Moda, conigliette ed intrecci erotici

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Nel 1975 sua maestà Helmut Newton fotografava Elsa Peretti vestita da coniglietta sui tetti della Grande Mela. Già prima sulle pagine della rivista, Olimpo dell’erotismo, Playboy questo costume faceva scuola.

Le chiamano Playmate, in italiano conigliette, le icone sexy fotografate, dal 1954, nel paginone centrale di Playboy. La rivista erotica fondata da Hug Hefner. Per anni quelle foto sono state il sogno degli uomini di mezzo mondo. Donne da tutto il globo fotografate tutte all’ombra di quell’elegante coniglio con il papillon. Dalle dive internazionali come Pamela Anderson e Patti McGuire (solo per citarne alcune) alle star di casa nostra. Tutte, dalla Vanoni alla Zanicchi, si sono trasformate in icone sexy grazie alle pagine di Playboy.

Storia di un look che ha fatto scuola

A loro è legata l’immagine del giornale erotico più glamour della storia. Ma il famosissimo costume da coniglietta sexy, stampato nella mente di chiunque e rivisitato innumerevoli volte, non è da associare completamente a loro. Ad ingannare è forse l’italianizzazione del termine “Playmate” tradotto come “coniglietta”. L’intuizione di trasformare il logo della rivista maschile in un costume femminile è da legarsi ai Playboy Club. Nel 1960 nacquero, infatti, i famosi locali legati alla rivista. Luoghi della notte dove schiere di uomini venivano serviti da cameriere dall’altissima carica erotica vestite, per l’appunto, da conigliette. I locali incarnavano alla perfezione lo spirito della rivista. Le cameriere venivano scelte attraverso audizioni che valutavano appeal e sexyness. Tante conigliette dei Playboy Club divennero poi Playmate e viceversa. Si trattava di un gioco di seduzione continuo che passava soprattutto attraverso l’immagine delle conigliette curata a regola d’arte.

L’idea del costume fu di Ilse Taurins, compagna di uno dei co-fondatori di Playboy Club. Il look prevedeva un body sgambato, collant a rete, tacchi alti e accessori come orecchie da coniglio, polsini e colletto con papillon. Il costume subì innumerevoli variazioni negli anni. Le calze a rete vennero sostituite da collant neri, la coda in nylon lasciò spazio ad un pon pon in pelliccia e si raggiunsero le 10 colorazioni. A mettere le mani sull’iconico costume fu anche, in tempi più recenti, lo stilista italiano Roberto Cavalli. Nel 2006, in occasione dell’apertura di un Playboy Club nella Fantasy Tower di Las Vegas venne infatti chiesto lui di ridisegnare l’outfit delle conigliette. Una divisa talmente iconica da diventare uno statement, nonché la prima uniforme commerciale registrata dalla United States Patent and Trademark Office.

Le citazioni ieri e oggi

Non sono mancate, negli anni, le citazioni al look da coniglietta. Da una delle più celebri fotografie di Helmut Newton, che ritrae Elsa Peretti sui tetti di New York vestita da Playboy Bunny, ai riferimenti più pop. Non c’è film adolescenziale americano in cui, alla festa di Halloween, manchi una bella ragazza vestita da coniglietta. Primo tra tutti Mean Girl con il costume super sexy di Regina George. E poi, come non citare Ariana Grande che, con uno dei suoi dischi più celebri, “Dangerous Woman” ha risvegliato il look da coniglietta. Al limite tra una Playmate e una moderna Elsa Peretti Ariana indossava completi in latex e maschere con altissime orecchie da coniglio diventate il suo marchio di fabbrica.

Come l’immagine di un coniglio possa essere diventata icona di erotismo è un affascinante mistero. Le conigliette di Playboy sono il simbolo del potere evocativo dell’abito e di quanto, avere ben chiare le dinamiche della moda giovi, non poco, al marketing. Ricordatevi che Hug Hefner ha lasciato a questo mondo un’eredità di circa 43 milioni di dollari grazie a quel costume da coniglietta!

Foto: Pinterest