Dining in the dark è un’esperienza guidata da tre sensi: gusto, olfatto e tatto. Una cena totalmente bendati per provare il brivido di assaggiare senza poter prima giudicare – una cosa che tutti facciamo, non dite di no!
Se pensi che il cibo non sia un’esperienza da assaporare con ogni senso puoi anche smettere subito di leggere questo articolo. Se invece, come me, pensi a mangiare prima di fare qualsiasi altra cosa, allora è proprio l’articolo che fa al caso tuo.
Dining in the dark: l’importanza dei sensi
Molti studi sostengono che la vista sia il senso fondamentale durante i pasti, e che gli altri sensi siano, per questo motivo, in un certo senso affievoliti.
Dining in the dark ha come obiettivo risvegliare le sensazioni che solitamente non usiamo durante i pasti. Se eliminiamo la vista, il gusto e l’olfatto vengono esaltati ed è come se, per usare un gergo da gamer, sbloccassero nuovi livelli dello “star bene a tavola”.
Sistema cinestesico
Secondo la Teoria dei Sistemi Rappresentazionali, esistono tre tipi di persone: quelle visive, auditive e cinestesiche. In base a come ognuno reagisce davanti ad un evento e quali comportamenti manifesta viene associato ad uno di questi. Le persone cinestesiche percepiscono il mondo attraverso le sensazioni più tangibili, ricercano il contatto fisico e sono molto emotive.
Naturalmente gli scienziati ritengono questo sistema non valido, in quanto non supportato da basi scientifiche consolidate. Ma è chiaro che ognuno di noi è in grado di utilizzare tutti e tre i sistemi, in quanto tutti abbiamo dei canali di comunicazione preferenziali, grazie ai quali apprendiamo e comunichiamo meglio con gli uni, piuttosto che con gli altri.
Dining in the dark è quindi un’esperienza sensoriale che punta a stimolare, se così vogliamo chiamarlo, il sistema cinestesico, che coinvolge gusto, olfatto e tatto.
“Brutto ma buono”
I pregiudizi esistono a causa della vista. Quando giudichiamo qualcuno a primo impatto, lo facciamo solo sulla base della sua apparenza, e così facciamo lo stesso i con piatti al ristorante. Qualcosa di brutto alla vista ed esteticamente, non è detto che sia per forza cattivo, anzi può essere molto buono: il detto dice “Brutto, ma buono”. Senza la vista gli altri sensi acquistano più sensibilità. Con gli occhi bendati ci sforziamo di capire cosa stiamo mangiando, stuzzicando così le papille gustative.
Detto ciò, con l’esperienza sensoriale Dining in the dark, organizzata da Fever, piattaforma leader mondiale per l’intrattenimento dal vivo, tutto è lasciato all’immaginazione.
Dining in the dark non ha una sede fissa. Molti ristoranti in giro per il mondo ospitano l’evento. Fra i prossimi a Milano ci saranno Obicà il 16 gennaio e il 27 febbraio e T4 Bistrot il 17 e il 23 gennaio. Durante l’acquisto dei ticket potrai scegliere fra tre menù. Verde, blu e rosso. Il Primo vegetariano, il secondo ai frutti di mare e il terzo a base di carne. Tutti e tre composti da tre portate l’uno. Antipasto, primo e dessert.
Un’esperienza sensoriale a 360°, ma ricordate il costo è di €55/60 e non sai cosa ti aspetterà….
Immagini: https://dininginthedarkexperience.com