La moda é avvezza alle accuse di plagio. Ultimamente sono i grandi brand che prendono un po’ troppa ispirazione da quelli emergenti. Ma davvero pensano che non ce ne accorgiamo?
Picasso una volta disse: “i bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano” e forse qualcuno nella moda l’ha presa un po’ troppo alla lettera. La creatività é una cosa personale e a volte ci sembra che sia già stato fatto un po’ tutto, ma davvero questo basta a giustificare i continui plagi che avvengono nel fashion world?
I casi sono stati tantissimi. Uno degli ultimi riguarda Kylie Jenner. L’influencer ha creato una sua linea di abbigliamento: KHY. I capi sono molto eleganti e dalle linee pulite. Fino a qua sembrerebbe la solita ottima mossa di marketing delle Kardashian, invece si tratterebbe di un vero e proprio caso di plagio.
Infatti una giovane designer, @betsyjohnson_ su Instagram, l’avrebbe accusata di aver preso un po’ troppa ispirazione dai capi del suo brand, Products ltd. Pare anche che Betsy Johnson avesse mandato le sue idee creative a Kylie e al suo team sei mesi prima del lancio di KHY. Kylie, ma davvero?


Un brand avvezzo a queste accuse è BALENCIAGA.
Il marchio si é lasciato uno strascico di dita puntate contro per tanti dei suoi prodotti e idee creative, a volte contattando addirittura direttamente il designer emergente a cui si ispirava un po’ troppo.
Un esempio sono le pumps Marie Antoniette di BALENCIAGA, davvero identiche alle scarpe prodotte da MNLO, un brand che realizza modelli diversi di scarpe con lo stesso aspetto di quelle di Demna, ovviamente da prima che queste uscissero in passerella.


Il marchio é stato accusato di plagio anche da aziende totalmente esterne alla moda come IKEA e Arbre Magique che può far sorridere, ma la dice lunga sui capi BALENCIAGA. Qua però sorvolerei, potrebbe uscire la mia troppo personale opinione sul brand e mi piace rimanere una persona positiva ed educata quindi andiamo avanti.


Un caso Made in Italy vede come protagonista SUNNEI. Il marchio per il suo ultimo lookbook avrebbe utilizzato delle foto in cui la modella indossava solo un capo e veniva censurata la parte rimasta nuda.
Kafona Fashion Style, tempo prima faceva uscire la sua prima capsule collection utilizzando, indovinate un po’, modelle con un capo censurate con pixel sulle parti più sensibili.


SUNNEI, davvero non c’era modo di far uscire dal team marketing un qualcosa di originale? Per me paletta del 2, per rimanere in tema e “plagiare” la vostra ultima sfilata.
Il fashion plagio é una piaga che c’è da sempre e purtroppo sicuramente continuerà ad esistere, forse dovuto anche alla forte componente creativa che il mondo della moda richiede.
Ma é davvero necessario per i grandi brand andare a copiare quelli emergenti? Non sarebbe più utile per tutti, è più corretto, andare ad inserire giovani designer nel proprio team invece che privarli delle proprie idee creative?
Se quando Giorgio Armani sfilava per ultimo in fashion week, per dare visibilità ai marchi più piccoli, siamo rimasti colpiti dalla sensibilità di una maison così grande, quando ha smesso di farlo perché nessuno lo imitava non ci siamo stupiti.
Il plagio é fastidioso e per niente necessario.
Possibile che davvero il signor guadagno abbia superato l’amore per l’arte, nel fashion heaven?
Ci aspetteremmo di più di vedere un brand emergente che copia un grande brand e invece è proprio il pesce più grande che si mangia quello più piccolo. Se lo squalo segue la legge della natura, non trovo sia giusto che succeda anche nella moda.
E poi, nell’era dei mille social, e considerato che nella moda i passaparola esistono da sempre, pensano davvero che non ce ne accorgiamo?
Forse i direttori creativi hanno davvero finito le idee e le lettere di assunzione per nuovi talenti?
Sulla prima insinuazione potrei anche crederci, sulla seconda mi auguro di sbagliarmi. Sveglia moda!