. È saper barcollare con grazia, fare spazio al caos senza lasciarsi travolgere. Non è un colore pieno, è una trama: fatta di inciampi, riprese, tentativi goffi ma sinceri. Il nero assoluto, forse, è solo l’insieme di tutti i colori vissuti fino in fondo — anche quelli che non stanno bene con niente. Ma che ti stanno bene addosso.
Nero, ma con criterio

Alla fine, la stabilità emotiva forse non è affatto un colore. È una palette personale, che si aggiusta ogni giorno. Non ha a che fare con il controllo totale, ma con la familiarità con il disordine. Non è neutra: è intensissima, viva, mutevole. E magari non “sta bene con tutto”, ma con ciò che serve sì. Con quello che ti fa sentire a posto, anche quando fuori posto lo sei da un pezzo. Con quello che non ti incastra in una forma perfetta, ma ti veste — su misura.
Il Nero assoluto? No, grazie. Ma un bel nero vissuto… quello sì.
Foto: Pinterest


