Brain rot italiani: di cosa si tratta

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Trallalerò, trallalà, per noi una simpatica filastrocca, per il resto del mondo il meme italiano più divertente dell’anno. Ecco cosa sono gli amatissimi brain rot italiani.

Si sa che il Made in Italy fa gola a tutto il mondo. Tanto che non importa cosa si stia importando, basta che sia fatto in Italia. Questo è successo anche nell’ultimo periodo con i troppo famosi “italian brain rot”, dei meme completamente no-sense che hanno fatto il giro del globo diventando ufficialmente il nuovo tormentone mondiale.

Definiti italian brain rot, nell’effettivo sono degli animali creati con l’AI raccontati da una voce meccanica tra bestemmie e filastrocche senza capo né coda.

La gente è davvero andata fuori di testa per questi “simpatici” animali? Si possono chiamare così? Ognuno ha un proprio nome, che richiama una filastrocca diversa dal suono che facilmente rimane in testa, tanto quanto fa ridere. Abbiamo Bombardiro Crocodilo, un coccodrillo con le zampe fatte ad aereo o un areo con il corpo da coccodrillo, a voi l’ardua sentenza a riguardo. Larili Larila, un elefante con il corpo fatto di cactus che porta due ciabatte giganti inserito in un contesto che può ricordare un quadro di Dalì. C’è anche Trippi Troppi Troppa Trippa, che è rappresentato da un gamberetto con la testa di un gatto.

@juventus

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♬ NoOoOoOo_nOoOo_Juventus – juventus

Sono davvero tantissimi e molto peggio di questi. Uno dei più famosi è Tung Tung Tung Tung Tung Tung Tung Sahur e questo non saprei come descriverlo. Un ciocco di legno, forse? Assieme a Ballerina Cappuccina, ripreso anche dal team marketing di Loewe, stanno finendo sui diversi canali social dei brand più impegnati nell’avvicinamento con la Gen Z e il mondo online.

Ryanair, brand di moda, la Lidl di un paese svedese e anche l’account della Juventus hanno sfruttato i meme per sponsorizzazioni e highlights.

La definizione di “Brain rot” riprende il termine che l’Oxford Dictionary ha eletto come parola dell’anno nel 2024. Fondamentalmente descrive il deterioramento cerebrale causato dall’eccessivo utilizzo dei social. L’espressione inglese descrive la sensazione che si prova dopo aver passato davvero tanto tempo sui social media facendo uno scrolling continuo senza scopo.

Ufficialmente brain rot significa “il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, soprattutto come conseguenza di un consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco impegnativo“.

Direi che è un termine azzeccato per descrivere le immagini no sense del nuovo tormentone italiano. C’è da dire che se per noi un animale dalla forma confusa che bestemmia risulta di poco gusto, nell’altra parte del mondo non hanno nemmeno la minima idea di cosa dicano le filastrocche. Probabilmente risuonano in testa risultando perfino accattivanti e simpatiche. Se poi ci mettiamo l’amore che il mondo prova nel provare a ripetere le parole della lingua italiana, il gioco è fatto.

Sembrerebbe poi che tutto sia iniziato dalla filastrocca “Trallalerò Trallala” che già da tempo riecheggiava nei suoni di TikTok. Dopo il successo di questo audio registrato nel cuore di un peluche a bottone, il mondo è impazzito. Immaginatevi una situazione di una classe delle medie che all’autogrill di un paese estero trova un peluche che ripete solo bestemmie italiane. Ecco, ci siamo capiti. Prima che però questo fenomeno potesse finire nel dimenticatoio, le opere AI hanno creato un vero proprio universo di personaggi “brain rot” italiani.

Sono tantissimi i video che sui social spopolano, diverse sono anche le sfide che i vari utenti si lanciano nel riuscire a indovinare la filastrocca dall’immagine o le personali classifiche del brain rot italiano preferito.

Ma si sa, il fascino mediterraneo colpisce sempre e i brain rot sembrano essere solo all’inizio della loro scalata nell’Olimpo dei meme destinati ad essere conosciuti da tutti. Non nego che un paio risultino davvero simpatici, ma per adesso ritengo la mia attività cerebrale ancora intatta. Ripeto, per adesso…