In Vaticano una mostra coinvolge maison Dior e Lorenzo Jovanotti

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In occasione del Giubileo nelle sale della Biblioteca Apostolica Vaticana prende forma una mostra dal titolo “En Route” che coinvolge Maria Grazia Chiuri, Jovanotti e Kristjana S Williams parlando di femminismo

La Biblioteca Apostolica Vaticana è uno dei luoghi che possiede una delle raccolte di testi antiche e libri fra le più importanti al mondo. Eretta il 15 giugno 1475 la Biblioteca Vaticana è una realtà d’inestimabile rilevanza culturale che vanta una collezione di manoscritti che risale al primo secolo. Oggi, in occasione del Giubileo, diventa centro nevralgico di una nuova mostra dal titolo “En Route” con uno stravagante cast di tutto rispetto. Sono il cantante Jovanotti, la stilista Maria Grazia Chiuri (attuale direttrice creativa delle linee femminili di Maison Dior) e l’artista Kristjana S Williams i protagonisti di questo viaggio attorno al mondo proposto dalla mostra.

En Route-Vaticano

La mostra è stata curata da don Giacomo CardinaliSimona De Crescenzo, Francesca Giannetto e Delio Proverbio e sarà visitabile dal 15 febbraio fino al 20 dicembre 2025. Il tema centrale dell’esposizione è il viaggio inteso come strumento di emancipazione e riscoperta culturale. La Biblioteca Vaticana espone la collezione Poma.periodici fondo proveniente dall’eredità del diplomatico ed erudito Cesare Poma. Una raccolta di circa 1.200 giornali provenienti da località remote dei 5 contenenti e scritti nelle lingue più desuete. Tra questi spicca En Route, pubblicazione 800esca degna di dare il titolo alla mostra, che racconta il viaggio attorno al mondo di due giornalisti. Sono Lucien Leroy e Henri Papillaud i protagonisti di questo giornale che racconta il loro percorso tra 1895 e 1897.


L’accento dell’esposizione in Vaticano però, nonostante il titolo, è focalizzato su altre avventure. Quelle delle donne che si sono fatte paladine dell’emancipazione durante i loro viaggi raccontati nei manoscritti ritrovati nella collezione del diplomatico. Da quì nasce la collaborazione con Maria Grazia Chiuri, che ha reso Dior il marchio simbolo del femminismo contemporaneo. Tra le storie più interessanti quella di Nellie Bly. Giornalista statunitense che è stata in grado di convincere Joseph Pulitzer a pagarle un viaggio attorno al mondo con lo scopo di battere il protagonista del libro di Jules Verne: “Il giro del mondo in 80 giorni”. Missione compiuta: la giornalista completò il viaggio in soli 72 giorni e il New York World ne seguì ogni tappa.

Femininity, the trap


È un’altra storia, quella di Annie Cohen Kopchovsky, ad ispirare una delle opere più interessanti della mostra realizzata dal Chiuri. La Kopchovsky è stata la prima donna a fare il giro del mondo in bicicletta e, per farlo, decise di ribellarsi alla dittatura del corsetto. Fu lei una delle prime donne a decidere di non indossarlo più e a scegliere i pantaloni in segno di protesta. A questa storia si ispira Maria Grazia Chiuri per la realizzazione dell’opera “Femininity, the trap” che raffigura il cartamodello di un corsetto sovrapposto ad un planisfero decorato con la scritta che arriva da un articolo pubblicato nel ’47 dalla femminista Simone de Beauvoir.

La scelta della Chiuri racconta alla perfezione la nuova narrazione della femminilità di Dior nelle sue mani. Il marchio che ha vestito le donne come bambole è diventato il simbolo dell’emancipazione femminile del tempo corrente. Sono firmate maison Dior anche altre opere d’arte tessili presenti nell’esposizione realizzate in collaborazione con Karishma Swali e gli artigiani indiani della Chanakya School of Craft.


Raccontano di viaggi intorno al mondo anche le opere dell’artista visiva islandese Kristjana S Williams. I suoi collage dall’animo sognante, che avvicinano raffigurazioni grafiche alle pagine di En Route, trasformano le parole in immagini. Facendo vivere la suggestione surrealista di un viaggio esotico e quasi irreale. Contributor inaspettato, ma più che mai perfetto, è Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti.

Il cantante italiano, viaggiatore per indole, ha portato in mostra i suoi viaggi attorno al mondo attraverso disegni, una bicicletta e una palla da discoteca tramutata in mappamondo, o viceversa. Ma non solo: Jovanotti ha anche collaborato con gli studenti della Chanakya School of Craft alla realizzazione di tre Toran, tradizionali arazzi indiani, che accolgono i visitatori. “Il mio intento non è stato autocelebrativo, ma quello di fare da cavallo di Troia, portare qualcuno che non sarebbe mai entrato in Vaticano a scoprire questo luogo straordinario” spiega il cantante in conferenza stampa che rivela di essere cresciuto in Vaticano causa il lavoro del padre.

E voi vi sareste mai aspettati una mostra del genere in Vaticano?

Foto: Vogue