Su un sottofondo di musica caraibica arriva a Milano Sagaboi supportato da Afro Fashion Week. Una passerella dove i “Saga boy” (e women) si ribellano a suon di colori e fantasie.
Ma chi sono questi “Saga boy”?
Si tratta di una subcultura caribica da cui il brand Sagaboi di Geoff prende il nome. Un po’ Playboy, un po’ Paninari sono identificati, sin dagli anni ’30, come chi si veste con stile e alla moda. Una forma di ribellione maschile ad una cultura che vuole l’uomo impostato serio e senza orpelli.
Il grido di ribellione di Sagaboi
Durante la settimana del pret-a-porter femminile di Milano irrompe il brand Sagaboi che racconta l’irriverenza maschile, anche, attraverso le donne. E’ una collezione co-ed quella di Sagaboi che unisce lui e lei in un unico grido di ribellione verso il rigore e la noia. Sulla passerella lunghe trecce colorate giocano insieme a tessuti e forme che non si prendono troppo sul serio danzando a ritmo della musica Calypso (genere appartenente alla cultura afroamericana dei Caraibi). I colori sono l’anima della collezione: mixati in audaci color block o fusi in fantasie psichedeliche diventano il cuore vibrante di abiti che raccontano una storia di libertà e rivalsa.
Sulla passerella prende forma quel guardaroba femminile da cui la moda uomo timidamente cerca, talvolta, di rubare. I colori, le forme e i gli stridenti accostamenti di tessuti sono ciò che le donne possono permettersi e l’uomo no. Giocare con la moda, ecco cosa vuole dire Sagaboi con questa collezione. In un mondo in cui imperano total black e il quiet luxury la moda firmata Geoff è chiassosa e vuole farsi sentire. In completa antitesi con la realtà circostante, fatta di tragedie e notizie di nera, questa passerella è, infatti, un respiro di freschezza che regala speranza nel domani.
Una ribellione pacifica quella di Sagaboi che non viene rovinata da violenza e distruzione. Una collezione atta a costruire ponti che uniscano e non dividano attraverso la magia della moda che è in grado di cambiare le cose giocando con forme e tessuti (anche se spesso nessuno se ne accorge).
foto: Amica