Ospedale Careggi: trattamento di disforia di genere sui giovani

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All’ospedale Careggi vengono seguiti e trattati giovanissimi che già in età prepuberale affrontano un percorso di trattamento di disforia di genere e incongruenza di genere. Ovviamente il tutto non avviene senza aspre critiche, arrivate proprio dal Ministero.

Nell’ultimo periodo sono state mosse delle grandi critiche all’Ospedale Careggi. Questo per via della terapia che l’azienda ospedaliera offre nei suoi percorsi di trattamento per l’incongruenza e la disforia di genere. Il grosso delle critiche si è focalizzato sulle persone su cui questo trattamento è focalizzato: ossia minori. Per meglio dire, ragazzini e ragazzine, adolescenti e in rare occasioni bambini.

A bocciare il programma è stato proprio il ministero.

Ma andiamo per gradi.

Cosa intendiamo con Incongruenza di Genere? Con questo termine ci riferiamo alla marcata e persistente incongruenza tra la propria identità di genere e il genere assegnato alla nascita. Quando si presenta questa incongruenza si sviluppa una intensa e persistente sofferenza e si parla quindi di Disforia di Genere.

Le persone che più sono soggette a soffrire di Disforia di Genere e sperimentare Incongruenza sono le persone con condizioni intersessuali. Ossia chi è nato/a/* con caratteristiche anatomiche sessuali o riproduttive diverse dalle classiche definizioni mediche tipiche di maschio o femmina.

Nel centro dell’ospedale Careggi opera un team multidisciplinare. Endocrinologi, psicologi, psicoterapeuti e psichiatri che lavorano in collaborazione con tutte le figure professionali che possono essere coinvolte nel percorso.

Come ginecologi, urologi, chirurghi plastici, foniatri, logopedisti, radiologi, neuropsichiatri infantili, bioeticisti e dermatologi.

Inoltre, il centro opera in accordo con le linee guida internazionali della World Professional Association for Transgender Health e della Endocrine Society. Insomma, non proprio alla cieca. Nello specifico la SOD di Andrologia, Endocrinologia femminile e incongruenza di genere opera in una rete regionale. Costituita per ottimizzare l’assistenza delle persone con incongruenza di genere in età adulta e in età evolutiva.

Ma il lavoro del centro non si ferma qui. Il Careggi offre anche percorsi specialistici di presa in carico medica e psicologica delle persone con condizioni intersessuali. In questi casi se c’è il sospetto di una condizione intersessuale o se è già stata diagnosticata nelle varie fasce di età, l’equipe offre una valutazione endocrinologia. Questa volta all’inquadramento diagnostico e/o alla gestione medica eventuale. Oltre ad un supporto psicologico, se richiesto, dedicato anche ai genitori nel caso di minore.

Per la prima vista endicronologica per incongruenza di Genere e per il primo colloquio con lo psicologo non serve la richiesta del medico. Perchè in questo caso la prestazione prevista è in accesso diretto. Se si tratta di minori, per il primo colloquio e la prima visita endocrinologica serve la presenza di entrambi i genitori o tutori.

Arrivando alle critiche ricevute dall’ospedale, sembrerebbe che siano state riscontrate criticità nel trattamento dei minori con disforia di genere. Anche qui facciamo un passo indietro.

Esistono degli Standards of Care (SOC-8) della World Professional Association for Trans Health. Queste forniscono linee guida per l’assistenza delle persone transgender e di genere diverso. Attraverso cure multiprofessionali sicure ed efficaci per il benessere fisico e psichico.

È fondamentale valutare e preservare l’identità di genere supportando i soggetti dal punto di vista psico-sociale. Garantendo agli adolescenti accesso a trattamento medico-chirurgici conformi alle legislazioni locali. Le terapie di affermazione di genere nei minori, comunque, richiedono una valutazione comprensiva. Il coinvolgimento dei genitori e la considerazione della maturità cognitiva ed emotiva degli stessi. Inoltre, il percorso deve anche focalizzarsi sulla preservazione della fertilità e sull’accesso a trattamenti medicalizzati utili per il benessere delle persone transgender.

Una vasta letteratura psicologica empirica indica che le esperienze della prima infanzia spesso preparano le basi per modelli di rischio e/o resilienza per tutta la vita. Inoltre contribuiscono a una traiettoria di sviluppo più o meno favorevole al benessere e a una qualità di vita positiva.

La ricerca disponibile indica che i giovani di genere diverso si trovano a maggiore rischio di sperimentare difficoltà psicologiche rispetto ai coetanei cisgender della stessa età.

Questo a causa di sperimentare esperienze di discriminazione, traumi e maltrattamenti derivanti dal rifiuto legato alla diversità di genere e altre interazioni dure e non accettanti. La letteratura, sempre, indica che i bambini in età prepuberale che sono ben accettati nelle loro identità di genere non conformi presentano generalmente un buon adattamento e sviluppo.

Per questo i SOC-8 sottolineano che un’assistenza psico-sociale affermativa rispetto al genere, per i bambini in età prepuberale, offre una finestra di opportunità per promuovere una traiettoria di benessere che li aiuterà nel tempo e durante la transizione verso l’adolescenza. Questo può aiutare nel mitigare alcuni rischi comuni per la salute mentale, affrontati da adolescenti transgender e e di genere diverso.

Recentemente, la ricerca sullo sviluppo e la crescita infantile ha dimostrato che l’ incongruenza di genere può essere osservata e identificata nei bambini in età prepuberale.

Però, lo stesso studio empirico, in quest’area è limitato e al momento non esistono misure di valutazione psicometricamente solide in grado di accertare in modo affidabile e/o completo, l’autocomprensione di un bambino in età prepuberale del proprio genere e/o dei bisogni e delle preferenze relative al genere. Per questo è fondamentale ricorrere in questa fase di vita a un approccio clinico individualizzato per la valutazione del genere.

La ricerca e l’esperienza clinica hanno mostrato che la diversità di genere nei bambini in età prepuberale può, per alcuni, essere fluida. Non ci sono mezzi affidabili per prevedere l’evoluzione del genere di un singolo bambino e le esigenze legate al genere per un un particolare bambino possono variare nel corso della sua infanzia.

Il ministero della Salute ha avviato un’ispezione in merito ai percorsi relativi al trattamento della disforia di genere nei minori e all’uso della triptorelina, all’ospedale Careggi.

La triptorelina è il farmaco ormonale che porta alla sospensione dello sviluppo puberale. Il farmaco viene usato in molti paesi proprio nel trattamento di alcune persone per il blocco della pubertà precoce e nella gestione della disforia di genere.

Dalle indagini sono emersi “elementi di criticità molto significativi nell’ambito del percorso di presa in carico e gestione” dei pazienti. Anche riguardo “l’utilizzo della terapia farmacologica con triptorelina”. I documenti riguardano ben 85 casi trattati dall’ospedale Careggi negli ultimi anni. Insomma, all’ospedale è stato contestata l’assenza di di supporto psichiatrico per l’avviamento al trattamento con triptorelina.

La triptorelina, un bloccante transitorio e reversibile della pubertà.Viene definito un farmaco salvavita nei giovanissimi transgender e gender diverso, prescritto solo dopo attenta valutazione multiprofessionale. Utilizzato nell’ospedale Careggi.

Lo scopo non è né castrare chimicamente e definitivamente, né modificare orientamento e identità sessuale, ma serve per dare tempo ai giovani sofferenti. Allo stesso tempo dà tempo alle famiglie e agli stessi il tempo di fare scelte ponderate e matura, impedendo lo stigma sociale, autolesionismi e suicidi. E questo lo affermano ben 12 società scientifiche in una nota congiunta.

L’equipe comprende anche neuropsichiatri dell’infanzia e dell’adolescenza, psicologi dell’età evolutiva, bioeticisti ed endocrinologi, proprio come affermato dall’ospedale Careggi.

L’ispezione all’ospedale è stata avviata dopo un’interrogazione parlamentare del capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri. Secondo il ministero nell’ospedale non sarebbero state rispettate quindi le procedure dell’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco.

Il testo del ministero della Salute, con l’esito dell’ispezione sull’ospedale Careggi, è stato comunicato dallo stesso Gasparri. Ma ai giornalisti, durante un evento di partito, e non pubblicato direttamente dal ministero.

Che dire, un eccesso di professionalità!

Gasparri ha commentato l’esito dell’ispezione dicendo che “a Careggi non si sono rispettate le regole e non si è garantita l’adeguata assistenza neuropsichiatrica specializzata per l’infanzia a chi ha dovuto assumere questo farmaco che blocca la pubertà”. Il fatto che i risultati dell’ispezione siano stati comunicati da Gasparri e non dal ministero è stato contestato dalla Regione Toscana.

Il presidente Eugenio Gianni e l’assessore regionale al Diritto alla Salute Simone Bezzini commentano la notizia. Sostengono che sia inquietante che su una materia così delicata vengano anticipatamente pubblicati alcuni contentuti, con modalità da campagna elettorale.

Relativamente alla relazione ispettiva sembra che in quel momento non fosse stata ancora consegnata alla Regione Toscana. Hanno anche aggiunto che quando la relazione verrà messa a disposizione faranno un approfondimento di merito e risponderanno al ministero della Salute.

Ora quello che mi viene spontaneo pensare è come il Ministero, parte dello Stato Italiano, preferisca andare a fare la pulce non tanto per migliorare un servizio che può assolutamente essere considerato fondamentale per il benessere dei nostri giovanissimi e non. Ma anzi, per buttare giù un servizio che sta aiutando, e ha aiutato tantissimi. Che si focalizza sul benessere, senza andare a imporre nulla a nessuno.

L’ospedale, infatti, segue le persone che si rivolgono al centro per ricevere un sostengo, sopratutto psicologico. Anche il farmaco, oltre ad essere ad azione reversibile, dona del tempo prezioso e fondamentale per la famiglia e i giovanissimi. Così, non solo possono seguire il percorso adatto, ma anche capirsi meglio.

Dai dati della letteratura scientifica si evince che fino al 40% dei giovani TGD tenta il suicidio e che la terapia con triptorelina riduce del 70% questa possibilità.

La terapia con triptorelina è indicata proprio nei casi in cui il rischio per la salute psicofisica dell’adolescente è significativo. Comunque, in diversi paesi europei hanno fermato la somministrazione e messo in discussione il consenso affermativo dei minori.

Ma ricordiamo che i giovanissimi in questo delicatissimo percorso non sono d’ali. Sono perennemente accompagnati dai genitori o dai tutori, che sono parte fondamentale per il procedere del percorso. Anche loro seguono un percorso parallelo durante questo momento delicato della crescita e dell’eventuale riaffermazione di genere.

E lo Stato dove si colloca in questo percorso?