Sanremo e moda: c’è ancora spazio?

da | STYLE

A poche ore dall’attesissima finale facciamo il punto sui look di Sanremo 2024. Oltre la musica è la moda ad attirare l’attenzione durante il Festival, ma quest’anno, forse, qualcosa è andato storto.

Quello del 2024 è stato definito, almeno fino ad ora, il Sanremo dei record. Su spotify la playlist del Festival è, per la prima volta, in cima alla classifica mondiale; lo share è arrivato al 60,5% (non succedeva dal ’95) e, record dei record, dopo 27 anni sono tornati sul palco i Jalisse con “Fiumi di parole”. Tutto straordinario, ma la moda?

Rispetto agli anni appena passati il Festival del 2024 certo non verrà ricordato per il glamour. La moda, che negli ultimi anni era protagonista indiscussa delle serate, durante questa edizione si è fatta da parte o, quantomeno, è cambiata radicalmente. Fino alla scorso anno la parola chiave era “stupire” mentre oggi il paradigma è diverso. Gli abiti si fanno sottotono e lasciano spazio alle canzoni. Durante il 74esimo Festival della canzone italiana sembra che i look degli artisti non siano più funzionali alla performance. Sono pochi gli outfit degni di nota e, per lo più, la kermesse prende in considerazione look rassicuranti e senza effetto wow. Dimenticatevi gli abiti da gran sera sfavillanti o i costumi di Achille Lauro, a Sanremo 2024 la moda fa da sfondo e non catalizza la scena (esclusi pochissimi casi).

Come è cambiata la moda a Sanremo 2024?


Trionfa il total black


Complici i 10 punti al Fantasanremo, il total black è protagonista dell’edizione 2024. Tra presentatori e artisti nessuno ha rinunciato al fascino del nero. Una scelta rassicurante che non stupisce, ma significa moltissimo. In un mondo in cui cadono tutte le certezze il nero è rifugio sicuro, calma piatta in cui cullarsi in un mare in tempesta. Qualcuno tenta di arricchire il total black sperimentando con forme e materiali, altri conciliano il sonno con i più classici completi da sbadiglio.

Al bando gli abiti da sera


Sono lontani i tempi in cui da quella scalinata scendevano donne avvolte in monumentali abiti da gran sera. I pochi long dress rimasti sono più asciutti e risultano quasi fuoriluogo. Seppur bellissimi (come il capolavoro firmato Armani Privè indossato in apertura da Clara) sembrano, per certi versi, polverosi e anacronistici rispetto al tempo in cui viviamo, soprattutto se ad indossarli sono i rappresentanti della Gen Z. Forse il tempo degli abiti da gran sera è finito? O forse basterebbe scegliere quelli giusti?

La filosofia “no brand” a Sanremo


Per dare risalto alla loro musica sia Irama che Alfa hanno scelto di sposare all’Ariston una filosofia “no brand”. Convinti che a parlare debba essere solo la loro canzone i due artisti hanno scelto di rinunciare alle griffe. E se Irama sembra effettivamente vestito a caso (non bastano trasparenze e pantaloni in pelle per fare qualcosa di nuovo) quello di Alfa è un look che funziona e racconta alla perfezione la sua personalità.

Il nuovo Governo Punk


Sanremo 2024 è sicuramente contraddistinto dal ritorno del Punk. Complici i due gruppi “La Sad” e “BNKR44” che hanno raccontato la rivoluzione Punk anche attraverso i look. Sicuramente tra i più interessanti del festival gli outfit dei due gruppi sono irriverenti e scioccanti, soprattutto su quel palco. Menzione speciale per i frac indossati da “La Sad” durante la seconda serata con stampato sul retro il volto di Amadeus.

L’uomo romantico sul palco di Sanremo


Da qualche anno a questa parte il Festival registra il lento cambiamento della figura maschile nella società. Al fianco dei noiosissimi compelti di Renga e Nek si fanno, infatti, spazio look d’ispirazione genderless. A differenza degli anni passati gli outfit sono però più dolci e meno urlati come a dire che questa rivoluzione della figura maschile sia ormai qualcosa di consolidato che non deve più fare scalpore o creare scandalo (anche se le critiche ai look troppo “femminili” di Mahmood non sono mancate).

I colpi di scena


Seppur pochi anche questa edizione di Sanremo ha avuto i sui colpi di scena. Look più o meno ironici che sono risultati uno spiraglio di luce in un Festival dominato dal total black. Dai look d’archivio Moschino di Dargen che, come la sua canzone, raccontano in chiave pop le problematiche del contemporaneo allo stupendo studio sui corsetti e sulla costrizione del femminile di Big Mama passando per l’ironia dei Ricchi e Poveri. Sono questi i look che non si sono dimenticati il compito della moda su questo palco: comunicare.

La quinta essenza del Glamour


Gli unici look degni di essere considerati veramente “glamour” sono quelli di Lorella Cuccarini e Rose Villain. La prima, co-conduttrice della quarta serata, ha stupito tutti ripescando dall’archivio di brand come Versace e Ferrè. I suoi outfit, seppur datati, erano estremamente attuali. Insomma “la più amata dagli italiani”, cha all’età di 58 anni fa ancora un baffo a tutte le 20enni, ha complito ancora! Ultimi, ma non per importanza i look di Rose Villain che, per la quota young, ha portato un po’ di moda, finalmente, sul palco senza perdere la sua personalità.


Pronti per la finale?

foto: Vanityfair