Comfort food: il cibo che ci rende felici 

da | LIFESTYLE

Il comfort food non è semplicemente cibo ma un modo per sentirti meno solo e ad alleviare la tristezza 

Tutti abbiamo vissuto quei momenti in cui desideriamo attenzioni, conforto e un senso di benessere. Un rifugio che ci faccia sentire bene con noi stessi. Sono degli istanti in cui cerchiamo un sollievo emotivo. 

Ognuno di noi trova un proprio modo per affrontare queste sensazioni, ma per la maggior parte delle persone il cibo diventa qualcosa di più, una forma di conforto, un abbraccio invisibile che tocca direttamente il cuore. E’ il gesto rassicurante di una cioccolata calda tra le mani, evoca ricordi felici o il semplice piacere di dedicare dei momenti a noi stessi. In questo senso il cibo non è solo una necessita per il nostro fisico, ma lo diventa per il nostro cuore: ci fa stare bene. 

Il cibo come terapia 

Quando parliamo di Comfort Food, ci riferiamo a quegli alimenti che, in momenti di tristezza, stress o solitudine, assumono un ruolo speciale. Colmano un vuoto emotivo, offrendo una forma di consolazione. 

Ma perché, quando siamo tristi, ci concediamo un pezzo di cioccolata, una fetta di pizza, o ci emozioniamo al semplice pensiero di ordinare del cibo d’asporto? c’è un connessione profonda tra cibo ed emozioni. Spesso attribuiamo al cibo la capacità di compensare ciò che sentiamo mancare dentro di noi, come attenzioni, gratificazione, affetto. E’ come se il cibo riempisse il nostro cuore, piuttosto che il nostro stomaco.

C’è poi anche un aspetto fisiologico che spiega perché certi cibi ci fanno bene. Alimenti come i dolci o cibi particolarmente saporiti contengono delle sostanze che stimolano la produzione di neurostrasmettitori come serotonina, dopamina ed endorfine. Questi agiscono direttamente sul sistema nervoso, regalando momenti di benessere e appagamento, facendosi sentire meglio quasi istantaneamente. 

I ricordi

Dall’altra parte, pensiamo a chi vive lontano da casa, come studenti o lavoratori fuori sede. Spesso, ci troviamo a mangiare lo stesso piatto per giorni, non tanto per la comodità, ma perché quel sapore ci fa sentire al sicuro. L’odore di un alimento può riportarci indietro nel tempo, legandoci a ricordi di valore: il profumo del ragù della domenica, il modo in cui la nonna cucinava una semplice pasta e fagioli o un piatto preferito che ci faceva nostra madre quando stavamo male. E così quel piatto entra a far parte della nostra Comfort Food list

Come anche dimostrato da uno studio della ricercatrice Chelsea Reid della Virginia Commonwealth University, il profumo del cibo è strettamente legato alla memoria e alla nostalgia, è un richiamo molto forte, capace di riportarci a momenti di conforto e serenità. 

Così il cibo si trasforma in una “zona di conforto”, un rifugio emotivo che soddisfa un bisogno più profondo: quello di sentirsi amati. 

Credits: Film “il diario di Bridget Jones” internet