Influencer digitali: we’re virtual

da | CULTURE

Continua evoluzione dell’IA. L’arrivo degli influencer digitali.

Sappiamo che il mondo del digitale, della tecnologia e dell’IA è in continua evoluzione. Sempre più veloce, sempre più dettagliato, e, sempre più presente nelle nostre vite.

Il dibattito su quanto questo sia un bene o meno, ahimè, porterebbe via troppo tempo e sicuramente non si troverebbe una fine. Siamo tutti concordi che -come ogni cosa- ci sia un lato buono e uno cattivo dell’IA.

L’IA nell’influencer marketing

In questo momento vorrei parlare di un lato, per così dire, buono. Una notizia positiva. Il mondo del marketing digitale è in costante mutamento, e l’intelligenza artificiale (IA) sta ridefinendo le regole del gioco. Un’area in cui questa sinergia è particolarmente evidente è quella degli influencer. 

Sono due realtà -e per fortuna- completamente distanti, eppure, al tempo stesso strettamente legate. Si intrecciano. 

Gli influencer cominciano a usare l’IA per analizzare i dati. Gli algoritmi di intelligenza artificiale sono in grado di analizzare enormi quantità di dati sui social media, permettendo agli influencer di comprendere meglio il proprio pubblico, identificare le tendenze e personalizzare i contenuti. Ma anche, e principalmente, per creare contenuti. 

Infatti l’IA può assistere nella creazione dei contenuti, suggerendo hashtag pertinenti, generando didascalie coinvolgenti e persino creando immagini e video personalizzati. 

Tuttavia dal 2023 si è aperta una nuova “porta”. Come per ogni cosa, anche per gli influencer, è arrivato il rischio di essere sostituiti dall’IA. 

Si tratta di Virtual Influencer.

Influencer Digitali

Partiamo dalla seconda metà del decennio 2010. Qui fanno la loro comparsa dei primi esperimenti di creazione di personaggi digitali. Singoli artisti e piccoli team cominciarono a esplorare le potenzialità della grafica computerizzata e dell’intelligenza artificiale. Utilizzata all’interno di aziende e società, per sviluppare figure virtuali uniche. Questi primi passi furono spesso caratterizzati da progetti sperimentali, ma l’entusiasmo crescente per il potenziale di questi influencer digitali diede inizio a una rapida evoluzione.

Questi “virtual influencer” sono avatar digitali, che, interagiscono con il pubblico sui social media come qualsiasi altro influencer umano. 

Il boom di queste figure, avviene, grazie o per sfortuna, subito dopo il caso Balocco/Ferragni. 

Ci ricordiamo tutti il video di Chiara Ferragni, in tuta grigia, dismessa, -come in una scena dalle migliori carceri d’America- che ammette di aver fatto un “errore di comunicazione”.  

Ora, tutto ciò, va dimenticato. Le dirette, i messaggi di scuse, la scelta di abbigliamento adatto, i contatti con i follower. Tutto quello che ha ampio margine di errore, umano, passa in secondo piano con l’uso di influencer virtuali.

Perché spopolano i virtual influencer? 

Mai domanda, ebbe risposta più semplice. A differenza degli influencer umani, i virtual influencer possono essere completamente controllati dal brand, garantendo un messaggio coerente e allineato con i valori aziendali.

Ciò comporta, nessun rischio di crisi: gli influencer digitali sono immuni da scandali o comportamenti inappropriati, che, potrebbero danneggiare la reputazione di un brand. Una personalizzazione infinita. Possono essere adattati a qualsiasi target di pubblico e a qualsiasi trend del momento.

Ed infine, ciò che umanamente è impossibile: la disponibilità 24/7. Sono sempre attivi e pronti a interagire con i follower. 

Macchine perfette. 

Primo esempio made in Italy

Nonostante non siano così attivi, e, popolari come figure, hanno un seguito piuttosto numeroso. Vuoi la curiosità o, effettivamente, l’impossibilità di commettere errori. In Italia, per esempio, c’è il caso della prima influencer italiana creata con l’Intelligenza Artificiale. Un progetto che ha preso vita grazie all’ingegno di Francesco Giuliani, imprenditore e programmatore, in collaborazione con i giornalisti Valeria Fossatelli ed Emiliano Belmonte.

Romana, ventiquattrenne, Francesca Giubelli promuove il Made in Italy grazie alla sua passione per il buon cibo ed i viaggi. Con tanto di profilo Instagram spuntato di blu.

La sua creazione rappresenta un esempio di come la tecnologia e la creatività possano convergere per valorizzare e diffondere la cultura in un contesto digitale in continua evoluzione.

Chi prevarrà tra real influencer e virtual influencer?

Siamo in un mondo in cui predominano i Virtual Influencer. Scena apocalittica, che ne sarà degli influencer “in carne ed ossa”? La domanda sorge spontanea e la risposta potrebbe non essere così semplice.

Come abbiamo appena visto, I Virtual Influencer, creati tramite sofisticate tecnologie di Intelligenza Artificiale e CGI, stanno guadagnando terreno grazie alla loro capacità di essere perfettamente controllati e programmati per mantenere una Brand Identity costante. Parliamo di figure digitali che praticamente non hanno limiti umani: possono essere presenti su più piattaforme contemporaneamente, lavorare 24 ore su 24 e mantenere un aspetto sempre perfetto e conforme alle esigenze di marketing.

Tuttavia, mentre i Virtual Influencer  offrono vantaggi in termini di controllo e creatività, i Real Influencer continuano a essere indispensabili per la loro capacità di creare connessioni genuine e autentiche. In questo caso, la sinergia tra i due potrebbe rappresentare la vera svolta. Immagina una campagna di marketing dove un Real Influencer collabora con la sua controparte virtuale, creando contenuti che combinano il meglio di entrambi i mondi!

In conclusione

Per gli imprenditori, in sostanza, la chiave sarà capire come integrare efficacemente questi due approcci per massimizzare l’engagement e raggiungere i propri obiettivi di marketing. Nel prossimo futuro, non si tratterà di scegliere tra reale e virtuale, tra Virtual Influencer Vs Real Influencer ma piuttosto di trovare il giusto equilibrio per sfruttare al meglio le potenzialità di entrambi. Apprendere nuove tecnologie per sfruttarle, non per farci sopraffare. Questo, sarebbe un giusto compromesso. Tuttavia si scoprirà, non nel prossimo futuro, ma certamente l’evoluzione è continua.

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