Il sogno della musica è uno dei must della Gen Z. Ne abbiamo parlato con Nane’, artista torinese che sta muovendo i primi passi nel mondo musicale.
Il tuo nome di Battesimo è Carola Fabiano, il tuo nome d’arte, invece, è Nane’. Da dove viene questo diminutivo?
È una storia molto buffa! Io sono sempre stata bassina e da piccola mi divertivo a giocare con mio fratello a nascondermi negli armadi. Non trovandomi mai lui girava per la casa gridando: “Dov’è Nane’!?”. Che sarebbe il diminutivo di “nanetta”, piccola di casa. Allora con il mio nome d’arte ho voluto omaggiare, se così si può dire, mio fratello.
Si percepisce da questo racconto un grande legame con la tua famiglia!
Senza dubbio! Sono molto legata, soprattutto a mio fratello. Nonostante gli 8 anni di differenza.
Anche il tuo ultimo singolo, “Acida”, è infatti legato ad un tema molto caro alla tua città d’origine, Torino, ovvero l’esoterismo. Che legami hai con questa realtà?
Ho sempre creduto che ci fosse qualcosa sopra di noi. Nel tempo mi sono appassionata al mondo dell’esoterismo e ho anche studiato qualcosa. Inoltre mio zio pratica magia bianca e tutto ciò mi ha sempre molto affascinato. Tanto da dedicarci una canzone per l’appunto!
Continuiamo a parlare della tua musica! Sei giovanissima, quando e perché hai deciso di intraprendere questo viaggio nella musica?
Fin da piccola ho sempre avuto le idee chiare. Mi ricordo che a 7 anni scappavo per le piazze di Torino e mi fermavo a cantare con gli artisti di strada. Ho sempre pensato che un giorno ce l’avrei fatta e, piano piano, sto collezionando piccoli e grandi traguardi.
A proposito di traguardi…il tuo ultimo singolo è stato prodotto da Big Fish! Com’è collaborare con un grande della produzione come lui?
Big Fish è come un secondo papà per me. È stato il primo a credere in me quando non ci credevo nemmeno io. Gli devo tantissimo, mi ha dimostrato che valgo!
Tu sei la perfetta rappresentante della Gen Z! Quale pensi sia il legame tra la musica e questa generazione?
I miei coetanei vivono molto spesso situazioni di ansia sociale e non hanno il coraggio di parlarne con qualcuno. La musica ha il potere di non farli sentire soli. Io stessa spero di farlo con le mie canzoni.
La tua musica è un po’ un antidoto al dolore?
Me lo auguro. Sarebbe questo lo scopo dei miei testi. Far capire agli altri che ci siamo passati tutti.
E quale canzone potrebbe essere il tuo antidoto? Insomma, quale è la colonna sonora della tua vita?
Domanda difficile! Ho sempre pensato di essere nel mondo delle favole, un po’ Disney. Ecco forse la mia colonna sonora potrebbe essere quella di Mulan!
Cosa ti rende affine a questa storia?
Per me il cuore della storia di Mulan è che voleva rendere fiero suo papà. Ed è esattamente quello che voglio fare io. Voglio dimostrare a mio papà che tutto quello che sto facendo alla fine porterà a dei risultati.
Mulan è un cartone che tratta in maniera molto sottile il tema della differenza di genere. Ti sei mai sentita ostacolata o svantaggiata in quanto donna?
Sfortunatamente si, nella musica come nella vita. Una volta mi è stato detto che non avrei fatto successo perché insomma una ragazza che fa musica non è interessante come un ragazzo di cui tutte le fan si innamorano.
Trovi che questo sia un problema legato ancora anche alla Gen Z?
No, penso sia un atteggiamento tipico delle generazioni passate. Noi stiamo cercando di cambiare le cose, saremmo troppo scomodi a vivere nel passato.
Conoscendoti rimango perplesso di una cosa. Come mai hai scelto “acida” come titolo della canzone? Non mi sembra un aggettivo che ti rappresenti.
Sono uno scorpione e se mi arrabbio ti assicuro che questo aggettivo mi si addice eccome! Il brano è dedicato ad un momento in cui vivevo una relazione tossica di cui mi porto ancora dietro i fantasmi.
Per chiudere, dove ti vedi tra 10 anni?
Ho le idee molto chiare. Spero di essere a Milano, a vivere di musica magari sposata con dei bambini.