Social un tempo considerati indispensabili, oggi sono diventati mondi disabitati a causa dei cambiamenti della società
Social network deriva dall’inglese “social networking service”, letteralmente servizio di rete sociale.
Il termine social network si riferisce a comunità virtuali incentrate su interessi personali e professionali. Si tratta di spazi accessibili solamente tramite il web, in cui gli utenti interagiscono attivamente, mantenendo rapporti sociali, comunicando e condividendo contenuti digitali, come testi, immagini, audio, video e link.
Una nuova era comunicativa: quella del web 2.0
Il mondo online ha avuto, nel corso di soli trent’anni, cambiamenti ed evoluzioni paragonabili a decenni e decenni di storia nel mondo reale.
I social nati agli albori di Internet, che avevano come unico fine creare connessioni tra le persone, mantenere vecchi rapporti e crearne di nuovi, non esistono più. Non si tratta propriamente di morte dei social, bensì di cambiamento. Come il mondo e la società si trasformano anno dopo anno, con loro mutano anche i social, che, essendo al servizio delle persone, cercano di stare sempre al passo con i mutamenti per offrirgli sempre di più.
Ogni giorno nascono nuovi social.
Un tempo, immagino che, un nuovo social entrato nel mercato suscitasse interesse, sorpresa, curiosità. Agli inizi esistevano ancora pochi social, e quei pochi avevano tutti funzionalità differenti tra loro, infatti non c‘era certo la competizione di adesso.
Oggi siamo inondati di social tutti uguali, che svolgono tutte le stesse funzioni.
Tanto intrattenimento e poca socializzazione. È questo che si prospetta nel futuro dei social network. Non ci sono quasi più piattaforme per accomunare gli utenti, ma solo spazi che consigliano contenuti, come TikTok.
Alcuni social network definitivamente scomparsi e altri ancora attivi, ma poco in uso:
Fotolog
Antecedente a Instagram e Facebook, Fotolog nasce nel 2022 con lo scopo di condividere foto (una al giorno) con i propri amici e con altri utenti. Anche i commenti erano limitati, massimo dieci al giorno. Si trattava di una specie di diario virtuale in cui condividere ricordi.
Si dava molta più importanza alle immagini rispetto al testo, anch’esso con una limitazione di non oltre 5000 battute.
Essendoci così tante limitazioni, prima di postare qualcosa ci si rifletteva a lungo, perché ogni giorno dovevi mostrare agli altri qualcosa che ne valesse davvero la pena. Stava cominciando l’Era dell’Esteticamente Bello.
Era la prima volta che per comprendere la personalità di qualcuno che non conoscevi ti bastava osservare una foto, un breve testo e dei colori (si poteva personalizzare le propria pagina).
Ello
Proponeva un’alternativa a Facebook, senza inserzioni e un’estetica molto minimalista (almeno all’inizio). L’accesso era solo su invito. non vendeva i dati degli utenti a terzi e non richiedeva di usare un nome reale, al contrario del social di Zuckerberg.
Esiste ancora oggi, ma segue le impronte di Pinterest. È un social dedicato ad artisti e creatori di contenuti, e inoltre, mette in comunicazione creativi e agenzie.
My space
Nato nel 2003, è forse il primo social network vero e proprio della storia,
era tra i più noti, ma anche lui è stato spodestato e schiacciato dalla concorrenza di Facebook e YouTube.
Social per condividere musica, video e fotografie. Ebbe subito successo grazie alla possibilità di caricare mp3 dei propri pezzi. Infatti, si potevano incontrare persone accomunate dalle stesse passioni, in particolare in termini di musica.
Ha provato a resistere convertendosi in un network musicale, ma senza successo.
Funziona ancora, ma è frequentato da pochi.
Second Life
Come dice la parola stessa, era un social in cui creare una vita alternativa alla realtà ed era abitato da avatar tridimensionali. Una specie di antenato di The Sims, che conosciamo bene, e dell’odierno Metaverso.
Esiste ancora. Dopo vent’anni esatti, è stato rilanciato verso le fine del 2023 in una nuova versione per smartphone.
Friendster
Trovare nuovi amici, rimanere in contatto con quelli vecchi e condividere contenuti. Erano questi gli scopi di Friendster. Venne fondato nel 2002 e aveva tutte le caratteristiche di un social moderno. Si poteva sia messaggiare che commentare, e si potevano perfino scoprire news ed eventi di musica e di hobbistica.
Si è trasformato in un portale di giochi online.
Google+
Lanciato da Google nel 2011, Google+ era molto di più che un social network. Condivisioni multimediali, videochiamate, scrittura di articoli, creazioni di eventi, messaggi e tanto altro ancora, erano tutte le attività proposte dall’app.
Esisteva una Cerchia di amici composta dai nostri contatti, con cui condividere “le ultime novità”, link, foto e quant’altro. Si poteva lasciare un like e fare share del post.
Le basi erano molto buone per un futuro di successo, ma è andato incontro al declino e poi al fallimento nel 2019.
Orkut
Se non hai mai sentito parlare di questo social network vai sul sito orkut.com. Troverai un messaggio che recita così: «Diciassette anni fa, mentre ero ingegnere presso Google, avviai un piccolo social network. In pochi anni, quel social network è cresciuto fino a oltre 300 milioni di utenti. Credo che abbia riunito tanta gente, da ogni parte del mondo, in un’unica comunità. Abbiamo lavorato duramente per far sì che fosse una comunità priva di odio e fake news, perché il mondo ha bisogno di gentilezza ora più che mai. Gli strumenti online dovrebbero unirci, non dividerci. I social network dovrebbero proteggere i nostri dati, non venderli. Dovrebbero arricchire le nostre vite, non manipolarle. Ho creato orkut.com quando ero uno studente universitario a Stanford, ora sto costruendo qualcosa di nuovo».
Nato nel 2004, era una piattaforma di condivisione di informazioni, tra cui nazionalità, età, immagini, video e interessi. Si è, anch’esso, spento nel 2014.
I social network, negli ultimi anni, si sono imposti anche come strumento di lavoro, diventando uno dei fattori determinanti per avere successo
Non solo le grandi imprese sfruttano il potere dei social per sviluppare il proprio business, ormai anche le piccole aziende e i liberi professionisti. A questo proposito, per facilitarne l’utilizzo, sono stati suddivisi in quattro categorie, basate sull’audience e sulle loro caratteristiche.
Il target può essere focalizzato su interessi specifici o defocalizzato, ossia rivolto ad interessi non specifici. Le caratteristiche delle piattaforme, invece, si differenziano in base alla distribuzione dei contenuti o in base all’aspetto conversazionale.
- Conversazione focalizzata: piattaforme che creano la costruzione di rapporti basati sulla conversazione con un pubblico di nicchia o con interessi specifici (es. Linkedin)
- Conversazione defocalizzata: social incentrato sulla conversazione ma rivolto ad una vasta audience (es. Facebook)
- Distribuzione defocalizzata: la distribuzione di contenuti di qualità verso un pubblico ampio e poco interessato alla conversazione (es. Youtube)
- Distribuzione focalizzata: consiste nella diffusione di contenuti verso un pubblico di nicchia o con un interesse specifico (es. Instagram, Snapchat)
I social non sono più solo un mondo parallelo, una mondo alternativo per evadere dalla realtà e cercare rifugio altrove, ma sono diventati parte integrante della vita vera.
Immagini: Pinterest