Il transumanesimo è un movimento culturale, filosofico e tecnologico che mira a potenziare le capacità umane attraverso l’uso di tecnologie avanzate.
America, 1980, i primi “transumanisti” si incontrano in uno dei centri culturali di Los Angeles: l’università della California.
La combinazione di “trans” (al di là) e “umano” indica il desiderio di superare i limiti per raggiungere nuovi livelli di esistenza e di realizzazione. L’umanità stessa è chiamata a guidare il proprio destino evolutivo.
Tecnologie e ambizioni della società Post-Umana
Una delle principali ambizioni di questo futurismo tecnologico è estendere la durata della vita umana attraverso tecnologie mediche avanzate, terapie anti-invecchiamento e miglioramenti genetici. Non poca attenzione è rivolta al potenziamento cognitivo attraverso impianti neurali e all’espansione delle capacità sensoriali attraverso tecnologie per la visione notturna o per la percezione di ultrasuoni. L’interesse si estende anche al miglioramento fisico tramite protesi avanzate, impianti bionici e altri dispositivi.
Tutto questo ha come obiettivo principale la creazione di una società post-umana, in cui le persone possano scegliere e modellare le proprie caratteristiche fisiche e cognitive attraverso la tecnologia, superando le limitazioni biologiche attuali.
La ricerca del miglioramento e del superamento delle proprie capacità è una caratteristica intrinseca della natura umana. Questa tendenza è sicuramente amplificata dall’ambiente in cui viviamo: una società in cui la competizione è spesso valorizzata e le persone sono motivate a primeggiare sia individualmente che collettivamente. Da qui la costante ricerca di miglioramento personale per mantenere o superare il proprio status sociale ed assecondare l’affermata cultura del successo.
Trascendere l’umanità: L’equilibrio tra innovazione e dignità
Molti transumanisti si definiscono agnostici o atei. Il movimento tende a respingere l’idea di un’anima umana separata o trascendente, credendo invece nella compatibilità delle menti umane con l’hardware dei computer, e nel “mind uploading”: trasferimento della coscienza umana su supporti digitali.
Il transumanesimo solleva molte questioni etiche, sociali e filosofiche riguardo la natura umana, l’uguaglianza, la dignità e il significato della vita.
Le modifiche radicali e i miglioramenti tecnologici mettono in discussione il concetto tradizionale della natura umana, sollevando preoccupazioni su come tali interventi possano influenzare in modo negativo e irreversibile la nostra essenza. Fermo su questa posizione è il filosofo e critico culturale Jean Baudrillard, per cui la tecnologia, se da un lato facilita molti aspetti della vita quotidiana, può anche comportare una semplificazione eccessiva delle esperienze, limitando la ricchezza delle sfaccettature e delle sfide che arricchiscono l’esistenza.
L’abbondanza di stimoli offerti dalla tecnologia genererebbe un sovraccarico informativo, ostacolando la capacità di concentrarsi su esperienze autentiche e profonde e riducendo le opportunità di connessione emotiva e comprensione reciproca.
Sorge anche il timore che la ricerca del perfezionamento tramite la tecnologia possa trasformare gli individui in soli strumenti di progresso o produzione, minando la loro dignità e identità, ed erodendo il puro senso di realizzazione personale.
Il transumanesimo dei film cult
Numerose sono le trame cinemaografiche legate a temi transumanisti, e un esempio valido è l’iconico “The Matrix del 1999”.
Nel film, gli esseri umani sono intrappolati inconsapevolmente in una realtà simulata chiamata Matrice. Questa premessa solleva interrogativi fondamentali sulla natura della realtà e sulla possibilità di esistere in un mondo virtuale, argomenti centrali anche nel dibattito transumanista riguardante la simulazione della realtà.
Il protagonista Neo si sforza costantemente di superare i suoi vincoli fisici e mentali, allenandosi per diventare un combattente abile e per padroneggiare poteri sovrumani, come la capacità di manipolare la Matrice stessa. Il personaggio incarna così il desiderio transumanista di superare i limiti biologici.
La trama ci permette di capire come le macchine abbiano raggiunto un livello di intelligenza e autonomia tale, da mettere in discussione il divario secolare con il genere umano. Questo richiama il dibattito transumanista sull’IA e sulla possibilità di una coesistenza armoniosa o conflittuale tra umani e macchine.
Quasi 20 anni prima Ridley Scott con “Blade Runner” affronta il tema dell’identità e della natura umana. Il film è ambientato in un mondo futuristico dominato dalla tecnologia e abitato da androidi i “replicanti”: esseri artificiali virtualmente indistinguibili dagli esseri umani ma dotati di emozioni e coscienza. Questo solleva interrogativi profondi sulla natura umana e sul ruolo della tecnologia nel definirla, tematiche centrali del transumanesimo.
Il protagonista Rick Deckard sfida il pubblico a riflettere sul concetto di umanità, aprendo un dibattito etico sulla creazione e il trattamento delle intelligenze artificiali. Il film stimola così ad una riflessione critica sul futuro dell’umanità e delle sue relazioni con la tecnologia.
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