Il bidet: tra igiene, seduzione e scandalo

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La sorprendente storia di un’icona della toilette, tra controversie culturali, evoluzione igienica e il suo ruolo nella società.

Per alcuni, un compagno fedele dell’igiene quotidiana, per altri, un accessorio superfluo che occupa spazio. Il bidet, quel piccolo sanitario che divide l’opinione pubblica, vanta una storia tanto curiosa quanto inaspettata, fatta di igiene, seduzione e un pizzico di scandalo.

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Dalle corti francesi alle stanze da bagno: l’origine misteriosa del bidet

Siamo nel XVIII secolo, in piena epoca illuminista, quando il bidet fa la sua comparsa nelle dimore aristocratiche francesi. Il primo riferimento scritto arriva dalle memorie del marchese de Argenson, ministro di Luigi XV, che racconta di un incontro piuttosto bizzarro: Madame de Prie, favorita del Re, lo ricevette comodamente seduta a cavalcioni su un misterioso mobile, intenta a lavarsi le parti intime senza smettere di conversare. Ecco la prima menzione documentata di questo oggetto, il cui nome deriverebbe dall’antico francese bidet, ovvero un piccolo cavallo da sella utilizzato dai nobili e dai loro figli. Il collegamento? La posizione che si assume sedendosi sopra, proprio come a cavallo.

Se oggi lo consideriamo una raffinata alternativa alla carta igienica, nel XVIII secolo il bidet era uno strumento di lusso, riservato a chi poteva permettersi il privilegio di un’igiene più accurata in un’epoca in cui il bagno nella vasca era un lusso raro. Ma il suo utilizzo non si limitava alla semplice pulizia.

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Bidet: un alleato (poco efficace) della contraccezione

Oltre all’igiene, il bidet aveva una funzione ben più controversa: era considerato un rudimentale metodo contraccettivo. Pur senza fondamento scientifico, si riteneva che un lavaggio post-coito potesse prevenire gravidanze indesiderate. Le prostitute parigine lo adottarono rapidamente, rendendolo un oggetto comune nei bordelli. Ma non solo: anche le nobildonne, spesso coinvolte in relazioni extraconiugali, lo utilizzavano per ridurre i rischi di una gravidanza imprevista.

Un aneddoto famoso riguarda la regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, consorte di Ferdinando IV di Napoli, che volle installare un bidet nella reggia di Caserta. I consiglieri di corte la misero in guardia: quell’oggetto era associato alla vita licenziosa delle case di piacere! La regina, tuttavia, non si lasciò intimidire e lo fece installare comunque, contribuendo alla sua diffusione nell’aristocrazia italiana.

Un successo effimero e una reputazione ambigua

Nonostante la sua popolarità nelle corti, il bidet non riuscì mai a conquistare veramente l’Europa del Nord, dove veniva visto con sospetto. La Chiesa stessa non lo vedeva di buon occhio, temendo che il suo utilizzo incentivasse comportamenti peccaminosi. Alcuni ecclesiastici arrivarono persino a suggerire che fosse utilizzato per aborti clandestini!

Ma non tutti lo consideravano con disprezzo. Napoleone Bonaparte, per esempio, lo amava a tal punto da averne uno personale in velluto rosso, che pare usasse per alleviare le irritazioni cutanee dopo lunghe cavalcate. Non solo: lasciò il suo prezioso bidet in eredità al figlio, contribuendo alla sua diffusione tra la nobiltà francese.

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Dall’aristocrazia ai bagni italiani

Con il tempo, il bidet si diffuse in tutta la penisola, soprattutto con l’arrivo delle tubature domestiche nel XX secolo. Se inizialmente era appannaggio solo delle case nobiliari, dopo la Seconda Guerra Mondiale iniziò a comparire anche nelle abitazioni della classe operaia e contadina. Tuttavia, fu solo nel 1975 che in Italia e in Portogallo l’installazione del bidet divenne obbligatoria nei bagni delle abitazioni, rendendolo un elemento imprescindibile della quotidianità italiana. Eppure, nel resto del mondo rimane un oggetto di nicchia. A partire dagli anni ’60, il bidet è stato considerato obsoleto in Francia, complice l’ascesa della doccia e l’avvento della carta igienica. Oggi trovarne uno in una casa francese è raro quanto vedere un francese ammettere che la baguette italiana sia migliore della loro. Negli Stati Uniti, invece, è stato a lungo snobbato, anche a causa di un’associazione con la cultura francese nel dopoguerra: i soldati americani, vedendolo per la prima volta nei bordelli francesi, lo collegarono al mestiere più antico del mondo e lo ritennero “scandaloso”, escludendone l’uso una volta tornati a casa. Nei Paesi nordici, infine, è stato quasi del tutto rimpiazzato dalla doccia.

Foto: La gatta sul tetto

Eppure, il bidet resta un piccolo simbolo della cultura igienica mediterranea, testimone silenzioso di una storia fatta di seduzione, scandalo e modernità. Un oggetto che, pur nel suo apparente minimalismo, racconta molto più di quanto si possa immaginare sulle abitudini e i costumi di intere epoche.

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