Da dove arrivano i tatuaggi? La risposta al Mudec

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Tra le mostre da non perdersi a Milano questa stagione c’è sicuramente “Tatuaggio Storie dal Mediterraneo”. Al Mudec la mostra a cura di Luisa Gnecchi Ruscone e Guido Guerzoni indaga la storia dei tatuaggi. Un percorso che parte da molto lontano per raccontare quello che è percepito come un trend moderno. Scopriamola insieme.

Tatuaggio Storie dal Mediterraneo ingresso

Le mostre intelligenti non solo danno risposte, ma, soprattutto, suscitano domande

Guido Guerzoni-Curatore della mostra insieme a Luisa Gnecchi Ruscone

Si apre così la visita alla mostra, per l’appunto, intelligente che dal 28.03.2024 al 28.07.2024 sarà presente al Mudec di Milano. “Tatuaggio. Storie dal Mediterraneo” racconta l’antichissima storia di una pratica reputata moderna e contemporanea. L’Italia è il paese con il numero più elevato di persone tatuate, il 48% della popolazione adulta. La moda del tatuaggio “effimero” così potremmo chiamare quello di oggi, fatto per un puro senso estetico, è, di fatto, molto recente. Le sue origini però sono significativamente radicate nella storia del Mediterraneo. Da quì il sentimento che suscita l’interesse nel realizzare questa mostra. Un percorso espsitivo trasversale che, con un allestimento puntuale (a cura dello studio di design Dotdotdot), indaga la storia dei tatuaggi da diversi fronti.

Tatuaggi Storie dal Mediterraneo collage d'apertura

Un caleidoscopico collage di colori, immagini ed esperienze dei tatuatori moderni accoglie lo spettatore e lo immerge nel mondo tatoo. E dopo questo iniziale tuffo nella contemporaneità si viene subito catapultati indietro nel tempo. Millenni fa, nella preistoria, quando il tatuaggio è registrato, insieme alle pitture rupestri, come primo gesto cosciente con cui l’uomo si distingue dall’animale. Non per nulla tutto comincia con Otzi, il primo uomo tatuato rinvenuto a noi in stato di mummificazione. Da qui comincia il grande viaggio nel significato dei tatuaggi. Per Otzi erano curativi. Posti in punti specifici del corpo come rimedio a dolori e malattie. Ma, nello stesso modo, vengono usati da altre popolazioni per le funzioni più disparate. Dalla definizione del proprio rango sociale o impego, i Maori tatuano sul volto il proprio “curriculum” mentre nel medioevo “il segno di caino” segnava l’appartenenza alla corporazione delle arti e dei mestieri, a quelle punitive.

Tatuaggio Storie dal Mediterraneo-ala destinata ad Otzi

Sono i greci e i romani a sviluppare l’usanza dei tatuaggi punitivi. I due popoli, con un grande rispetto per la purezza del corpo, considerano barbara la pratica del tatuaggio destinata ai condannati. A loro, compresi schiavi e disertori, erano destinati i cosiddetti “marchi d’infamia” impressi a forza sul corpo. A continuare l’ostile controversi verso i tatuaggi sono anche i testi sacri. Chiarissimi divieti appaiono su Bibbia e Corano. Ma le religioni vivono, per definizione, di contraddizioni. Lunghissima è infatti la tradizione del “tatuaggio devozionale”. I pellegrini si recavano infatti in diversi santuari, testimonianze certe arrivano da quello di Loreto, per tatuarsi immagini sacre. In segno di profonda devozione.

Tatuaggi devozionali

Croce e delizia di tutti i tempi il tatuaggio assume i suoi caratteri controversi e negativi causa gli studi di Cesare Lombroso. All’antropologo che operò studi sulla devianza è dedicata un’intera stanza. E’ infatti grazie ai suoi studi sulla fisiognomica e la criminalità che è arrivata a noi una grande raccolta di tatuaggi. Con i suoi studi la pratica del tatuaggio venne associata ai devianti perchè troppo barbara per l’uomo civilizzato. Anche il mondo femminile trova spazio nella mostra. Un approfondimento indaga infatti il legame tra donna e tatoo. Un particolare focus riguarda le usanze orientali. Le ragazze balcaniche, per esempio, venivano tatuate con delle croci per scongiurare il rapimento nell’impero ottomano. E poi, con particolare sensibilità al panorama geopolitico, una raccolta indaga i tatuaggi delle bebere algerine, delle donne copte e delle rifugiate curde.

Tatuaggi-Cesare Lombroso

E infine, mentre all’Arcimboldi il FashionFreak show di Jean Paul Gautier, rispolvera in chiave queer il mondo circense e marinaio, le stesse vibes si posano sui tatuaggi moderni che chiudono l’esposizione. L’ultima sala, che propone anche un’experience interattiva, è allestita infatti come i primi tatoo studio moderni. Quelli realizzati dai marinai nei porti europei. E’ questo il momento in cui il tatuaggio di puro senso estetico inizia a diventare d’uso comune. Gli antenati dei tatuaggi moderni, degli studi dei tatuatori super cool contemporanei. Quando al posto di frasi motivazionali e fiori stilizzati si tatuavano sirene e marinarette sexy, spesso svestite.

Una mostra veramente imperdibile. Moderna e accattivante che indaga con puntuale studio e piglio smart una tendenza tanto contemporanea quanto radicata nella 8toria. Al Mudec di Milano è aperta al pubblico dal 20.03.2024 al 28.07.2024. Dobbiamo trovare qualcosa che manca a questa mostra?

Un tatuatore dal vivo ce lo potevate mettere!