La vera felicità nasce dalla scoperta e dal perseguimento della propria ragione di vita, che coincide con la ricerca del proprio Ikigai.
Il desiderio di essere felici è un tratto universale, un filo invisibile che lega ogni individuo. Sebbene non abbia confini, per essere autentico e duraturo – e non un semplice istante di appagamento – deve radicarsi in qualcosa di profondo: il proprio Ikigai. In Giappone, questa espressione è considerata la chiave per una vita piena e significativa, tanto da essere il fondamento stesso della loro ricerca di felicità. L’Ikigai è unico per ogni individuo: non si manifesta per caso, ma si conquista con introspezione e sincerità. Non è il riflesso di aspettative altrui o desideri imposti, ma l’espressione più autentica di ciò che è nell’anima. Raggiungerlo significa armonizzare corpo e mente, coltivando un equilibrio che rafforza lo spirito e rallenta il naturale declino fisico e mentale. Anche nei momenti difficili, il richiamo all’Ikigai può offrire un senso di direzione, motivazione, e contatto con la propria essenza profonda.
Le sue Radici
L’Ikigai è il cuore di un’antica filosofia giapponese che insegna come la vera felicità nasca dalla ricerca e dal perseguimento della propria ragione di vita. Non si tratta semplicemente di trovare uno scopo, ma di vivere ogni giorno coltivando attività e relazioni che donano appagamento e piacere. Il termine deriva dall’unione di iki (vita) e gai (valore), ma il suo significato va ben oltre la semplice individuazione di una meta: è l’espressione più autentica dei valori personali e dell’essere in armonia con essi. Solo allineandosi a ciò che conta davvero per sé stessi si può raggiungere una realizzazione profonda e duratura. Per comprendere a pieno l’Ikigai, bisogna considerare due dimensioni fondamentali. La prima riguarda la fonte d’ispirazione, che può essere una persona, un’attività, un evento o persino un ricordo. La seconda è lo stato d’animo che ne scaturisce: una consapevolezza interiore che si traduce in motivazione e in un obiettivo da perseguire. L’Ikigai non si alimenta del riconoscimento esterno, ma della gioia intrinseca del cammino intrapreso. Ed è proprio in questo che risiede il suo vero senso: dare significato alla propria esistenza.

Trovare il proprio Ikigai
L’Ikigai trova spesso espressione in un diagramma, anche se, nella sua essenza più profonda, non può essere racchiuso in una semplice formula grafica. Nella visione occidentale, è considerato il punto d’incontro tra quattro elementi fondamentali:
1. Ciò che si ama – le attività che suscitano passione e appagamento;
2. Ciò di cui il mondo ha bisogno – il contributo che si può offrire alla società;
3. Ciò per cui si può essere pagati – le attività che garantiscono un sostentamento;
4. Ciò in cui si è bravi – le competenze e i talenti che si possiedono.
Il diagramma dell’Ikigai si compone di quattro cerchi sovrapposti. Il primo raccoglie le proprie abilità, anche quelle che non necessariamente appassionano. Il secondo include le attività che fanno sentire realizzati e felici. Il terzo cerchio evidenzia ciò di cui la società ha bisogno, mentre il quarto comprende le attività che offrono una retribuzione. Al centro, dove questi elementi si intersecano, si trova l’Ikigai: la sintesi perfetta tra passione, missione, vocazione e professione. Ed è lì, in quel punto di equilibrio ideale, che si cela il senso più autentico della propria esistenza, la ragione d’essere e lo scopo personale di vita.
Trovare il proprio Ikigai è un viaggio personale, che richiede tempo, introspezione e sincerità. Significa individuare quell’attività capace di donare alla vita un significato profondo. Questa filosofia invita a semplificare l’esistenza, scegliendo ciò che genera gioia reale e appagamento. Dopotutto, il desiderio comune è vivere una vita intensa, ricca di significato e soddisfazione. E forse, proprio attraverso l’Ikigai, possiamo avvicinarci alla felicità tanto bramata—e, perché no, farla durare nel tempo.
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