FAFO Parenting: la nuova frontiera dell’educazione

da | LIFESTYLE

Presente già da decenni, il FAFO Parenting di recente risulta un vero e proprio trend educazionale, tra critiche e conferme.

I nostri nonni sono stati sommersi dall’arrivo del metodo Montessori indicato come l’unico modo per educare i propri figli. Appena il nuovo sistema si è inserito nelle modalità di educazione dei pargoletti, si è registrata una fortissima impennata nell’utilizzo della frase “ai miei tempi…“. Oggi lo scatto generazionale potrebbe toccare ai nostri genitori. Di recente si parla di un nuovo (ma non troppo) metodo educativo: arriva il FAFO Parenting.

Menzionato da Kylie Kelce sul suo podcast, il FAFO Parenting è la nuova frontiera dell’educazione ed è particolarmente simpatico, come slogan.

Letteralmente “Fuc*ing Around and Finding Out” è una risposta all’attuale atteggiamento dei genitori. Moderato, gentile, morbido e mai e poi mai aggressivo, sempre presente se necessario e anche di più.

Il termine nasce più di dieci anni fa, ma ha spopolato negli ultimi anni. Principalmente descrive uno stile di educazione che permette ai bambini di affrontare le conseguenze naturali delle loro azioni, senza inserirsi troppo nella dinamica.

Photo via Telegraph India

Se quando esci non ti sei portato la giacca e hai la febbre a 38 con tanto di raffreddore, il metodo FAFO ti assicura che la prossima volta la giacca non te la scorderai.

Il concetto bene o male è questo. Insomma, una tecnica che tutti i genitori di figli testardi e dichiaratamente indipendenti utilizzano da tempi immemori, finite le punizioni inefficienti. L’esempio della giacca è proprio quello che Kylie Kelce ha raccontato nel podcast. Sua figlia di 3 anni, Elliotte, non indossa mai una giacca prima di uscire nelle stagioni più fredde. Con il tempo Elliotte ha iniziato a rientrare in casa poco prima di uscire. Indovinate a fare cosa…

FAFO PARENTING
Photo via WeHaveKids

Questo metodo è molto utile anche per ricordare alla propria prole che le nostre azioni hanno sempre delle conseguenze. In questo modo aiuta anche a far capire come mai è importante ascoltare gli adulti che cercano di aiutare con i propri consigli e “ordini”. Un altro risultato ottenuto è una discreta diminuzione dell’ansia negli adolescenti.

Il concetto delle conseguenze naturali, secondo gli esperti, è un buon modo per far capire ai bambini qual è l’impatto delle loro decisioni e azioni.

Può essere fondamentale nello sviluppo del loro pensiero critico e nell’insegnare le responsabilità. Inoltre, in questo modo i bambini si sentono adatti a prendere decisioni, piuttosto che accettare indicazioni dalla figura autoritaria, senza capirne il perchè.

In questi casi, comunque, è importante evitare di rinforzare il loro comportamento con frasi come “te l’ho detto che dovevi mettere una giacca” o “pensi di saperne di più”. In questo modo, lasciando che sia il bambino a capire cosa è meglio fare e affrontando le situazioni create dalle proprie scelte, sarà più semplice per lui interiorizzare la “lezione”.

Non tutti i bambini sono adatti a questo tipo di approccio.

Photo via fatherisland.com

Secondo gli esperti, da molto piccoli i bambini potrebbero non essere pronti del tutto per comprendere le “conseguenze naturali” in quanto non hanno né il controllo degli impulsi né la capacità di fare previsioni.

Il metodo FAFO si è scoperto più efficiente se combinato con diversi approcci, cercando il giusto equilibrio in quello che più si adatta alla situazione. Secondo gli esperti, il metodo educativo più efficace unisce il senso di responsabilità con il supporto emotivo.

Ecco alcuni consigli da parte degli esperti su come coordinare al meglio questo approccio:

  • focalizzarsi sulle conseguenze corrette: invece di dire “non hai fatto i compiti, quindi andrà male”, si consiglia: “non hai fatto i compiti, quindi dovrai finirli prima di guardare la tv”. Utilizzare il senso comune portando delle conseguenze adatte all’età del bambino, insegna le responsabilità senza troppi drammi o stress.
  • Provare un problem-solving collaborativo: se il bambino fatica a risolvere un problema, si consiglia di lavorare con lui per trovare una soluzione, invece di lasciarlo a faticare da solo. Se ad esempio tuo figlio si scorda il pranzo a casa tutti i giorni, invece di continuare a lasciare che accada, lavora con lui e crea una check-list di tutto quello che c’è da fare la mattina.
  • Imponi dei limiti chiari e consistenti: i bambini migliorano con la consistenza. Quindi consigliano di imporre delle aspettative e di seguirle, ma sempre seguendo le aspettative appropriate per la propria età.
  • Parla delle scelte: invece di lasciare che i bambini scoprano proprio tutto a proprie spese, è meglio chiedere “cosa pensi che possa succedere se fai questo? In che altro modo potresti fare?”.

Insomma, gli esperti parlano di come sia molto più efficiente approcciare i problemi collaborando con i propri figli, prima di correggerli. Inoltre, spiegare le conseguenze logiche delle azioni e un corretto uso dell’empatia sono strumenti molto utili.

Un’altra protagonista di questo approccio è l’intelligenza emotiva.

Questo perchè tutto il trambusto portato dal promuovere le “conseguenze naturali” è in realtà davvero utile per lo sviluppo del bambino. Le “conseguenze naturali” sono sane ed è importante che i genitori capiscano la differenza tra quelle vere e una minaccia nascosta. “Se continui a dondolarti sulla sedia, rischi di cadere e sbattere la testa”, è ben diverso da “se continui a dondolarti sulla sedia, non avrai il dolce”. La seconda frase è molto più allettante per chi ama avere il controllo sulla situazione e sui propri figli, ma non è necessario.

Ma perchè questo approccio è così popolare?

Non eravamo mica nell’era del gente parenting? In realtà sì, se non fosse che ultimamente questo approccio morbido sta incontrando una crescente resistenza. Questo perchè molti dei metodi usati nell’approccio più soft non permettono al bambino di sviluppare il senso di se stessi o di autonomia, di cui si ha sicuramente bisogno per muoversi nel mondo.

Una critica portata sopratutto da chi il metodo FAFO lo hanno vissuto da prima che diventasse virale. Molti online, infatti, raccontano di come essere cresciuti da genitori lavoratori, che non potevano seguirli in pieno stile helicopter parent, nel bene o nel male li ha aiutati a sviluppare una forte resilienza. Questo seguendo in anticipo alcuni dei metodi promossi oggi dal FAFO Parenting.

Si assiste oggi a una cultura moderna di over-protezione dei propri figli.

Magari questa è una naturale conseguenza di un mondo molto più difficile, in cui essere coccolati e dondolati con occhi e orecchie coperti non è più efficace. Se mai lo è stato. Forse ora è necessario insegnare ai propri figli di tirarsi su le maniche e imparare a cavarsela perché “sono tempi duri questi”.

Quello su cui è importante riflettere è che l’educazione dei figli è un aspetto fondamentale nello sviluppo dell’indipendenza e dell’intelligenza emotiva dei futuri adulti. Riguardo ai sempre più crescenti crimini d’odio, anche di genere, si è riscontrato un pattern nel setting familiare spesso ricorrente.

Vivere in un ambiente in cui non si insegna a riconoscere e gestire le emozioni può portare a sviluppare un deficit empatico.

Spesso un pattern familiare disfunzionale è un elemento che si è rivelato ricorrente nel background di chi commette crimini d’odio. Ma non si tratta solo di famiglie violente o molto aggressive, anche un eccesso di gentle parenting può portare a un sempre più crescente senso di deresponsabilizzazione. Questo perchè ci si sente dire che siamo sempre troppo bravi e se qualcosa va storto non è mai colpa nostra. Il risultato? Sicuramente non la capacità di essere in grado di sostenere una situazione scomoda e difficile.

Quando i bambini non vengono mai esposti alle conseguenze dei propri errori o non affrontano critiche costruttive, rischiano di non sviluppare autoconsapevolezza, resilienza ed empatia. Tutte caratteristiche fondamentali per rapportarsi in modo sano con il resto del mondo.

Una mancata crescita può portare a un senso di diritto e all’incapacità di sopportare le difficoltà. L’individuo è quindi più vulnerabile a schemi di pensiero distorti o a reazioni violente.

Ovviamente non vogliamo fare di tutta un’erba un fascio e ricordiamo che qualsiasi approccio è utile finché non è estremizzato ed eccessivo. E’ sempre e comunque tutta una questione di equilibrio. E poi dopotutto, il FAFO Parenting è sotto sotto un montessoriano con un linguaggio più scurrile. O no?