Cartomanzia: la mania dei tarocchi

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Un italiano su cinque si affida a maghi, occultisti o cartomanti: settore da 6 miliardi (quasi tutti in nero). Ogni cliente spende in media 500 euro l’anno. Abbondano truffe, minacce, ricatti e manipolazioni mentali.

L’arte della cartomanzia

Sulle origini della cartomanzia esistono varie versioni. C’è chi le fa risalire ai cinesi, come derivazione del domino, che anticamente non era considerato un gioco, ma un vero e proprio strumento per leggere la volontà divina. Secondo altri studiosi, i primi maestri della cartomanzia furono invece gli egizi. In particolare a sostenere questa tesi è un francese, Alliette, che nel 1770 scrisse un saggio sull’argomento sostenendo tra l’altro che l’unico libro sfuggito all’incendio della biblioteca di Alessandria trattava appunto di cartomanzia. Ma la cartomanzia difatti non è nient’altro che un metodo di divinazione.

L’ultimo rapporto Magia, pseudoscienze, intelligenza artificiale ed altre dipendenze dell’Osservatorio Antiplagio ha rilevato che un italiano su cinque – in tutto quasi 12 milioni, il 20% del totale – si rivolge a maghi, cartomanti, occultisti e veggenti per tentare di risolvere problemi sentimentali, lavorativi e di salute. Nella maggior parte dei casi (68%) sono le donne a ricorrervi. L’esborso medio per cliente è di 500 euro, e il guadagno annuo per ogni singolo occultista che riceve in studio è intorno ai 30 mila euro netti (in nero). La spesa globale per i consulti in studio è di 600 milioni di euro, ma rappresenta solo il 10% del totale.


Cartomanzia: la mania dei tarocchi

Dal 2020, l’epoca dell’inizio della pandemia, su ogni 10 appuntamenti dai maghi, 9 sono da remoto: la spesa globale per i consulti in rete o telefonici – il 90% del totale – sfiora i 5,5 miliardi. Il totale degli introiti annui, dunque, è di circa 6 miliardi. L’evasione delle imposte è la più alta in assoluto: arriva al 98%. Soltanto due clienti su 100, infatti, affermano di avere ricevuto un regolare documento fiscale. Il 54% solo una quietanza anonima, e il 44% nessuna certificazione della spesa. 

«Di fronte ad eventuali truffe, circonvenzioni d’incapace, minacce, soprusi rituali a sfondo sessuale, esercizi abusivi della professione medica e manipolazioni mentali, appena il 3% delle vittime sporge denuncia», si legge nel rapporto. «Predominano la vergogna e la paura di ritorsioni, ricatti e riti di magia nera, a discapito della speranza promessa dagli occultisti, dietro lauto compenso». 

Ma perché le persone credono nelle carte?

Perché per sopportare il futuro e le sofferenza abbiamo bisogno di credere. Abbiamo bisogno di sapere che la vita è anche magia. C’è chi non crede in nessuna religione, perché le trova assurde e incoerenti, eppure ama credere che esista qualcosa dopo la morte, ama credere ai fantasmi, nell’anima e in un qualche Dio. Nonostante alcune persone siano consapevoli che il mago non fa altro che trucchi con le sue carte, vogliono però credere che sia magia. Perché gli uomini hanno bisogno di credere in queste cose. Quando succede qualcosa che non sanno spiegarsi gli piace rispondere che sia merito di qualche fantasma. Hanno bisogno di credere nella magia e nell’occulto, hanno bisogno di stupirsi ancora. Hanno bisogno di sapere che non sono mai soli, che qualcuno li sta ascoltando sempre. Rende le giornate più sopportabili. E’ una forma ci conforto.

Foto: Vanity Fair