Con il riconoscimento facciale, che valore ha oggi la privacy? 

da | CULTURE

Usiamo il riconoscimento facciale ogni giorno per sbloccare i nostri smartphone. Questa tecnologia dovrebbe aumentare la sicurezza, ma la nostra privacy è ancora nelle nostre mani? Ci fidiamo o siamo semplicemente abituati?

“1984”. Anzi 1948. L’anno in cui George Orwell ha scritto il suo successo mondiale, un romanzo di fantascienza dispotica ambientato in una ipotetica Londra del futuro; precisamente 36 anni dopo la stesura del libro, nel 1984.

Io, e molti come me, definisco Orwell un genio. Nel vero senso della parola. Penso che di geni ce ne siano stati veramente pochi. E lui è uno di questi. 

Ma facciamo un passo indietro per chi non ha mai letto questo libro e poco conosce il suo scrittore.

1984

1984 racconta di una società controllata da un’entità esterna che monitora ogni conversazione, movimento ed espressione dei suoi abitanti, il Grande Fratello. È impressionante come 76 anni fa Orwell abbia potuto pensare ad un mondo che rispecchia esattamente il nostro del 2024. La chiave ovviamente è esagerata, ma i concetti sono quelli. Un mondo dove siamo succubi di Internet e in cui abbiamo perso il controllo delle nostre scelte, influenzate da ciò che ci circonda e da ciò che ci viene proposto sui media. Non siamo più noi ad adattarci alla società. È la società che ci direziona, facendoci credere di darci ciò di cui abbiamo bisogno. 

La privacy nel romanzo di Orwell era assolutamente azzerata, anche in casa propria, l’unico posto in cui oggi pensiamo di essere liberi. La prigione, intesa come luogo dove veniamo osservati e controllati, non è necessariamente uno spazio fisico, come avveniva nel romanzo, può essere anche mentale.

Nel 2024 parliamo di un controllo da parte dei media. Tutto ciò che riceviamo e guardiamo sul nostro telefonino è posto sotto ispezione di “terzi”, di sistemi che in base alle nostre preferenze ci inondano di informazioni che potrebbero interessarci. Anche questo è un mondo “indiscreto” per controllarci e violare la nostra privacy. 

“Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l’uno dall’altro e non vivono soli…a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto dall’età del livellamento, dall’età della solitudine, dall’età del Grande Fratello, dall’età del Bispensiero…tanti saluti!”. Frase tratta da “1984”.

Oggi il Grande Fratello non esiste, ma al suo posto c’è l’intelligenza artificiale.

Clearview per il riconoscimento facciale

Clearview è un sistema basato sull’AI, fondato dall’imprenditore australiano Hoan Ton-That. È simile ad un motore di ricerca che, con oltre 30 miliardi di immagini raccolte online, è il mezzo più potente d riconoscimento facciale. La precisione con cui individua i volti, tramite una scansione, è del 99,85%, un valore molto alto. Questo sistema è illegale in molti Paesi del mondo, ma Ton-That dichiara di averlo realizzato con le più buone intenzioni: “Vogliamo aiutare a risolvere gravi crimini come il traffico di esseri umani, gli omicidi e gli abusi sui minori”, ha detto. E ancora “La nostra tecnologia salverà vite e risolverà crimini”.

Vi potrà sembrare una nuova tecnologia avanzata, qualcosa di avanguardistico, ma ricordate, se avete caricato foto del vostro volto su qualsiasi social o app, è molto probabile che ora si trovi all’interno dell’enorme archivio di Clearview. Ora come la mettiamo?

Serie TV

Il riconoscimento facciale è un argomento toccato molto, perfino nelle serie tv. Già nel 2011 se ne parlava nella serie televisiva Person of Interest. Un ex agente della CIA e un miliardario collaborano con un software di intelligenza artificiale, che tramite la scansione dei volti sventa attentati e cospirazioni, e previene crimini di svariati generi. 

Più recentemente Netflix ha presentato una produzione chiamata Black Mirror. La serie si compone di diversi episodi scollegati gli uni dagli altri, ma con un fil rouge: la rappresentazione dei problemi della società di oggi e le sfide delle nuove tecnologie nel campo dei media. Non a caso, il titolo si riferisce allo schermo nero di telefoni, computer e televisori. 

In una puntata in particolare (Stagione 6, Episodio 1) la protagonista, accendendo Netflix, scopre che la sua stessa vita si è trasformata in una serie tv. Giorno dopo giorno, qualsiasi momento della sua vita viene trasmesso sulla piattaforma e tutti possono fruirne. 

Ancora una volta ci viene mostrato come grazie ai dispositivi non abbiamo più una libertà personale. 

Face ID

Il riconoscimento facciale è stato sperimentato inizialmente in strutture top secret per autentificare alcune persone e permettergli l’accesso in determinate aree, ma con il tempo questa tecnologia è diventata mainstream, a seguito della sua applicazione agli smartphone. Nel 2017 è stata la Apple, con l’uscita del modello iPhone X, a creare il Face ID, una tecnologia biometrica che, tramite la fotocamera interna crea una mappa digitale precisa del viso dell’utente e permette di sbloccare il telefono usando solo il viso. Face ID viene utilizzato da milioni di persone ogni giorno, e per questo motivo pensiamo di poterci fidare.

Il riconoscimento facciale viene considerato il metodo di sicurezza migliore rispetto ai tradizionali Pin e Password. Siamo talmente abituati ad essere sorvegliati che non ce ne rendiamo neanche più conto. Anche durante il COVID il nostro volto veniva scannerizzato ogni giorno per misurarci la temperatura.

Ma la nostra privacy è al sicuro o la scansione dei nostri volti verrà utilizzata senza il nostro consenso?

Immagini: Pinterest