Considerata, troppo spesso, un capo di esclusiva appartenenza femminile la gonna è entrata nel mirino, in questi giorni, delle critiche mosse dal Generale Vannacci a Marco Mengoni. Ma qual è la vera storia di questo capo?
Mi hanno mandato la foto di Marco Mengoni in gonna e io ho detto: beh, ognuno è libero di fare quello che vuole, di vestirsi come vuole. Però essendo noi in Occidente, se sei in Occidente e non sei in Scozia oppure non è Carnevale, gli uomini si vestono con i pantaloni. Marco Mengoni è libero di mettersi la gonna, così come tante persone sono libere di ridere se vedono un uomo che si veste con la gonna. Perchè è una cosa eccentrica e quindi le cose eccentriche molto spesso suscitano l’ilarità delle persone.
Questo quanto dichiarato dal Generale Vannacci ai media quando gli viene chiesto di esprimere delle opinioni su Sanremo alla sua prima apparizione pubblica dopo essere stato sospeso per 11 mesi causa delle frasi contenute nel suo libro “Il mondo al contrario”.
Il look in questione, contestato dal Generale, è il total black firmato Fendi in pelle indossato da Marco Mengoni durante la co-conduzione della prima serata di Sanremo 2024. Posto che Marco Mengoni ora, sicuramente, dormirà sonni più tranquilli vista la gentile concessione di Vannacci. Quello promosso dal generale come comportamento non è certo il più lungimirante. Considerare normale e giusto prendersi gioco di qualcun altro solo per delle scelte stilistiche non è di certo un inno alla libertà. Ma poi siamo così sicuri che la gonna sia un capo femminile?
Il Generale Vannacci forse è “allegramente inconsapevole” del fatto che il pantalone sia entrato, effettivamente, nel guardaroba maschile solo dopo la Rivoluzione Francese. Con la conseguente “grande rinuncia” a metà ‘800 i dettami della moda maschile si sono sedimentati e sono arrivati ai giorni nostri. Ma prima la storia era diversa.
Facciamo chiarezza sulla storia di pantaloni e gonne
Sono i Persiani tra i primi popoli ad inventare i pantaloni. Al tempo si chiamavano brache ed erano stati realizzati per i cavalieri che, in questo modo, sarebbero stati più comodi a montare a cavallo. Grazie ai popoli barbarici dell’Europa del nord (Celti, Galli e Germani) le brache entrarono, più avanti, in contatto con l’Impero romano. Il capo viene considerato una barbarie, per l’appunto, dall’Impero tanto osannato dal Generale Vannacci. Non per nulla questo tipo di indumento non ha mai fatto parte degli abiti della classe nobiliare fino a poco fa.
Da sempre l’uomo che conta porta la gonna e il pantalone, se esiste, è l’indumento pratico destinato alle classi più umili. Nell’antico Egitto i faraoni portavano il perizoma. Nella mezzaluna fertile erano diffuse la kaunakes e poi c’è tutta la lunga storia delle tuniche greche e romane. Filosofi e politici portavano i chitoni (in Grecia) o le toghe (a Roma). Drappi di tessuto appoggiati sul corpo considerati dagli antichi simbolo di forza e giovinezza maschile.
E andando avanti le cose poco cambiano. Tuttalpiù le tuniche si accorciano e si accompagnano a calze lunghe (più simili a leggins che a pantaloni) dotate di astuccio penico utile a mettere in risalto la virilità. Sarà poi con il ‘600 che entrerà nel costume dell’aristocrazia un primo modello di “pantalone” anche se non propriamente definibile come tale. Si tratta delle culottes, pantaloni estremamente attillati che arrivavano fino a sotto al ginocchio e che venivano portati, principalmente alla corte di Versailles, abbinati a calze in seta e scarpe con il tacco.
Gli esempi nel concreto
Non è difficile testimoniare quanto scritto, basti pensare a tutti i grandi personaggi della storia vissuti prima della Rivoluzione Francese: nessuno di questi indossa i pantaloni. Da Giulio Cesare a Dante Alighieri, da Lorenzo il Magnifico ad Enrico VIII. Il pantalone non fa parte della loro iconografia. Quella dell’uomo con i pantaloni e la donna con la gonna è un’invenzione estremamente recente e molto localizzata nel mondo occidentale. Saranno poi le rivoluzioni degli stilisti del secondo dopoguerra a riportare le gonne sulla figura maschile, ma da lì in poi, continueranno a fare scandalo. Come se ci fossimo dimenticati da dove veniamo.
Insomma Generale Vannacci, al netto di ciò non sono solo gli uomini scozzesi ad indossare le gonne in Occidente o, per lo meno, non sono sempre stati gli unici. E poi no, non può e non deve essere motivo di ilarità vedere un uomo con la gonna perchè, come ha detto lei, ognuno è libero di fare come vuole, ma ci permetta di dissentire nessuno ha il diritto di deridere qualcuno per una scelta “eccentrica” come l’ha definita lei.
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