Sostenibilità a tutto tondo con Federico Cina

da | NEW DESIGNERS

Nel 2019 vince “Who’s on next”, oggi è un appuntamento imperdibile della fashion week milanese. Federico Cina, il brand dall’anima romagnola, è un’eccellenza tutta italiana. Ma la creatività non viaggia mai da sola. Al fianco della romantica mente di Federico c’è infatti il supporto di Stefano Buldrini, responsabile marketing, ma soprattutto fiero sostenitore del brand.

Da piccolo dicevi a tua mamma che eri nato nel posto sbagliato, oggi alla base di tutto il tuo lavoro creativo c’è la tua terra d’origine: la Romagna, cosa è cambiato?

Si è trattato di un percorso molto lungo che è passato attraverso la scoperta del mondo. Per lavoro ho viaggiato molto andando da New York all’Asia ed è proprio quando mi sono allontanato dalla mia terra che ne ho sentito la mancanza. Ho capito quanto tutto ciò che davo per scontato perchè, banalmente, era la mia quotidianità fosse indispensabile. Perci

La Romagna sta diventando centrale nella costruzione del nuovo fashion system (basti pensare a te, piuttosto che Magliano o Rambaldi). Come mai proprio lì? Cosa ha di speciale questa terra e perché stimola i nuovi creativi?

Credo che lo spirito della mia regione sia molto stacanovista. I romagnoli sanno reinventarsi, basti pensare alla riviera. Il mare di Rimini non è di certo il più bello d’Italia, sono state le persone a valorizzarlo. Penso sia proprio la voglia di fare e di rimboccarsi le maniche a caratterizzare la mia regione. 

Stefano Buldrini (responsabile marketing in “Federico Cina”)

Per non parlare del know how artigianale che contraddistingue la nostra zona, non per nulla noi produciamo proprio in Emilia Romagna.

Federico Cina stampa "Romagnola"

In un’intervista hai dichiarato che la tua moda è praticamente km 0. La tua produzione avviene tra Rimini e Cesena. 

Si, attualmente, allargando la produzione, ci siamo espansi anche a livello aziendale, ma rimane comunque tutto tra l’Emilia Romagna e le Marche dove abbiamo concentrato, principalmente, la produzione di denim.

Quanto è importante per Federico Cina la sostenibilità? Possiamo considerarla tra i core values del tuo brand?

La sostenibilità è senza dubbio uno dei core values del brand. Sostenibilità significa molte cose. In primis, chiaramente, a livello di materiali. Noi scegliamo solo filati certificati, ma penso che oggi questo non debba essere nemmeno più un vanto: dovrebbe essere la base. Poi essere sostenibili significa anche scegliere di produrre il più vicino possibile in modo da ridimensionare l’inquinamento dato dai trasporti. Oppure ancora sostenere e dare valore al lavoro degli artigiani. Mi piace parlare di una sostenibilità a tutto tondo che trova il suo culmine nella gentilezza che regola i rapporti umani. Per non parlare dei ritmi lavorativi dove la sostenibilità dovrebbe essere alla base, ma sembra che la moda, troppo spesso, se lo dimentichi.

Stefano Buldrini (responsabile marketing in “Federico Cina”)

Spesso noi di Federico Cina diamo persino per scontata la sostenibilità da quanto è, realmente, una mission del brand, da quanto sia insita nel nostro DNA. Solo ora stiamo iniziando a comunicarla in maniera più consistente perchè ci siamo resi conto che, ancora, sfortunatamente non è affatto scontata.

In che modo sei riuscito a rendere cool parlare della propria terra d’origine?

Sicuramente non è stato semplice. Abbiamo tentato di creare un’immagine che raccontasse in modo romantico e raffinato una realtà estremamente ricca. Abbiamo lavorato per sottrazione, con un meticoloso lavoro di direzione artistica abbiamo eliminato ed ancora eliminato per riuscire a realizzare un immaginario sognante e non, passami il termine, grezzo. C’è da dire che, per me, è stato anche abbastanza naturale, la sfida più dura è stata riuscire a comunicarlo.

Federico Cina SS24 "Terra"

Nel 2019 debutti ad Altaroma e vinci “Who’s on next”, nel 2021 sei semifinalista del “LVMH Prize” e subito dopo presenti le tue collezioni nella settimana della moda milanese. Direi che per un brand nato circa 5 anni fa i traguardi sono notevoli. Quale tra questi è quello che più ti ha fatto dire: “ce l’ho fatta!”?

Nessuno di questi! Sono stati sicuramente grandi soddisfazioni, ma penso che il lavoro vero cominci adesso. Per ora ho solo avuto la conferma che abbiamo avviato e strutturato il brand nel modo corretto. Ora è tutto in salita.

Quali sono i prossimi progetti per il brand?

Oltre ad un continuo lavoro sul prodotto che voglio migliorare di collezione in collezione, penso che ora sia il momento di concentrarsi sul marketing. Cercare di internazionalizzare sempre di più la distribuzione per riuscire a crescere e coprire i costi in continua crescita.

Tu fai parte di quel gruppo di designer considerati il futuro della moda italiana. Come ti fa sentire questo? È più la gratificazione o il peso delle aspettative?

Senza dubbio è una gratificazione: rappresentare la moda italiana, in particolare la nuova wave del fashion system, è sempre stato il mio sogno. D’altro canto il peso delle aspettative certo che si fa sentire. Più si cresce e meno si è “emergenti” più il pubblico si aspetta qualcosa da te. 

Ultima domanda: che ruolo riveste, secondo te, la moda nella complessità del mondo contemporaneo?

Credo che oggi più che mai il ruolo della moda sia di carattere sociale. In quanto strumento comunicativo deve prendere posizione e dare voce a chi la voce, troppo spesso, non ce l’ha. Mi piace dire che la moda debba difendere chi la indossa.

E tu pensi di riuscire a farlo con la tua moda?

Nel mio piccolo cerco di fare il possibile. Per esempio, nel 2021, abbiamo collaborato con Francesco Cicconetti (scrittore e content creator transgender) alla realizzazione di una camicia il cui ricavato è stato devoluto al MIT (Movimento Identità Trans) di Bologna. Una Onlus che accoglie le persone della comunità LGBTQIA+ che, ancora, non vengono accettate dalle famiglie. Insomma penso sia questo di cui ha bisogno la moda. Noi, nel nostro piccolo, lo facciamo, ma penso che a muoversi in questo senso dovrebbero essere anche e soprattutto realtà più altisonanti.

Grazie

Federico Cina x Francesco Cicconetti

foto: federicocina.com