In un’era in cui possiamo avere tutto e subito, finiamo per avere troppo e sempre. Con sovrapproduzioni e sprechi, il nostro mondo è a rischio. Con diversi metodi possiamo essere sostenibili, anche comprando meno.
Nel periodo in cui viviamo adesso qualsiasi cosa desideriamo è a nostra disposizione. Provate a pensare a un qualsiasi oggetto, particolare o quotidiano che sia, lo troverete disponibile in almeno 10/20 punti vendita online, chissà poi in quanti negozi fisici. Non ci sono grandi tempi di attese, perfino le spedizioni, che prima richiedevano qualche giorno, adesso in poche ore sono già a disposizione. Per questo è importante la sostenibilità.
Sicuramente risposta del mercato alla sempre più veloce frenesia della vita, per quanto comodo questo modo di vivere non è per nulla sostenibile.
Ci si prova eh, perchè non è che le multinazionali non ci pensino proprio alla sostenibilità, ma anche nella situazione più eco possibile, il dispendio di risorse è ingente. Ovviamente è utopistico pensare di poter cambiare tutto il sistema radicalmente, anche perchè la comodità è ovvia e difficilmente ci rinunciamo.
Una cosa che possiamo fare per essere più sostenibili è limitare i nostri acquisti.
Per la generazione attuale, fortunatamente, la sostenibilità è un argomento importante e tutti dovremmo essere sensibili a riguardo. Sono diverse le attività di riciclo e anti-spreco che piano piano si sono inserite nella vita di tutti. Una tre queste è il decluttering.
Il decluttering permette di ridurre a solo l’essenziale tutto ciò che si possiede.
Che sia di abiti, prodotti vari di cosmesi e non, o di qualsiasi cosa si senta l’esigenza liberarsi, il decluttering ci permette di limitare i nostri beni a solo ciò che davvero ci serve in modo sostenibile. Questo ci dà modo di non acquistare grandi quantità di cose, non necessarie, facendoci soppesare le nostre esigenze e priorità. Ovviamente, gettare tutto non sarebbe coerente con la morale e l’etica di questa attività. Ecco che subentra l’upcycling.
L’upcycling è un’attività utile alla sostenibilità di vero e proprio riuso, ma più creativa.
Anche qui, sono tantissime le cose su cui si può praticare. Utilissima con i vestiti, ci permette di non creare ulteriore “spazzatura” in un mondo in cui di rifiuti ne abbiamo davvero troppi. Con l’upcycling possiamo rendere nuovo qualsiasi cosa di vecchio abbiamo, così da non dover essere costretti a comprarlo nuovo.
Anche l’organizzazione dello spazio ci è utile quando vogliamo andare a ridurre gli acquisti. Avere tutto sott’occhio e ordinato ci dà modo di capire cosa effettivamente abbiamo senza ritrovarci con doppioni vari, che sembra assurdo, ma compriamo davvero spesso.
Rimanendo in ambito di oggetti e abbigliamento, in caso di acquisto è ovviamente consigliato il second-hand. Acquistare capi e oggetti usati ci permette di non andare ad alimentare una catena continua di sovrapproduzione di beni anche di prima necessità di cui il mercato è davvero saturo. Lo stesso vale per i vestiti, che se possiamo dire, mantengono anche una certa qualità che proprio a causa di questa necessità di tutto e veloce si sta andando a perdere a fronte di un prezzo più basso. Poi non avete idea dei pezzacci vintage che si trovano anche a buon mercato in tutti questi negozi dell’usato, ma questa è un’altra storia.
Un’altra cosa utile è la beneficienza: regalare i nostri capi alle varie associazioni ci permette di non creare rifiuti e di aiutare gli altri e la sostenibilità, allo stesso tempo. Meglio di così!
Anche il cibo fa parte di questa catena di spreco e produzione eccessiva. Cibo in eccesso, catering troppo pretenziosi, sono tantissimi i modi in cui il cibo finisce per essere sprecato. In questo caso, spazio permettendo, l’ideale sarebbe crearsi un piccolo spazio in cui autoprodurre le verdure e gli ortaggi di proprio gusto o comunque cercare di acquistare il più vicino possibile al contadino solo le materie prime necessarie alle nostre ricette. Così non andremo ad alimentare, anche qui, una produzione eccessiva e sopratutto ci manterremo sani evitando cibi complessi e troppo carichi di cose di cui non abbiamo bisogno. Anche il cibo è un problema della sostenibilità.
Un’iniziativa che ha preso piede da qualche anno è l’app Too Good To Go. Questa applicazioni permette alle aziende di gestire le proprie sovrapproduzioni senza andarci a perdere e il consumatore può acquistare alimenti a un prezzo più basso senza rimetterci di qualità o gusto. Con l’app è possibile scegliere dove e quando andare a ritirare la propria box di cibo in più, con prodotti rimasti in più alle attività. Anche i supermercati aderiscono all’iniziativa, primi per spreco e sovrapproduzione.
Tutto questo per arrivare a una domanda. È possibile vivere senza comprare? Ovviamente no, avremo sempre bisogno di acquistare qualcosa. A meno che non stiate per entrare in una fase eremita in cui rifiutate tutto e tutti, certo. Ma in generale potremmo provare a chiederci: possiamo vivere senza comprare troppo? Direi proprio di sì. Riflettere sui nostri acquisti, su quanto e cosa davvero abbiamo bisogno, ci dà modo, anche se in piccola parte, di aiutare nel processo lungo, ma necessario della sostenibilità. È un nostro impegno e dovere cercare di minimizzare il più possibile i nostri sprechi, un passo alla volta e in diversi modi, possiamo risolvere questo grande problema dello spreco. Essere sostenibili è un nsotro dovere.