Michelle Comi: un personaggio di cui non avevamo bisogno

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È passata da Onlyfans al dire scemenze in podcast online e salotti televisivi: Michelle Comi. Secondo qualcuno un personaggio costruito, per altri la triste realtà. In qualunque caso non ne avevamo bisogno.

Le donne non dovrebbero votare“, “Sono bella non mi serve studiare“, “Due persone brutte non dovrebbero fare figli“. Queste sono solamente alcune delle frasi demenziali dette da Michelle Comi, influencer e Onlyfanser torinese da più di 400 mila follower su Instagram. Se avete i social, in particolare Tik Tok, non potete non esservi imbattuti nelle assurde dichiarazioni di questa creator. Da poco ospite televisiva nel programma “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” in onda sulla Rai.

La ragazza, ex impiegata amministrativa all’Istituto dei Tumori di Milano, è, da qualche mese, sulla bocca di tutti per le sue incredibili dichiarazioni fatte in diversi salotti web e radio. La maggior parte di questi poetici aforismi nascono all’interno di un podcast altresì demenziale: Mondocash condotto da Ale Stark, Gabriele Boninni e Yuri Pennisi. In questa stupenda cornice di maschilismo e ignoranza la Comi da sfogo a tutte le sue idee più assurde e indicibili.

Oltre a quanto scritto prima sul voto e quant’altro, ci si lascia andare anche a vecchi e noiosi cliché sul nord e il sud Italia. Luogo dove lei dichiara di non essere mai stata perché, dice ironicamente, non ha il passaporto. Per non parlare dell’ignoranza diffusa sulle figure amministrative del nostro governo e, più in generale, sulla situazione nel mondo. Ma tanto non sono cose di suo interesse, dice la Comi, che trova più importante preoccuparsi della sua immagine piuttosto che della guerra. “Sono più angosciata dalle mie extension che dalla pace nel mondo, questa mica me la devo mettere addosso” dice chiaramente.

Il tutto viene giustificato con gli interessi personali. Se la politica non ti riguarda perchè interessarsene. Forse, però, ci dimentichiamo che la politica riguarda chiunque, ma soprattutto che è un dovere civico essere informati su certi argomenti. Detto questo secondo Michelle le donne non dovrebbero nemmeno votare. Sulla Rai dichiara di volere una società patriarcale come quella dei suoi nonni in cui l’uomo lavora e la donna sta a casa a farsi bella, così che il marito non la tradisca. Forse Michelle non sa che, di per se, una società patriarcale già ce l’abbiamo. Ma soprattutto la ragazza ignora il fatto che in un sistema come quello dei suoi nonni lei, certamente, non potrebbe fare Onlyfans ne, tantomeno, presenziare in questi simpatici salotti dove si trova tanto a suo agio.

Il pubblico del web in parte è indignato per le dichiarazioni demenziali di Michelle Comi. Un’altra parte invece chiama ignoranti quelli sconvolti che, a detta loro, non capiscono che quello della Comi è un personaggio. Ecco il fatto che, ci auguriamo, le dichiarazioni di Michelle siano studiate a tavolino per fare bufera mediatica, non ne diminuisce la gravità. Dire che le donne non dovrebbero votare dopo decenni di lotte femministe è un problema. Rifiutare l’indipendenza economica come strumento di libertà femminile è un problema. Non importa che lei creda o meno a queste scemenze. Si tratta, in ogni caso, di frasi pericolose. Soprattutto se dette di fronte ad un pubblico ultra giovane che, magari, non ha tutti gli strumenti per capire certi meccanismi.

Nel 1994, nel saggio filosofico “Cattiva Maestra Televisione” il sociologo Karl Popper avanzava l’idea di una specie di patentino per gli operatori televisivi. Un brevetto da revocare in caso questi agiscano in contrasto con certi principi etici e morali. Mai discorso più attuale ed estendibile, oggi, al mondo del web. Realtà dove, sempre di più avanzano personaggi discutibili e, in una certa forma, pericolosi. Spesso si dice di cambiare canale se una cosa non piace, grande verità. In certi casi però è meglio che il canale lo cambi chi sta dall’altro lato della telecamera.