Dal cibo all’abbigliamento, siamo ormai (quasi) tutti vittima del fenomeno dello spreco, figlio indiscusso delle nostre cattive abitudini che a lungo termine non ci porteranno nulla di buono.
I dati degli studi compiuti da Waste Watcher International Observatory on food and Sustainability hanno rilevato che in Italia, ognuno di noi, butta nell’immondizia in media 27 kg di cibo l’anno per un ammontare di 9 miliardi di euro, non proprio due spicci ecco.
Se poi pensiamo che nel mondo c’è ancora gente che muore di fame e che darebbe qualsiasi cosa pur di ricevere un pasto, ciò dovrebbe farci riflettere bene prima di buttare del cibo.
Basterebbe poco per evitare questi ingenti sprechi.
Innanzitutto bisognerebbe porre molta attenzione a conservare bene ogni alimento secondo le indicazioni ma soprattutto acquistare secondo un preciso piano giornaliero o settimanale che organizzi bene il nostro piano alimentare affinché nulla venga dimenticato e destinato al cestino ( o al nostro ex 🙂 ) ????
Il fast fashion
Per non parlare dello spreco causato dal repentino accrescimento dei brand di fast fashion che attraverso il loro meccanismo di moda ‘usa e getta’, stanno mandando ,ormai da anni , in ginocchio il sistema di smaltimento dei rifiuti.
In tutto il mondo sono ormai 70 milioni di tonnellate le stime di abiti che finiscono nei cestini , molti dei quali soprattuto non possono essere riciclati a causa dei materiali utilizzati.
Basti pensare a Shein, colosso mondiale del fast fashion che davanti agli occhi indiscreti di tutti continua a produrre milioni di tonnellate di abiti, molti dei quali altamente inquinanti e tossici per l’uomo e non solo. Il tutto condito con l’aggravante delle condizioni lavorative dei loro dipendenti .
Ecco quindi cosa spesso si nasconde dietro al capo che senza pensarci due volte si acquista perché tanto ‘‘a questo prezzo cosi basso non posso non prenderlo’’.
Instagram e Tik Tok ormai sono tristemente pieni di influencers ,e non , che ‘orgogliosamente’ mostrano i loro mega haul di abiti dalla qualità opinabile, promuovendo un business ai loro follower per niente etico.
Come si comporta la GenZ ?
La cosa triste è che se non siamo prima noi GenZ a promuovere dei comportamenti virtuosi per noi e per il nostro pianeta non ci attenderà un futuro per niente roseo, anzi !
Eh mi dispiace per tutti coloro che (inappriopiatamente) giustificano l’acquisto del fast fashion con il loro budget limitato di acquisto , perché alla stessa cifra, se non di meno si possono trovare soluzioni per tutti i gusti nei mercatini vintage e Second hand. O banalmente spulciando negli armadi dei nostri familiari ed utilizzando un po’ di creatività potremmo dare nuova vita a vecchi a bit a costo (quasi) zero .
Quando acquistiamo fast fashion sappiate che in realtà non lo fate per il prezzo ma soltanto perché siete vittima di un sistema che ci bombarda affinché si acquisti sempre di più con trovate imbarazzati e abbindolanti di codici sconto personalizzati e giochini per vincere buoni da spendere sui loro siti?.
Quindi quando ci sentiamo “fighe” con il nostro abitino da 5 euro di Shein, sappiate che oltre a non essere fighe (ma molto cheap ) , siamo pure complici e carnefici di un sistema altamente dannoso, anche se spesso i danni non ci riguardano (fortunatamente) direttamente .
Non è tutto oro e paillettes quel che luccica mi verrebbe da dire, soprattutto nel fast fashion.
@Samuele Maria