Lunga a vita a Giorgio Armani, il re della moda italiana che oggi compie 90 anni e ancora incanta le passerelle. Ma cosa succederà al suo impero dopo di lui?
Il giorno che la moda perderà il Re sarà, senza dubbio alcuno, tra i più bui della storia. Oggi, nel giorno del suo 90esimo compleanno, ci troviamo a riflettere su cosa succederà quando la moda perderà questo, è proprio il caso di dire, pezzo da 90!


È il suo giorno e tutti parlano di lui, anche più del solito. Il demiurgo del prete-a-porter milanese che ha fatto la storia di un’eleganza italiana sognata da tutto il mondo. Un uomo tutto d’un pezzo descritto, su Vogue, dai suoi dipendenti come: “il maestro”. Così lo chiama qualcuno tra le sale del civico 11 di Via Borgonuovo, Palazzo Orsini. Il tempio della moda italiana dove l’arte di Re Giorgio risuona ininterrottamente. Metodico, preciso, ma anche sincero, l’animo del Re è puro come il minimalismo di cui è fatta la sua moda.


Sono passati 44 anni da quell’American Gigolò del 1980, il film con Richard Gere per cui Giorgio ha disegnato l’intero guardaroba che ancora tutti si ricordano. Sempre fedele a se stesso, ma sempre al passo con i tempi, mai un passo indietro, sempre uno avanti. Re Giorgio, nel timido silenzio che lo contraddistingue, ha rivoluzionato la moda senza mai compiacersene. Tutti lo narrano come un grande imprenditore, un impresario, ma la sua visione va oltre l’industria, parla di sogno, parla di moda come non ne ha mai parlato nessuno. E cosa succederà quando tutta questa misurata creatività dovrà, inevitabilmente, finire nelle mani di qualcun altro?
Il futuro dell’impero del Re
L’eredità di Armani sarà tra le più complesse da gestire per i futuri eredi. Si tratta del marchio della moda per antonomasia diretto per tutta la sua vita da una figura ineguagliabile che si è guadagnata il nome di Re. Sarà, senza dubbio, insostituibile Giorgio Armani, ma qualcosa dovrà pur succedere. Lo stilista si dichiara reticente riguardo il cedere il suo gioiello ad un qualche gruppo del lusso. A Vanityfair, a Gennaio 2024, ha dichiarato: “Lascierò la mia azienda ad una fondazione, con una parte alla mia famiglia e qualche elemento esterno. È stato un processo naturale. Nella mia vita non mi sono mai posto il problema di dire ora faccio questo così domani ottengo quello“.


Non si tratta di un problema economico, non è solo a chi andranno quegli 11,3 miliardi di dollari (stimati da Real time billionaires di Forbes al 19 aprile 2024) che rendono Giorgio Armani la terza persona più ricca d’Italia. Il cuore della questione è come si evolverà tutto quello che Giorgio ha creato e, ci auguriamo per molto tempo, continuerà a creare. Un Heritage estremamente complicato da gestire. Chissà quale sarà la via scelta dalla futura direzione dell’impero. La rivoluzione che snaturerà tutto quanto creato o il proseguimento che provocherà un irreale confronto con il maestro e la noia di molti?
Bhe d’altronde Giorgio Armani cos’ha fatto agli albori se non una rivoluzione. Troppo spesso ci dimentichiamo che quell’eleganza senza tempo di cui parliamo riferendoci ad Armani, agli inizi, è stata dirompente. Allora forse è di una rivoluzione ciò di cui il mondo di Armani ha bisogno, proprio come quella fatta da lui stesso in principio alla sua carriera.
Lunga vita e tanti auguri a Re Giorgio!
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