Tra passato e presente: il nuovo Alexander McQueen

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Era il debutto più atteso della Paris Fashion Week Donna. Il risultato è una collezione nostalgica ma speranzosa, un ritorno alle origini del brand ma in chiave personale.

Tutti lo stavano aspettando. Tutti erano curiosi. Dei big del lusso nel calendario della PFW, quello che avrebbe catalizzato maggiormente l’attenzione di stampa e addetti ai lavori sarebbe stato sicuramente Alexander McQueen. E così è stato con il suo show in programma la sera del quinto giorno della fashion week. Per la maison di casa Kering è iniziato infatti un nuovo corso stilistico sotto la guida del neo direttore creativo Seán McGirr.

Alexander McQueen sfilata Autunno Inverno 24/25

Il designer di origini irlandesi è stato chiamato lo scorso ottobre a guidare la maison dopo l’addio di Sarah Burton, alla guida del brand per 13 anni. Per la maison si tratta quindi della terza direzione creativa nel corso della sua storia, in quanto Burton, già a capo del womenswear, subentrò direttamente a Lee Alexander McQueen dopo la sua tragica scomparsa nel 2010. Già con le foto della prima campagna di McGirr, svelate solo due settimane fa, abbiamo potuti capire la direzione in cui McGirr stava andando. Caratterizzate da una reinterpretazione, a metà tra passato e futuro, il nuovo McQueen è ancora fortemente legato al passato, ma con lo sguardo rivolto al futuro.

Alexander McQueen: un connubio tra tradizione e innovazione

Per ricominciare, e rimanere legato a un passato che però è tale per un motivo, il neo direttore creativo ha riletto la collezione Birds primavera estate 1995 del brand, aggiungendo un omaggio al padre meccanico, tra colori che ricordano le auto sportive più famose attraverso abiti rigidi ma sfuggenti e metallici. Il défilé si compone di capi ben cuciti e inaspettati nei dettagli: dai baveri asimmetrici alle spalle anticonvenzionali per la sporgenza smussata, fino alle tasche nascoste.

Alexander McQueen sfilata Autunno Inverno 24/25

Poi un’esplosione di pelo, dettagli luccicanti, colori, maglioni surreali dalle maxi taglie (che ritornano continuamente), drappeggi e top drammatici e “decrescenti” che coprono il viso e ricordano la struttura della Divina Commedia di Dante: una sorta di terzetto composto da Seán McGirr, con tutta la sua esperienza, Alexander McQueen e la contemporaneità. Il risultato è un archivio vivente e personale, con un occhio agli accessori da vendere nei negozi. Viene da chiedersi dove sia finita l’essenza dello stilista defunto, comunque nella speranza in un rinnovato futuro. È difficile non snaturare l’azienda o sé stessi, cercando di mantenere (o di raggiungere?) un equilibrio tra elementi spesso distanti e incongruenti. Possiamo definire l’inizio di McGirr speranzoso. Chi vivrà vedrà.

Foto: Vogue Runway