Premessa
Il tempo è il peggiore nemico dell’uomo. Il tempo scorre, non si ferma, anzi non può fermarsi. Infine, il tempo ci ricorda che non c’è mai troppo tempo.
“No Time to Design, Not Time to Explain”, conduce Beate Karlsson
Torna sul palco della Milano fashion week la direttrice creativa di Avavav, Beate Karlsson con uno sketch tanto ironico quanto provocatorio da diventare virale sui social nel giro di pochi minuti.
“È tutta una questione di stress”
Lo grida al mondo Beate Karlsson durante la presentazione della sua collezione donna SS24, dove sorprende, ancora una volta, gli inviati con una trovata geniale.
Come in una seduta dallo psicologo, gli ospiti hanno assistito allo sfogo della stilista Beate Karlsson, la paziente in analisi. È stressata, arrabbiata e confusa, ama il suo lavoro, ma non accetta l’ansia e la frustrazione che le comporta.
“Questa uscita riguardava la frustrazione, la rabbia e l’ansia che questo stress crea e l’ironia in esso” confessa la stilista.
“Dai, farai tardi!” urla lo staff di AVAVAV mentre spinge i modelli sulla passerella
Tuttavia, allo stress non c’è cura, ma non è detto che non ci sia una soluzione.
Fortunatamente Beate Karlsson ha trovato la sua terapia: rivelare al mondo i meccanismi frenetici e malati che tengono in vita il settore moda. Come? attraverso un non – sfilata, dove i modelli abbandonano l’andatura sensuale per dare libero sfogo alla pazzia : c’è chi corre, chi si spinge, chi è vestito a metà e chi non lo è affatto o lotta per indossare il resto degli abiti da passerella. Le modelle dal trucco in lamento, portano i capelli spettinati, dall’effetto wet (bagnato). Ecco svelato il caos del dietro le quinte.
I modelli camminano a passo svelto come se non avessero tempo da perdere, indossando t-shirt dal lettering provocatorio: “ADD BACK?!” recita la maglia a cui manca letteralmente la parte dietro. Seguono pantaloni chilometrici dalla scritta «MAKE SHORT», stivaloni squadrati «ADD SHAPE» e felpe con cappuccio “NO TIME TO DESIGN” che riflettono il concept della sfilata SS24.
Poi ancora blazer in pelle e un abito tagliato in modo asimmetrico con bottoni cuciti in modo errato o incastonati insieme con spille, mentre l’outfit finale è realizzato esclusivamente dalle note post-it.
“Inoltre devi amare i pezzi “Made In Italy (o Cina, non ricordo)“
Il culmine della sfilata viene raggiunto con l’uscita in passerella della felpa con cappuccio dalla scritta “MADE IN ITALY” e poco sotto, “(o cina, non posso ricordare)”
La terapia di Beate Karlsson
“Esiste solo un tempo da seguire, il mio” – Beate Karlsson.