Birkenstock? anch’io le voglio!

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Birkenstock: le scarpe “che non si venderanno mai”, adesso si vendono “troppo”

In pochi ci credevano e a molti non piacevano, ma oggi tutti le richiedono. Sono proprio loro, le Birkenstock, una parola, 11 lettere e 249 anni di storia. I sandali in merito ai quali, nel 1983, alla Fiera Intersan di Bologna, è stato detto: «queste scarpe non si venderanno mai»

UNA famiglia, la Birkenstock. UNA passione, le calzature 

Premessa 

Nulla accade per caso e tutto accade per una ragione, recita la teoria della sincronicità dello psicanalista Carl Gustav Jung.

Era il 1774…

In una cittadina vicino a Francoforte sul Meno viveva un certo Johann Adam Birkenstock, il calzolaio e ciabattino del paese, che realizzava scarpe dalla suola piatta (forse non molto comoda) con amore e dedizione per un’intera popolazione.

1774 Iscrizione di Johann Adam Birkenstock come calzolaio nel registro ecclesiastico della città di Langen-Bergheim, in Assia.

Era il 1896…

A Francoforte, Konrad Birkenstock, discendente del “calzolaio del paese”, aprì non uno, bensì due negozi di calzature per realizzare scarpe comode dal plantare sagomato.

Era l’inizio del ventesimo secolo…

Grazie all’ industrializzazione, che consentiva una produzione di manifattura in quantità superiori rispetto alla bottega artigianale, Konrad riuscì a creare il primo plantare ortopedico, essenziale per il benessere generale del piede: solette di gomma flessibile “da poter inserire all’interno di qualsiasi calzatura commerciale” e registrate ufficialmente con il nome di Fussbett (plantare), letteralmente un “letto per il piede”, il nuovo marchio di fabbrica della famiglia Birkenstock.

Fussbett

Curiosità 

La produzione delle prime scatole di Birkenstock prevedeva all’esterno il disegno del piede di un gigante poggiato su un letto. Un’immagine, che ancora oggi, richiama il plantare sagomato del marchio conosciuto internazionalmente come “Soft Footbed “.

La scatola di scarpe Birkenstock

La “camminata naturale” di Carl Birkenstock

“ Se nasci Birkenstock muori calzolaio ”  

L’amore per le calzature, nella famiglia Birkenstock, non risparmiava nessun membro, nemmeno il piccolo Carl Birkenstock, la mente dietro la teoria della “camminata naturale”.

Solette flessibili Birkenstock

Con i suoi trattati sulla salute del piede e l’invenzione della soletta in gomma, Carl consentì alla scarpa Birkenstock di accrescere la sua reputazione nell’ambito dell’ortopedia : “piede sano come fondamento di un corpo sano”, esclamavano i tedeschi, amanti delle lunghe camminate. Carl decide di fissare su carta la sua idea della “camminata naturale” – il cosiddetto “Trittspursystem”, tradotto come “sistema orma”, e nel 1947 pubblica il suo libro dal titolo “Ortopedia del piede – Sistema Carl Birkenstock” : “ il libro più venduto in quel periodo”

Birkenstock 1947

Il forno di casa Birkenstock “sforna” il modello Madrid

La cicogna arriva nuovamente a casa Birkenstock

Nascosto nel panno portato dalla cicogna, il figlio di Carl, Karl Birkenstock , l’inventore dei sandali “Madrid” con plantare in sughero e fibbia che si incrocia in una fascia alle dita dei piedi. Questo il modello che ha reso celebre il marchio di famiglia. Erano gli anni Sessanta e le leggende aziendali narrano che Karl si mise a sperimentare con il forno di casa. Tentativo dopo tentativo il miracolo avvenne: cucinò una miscela di sughero e lattice per produrre un materiale leggero ma al contempo resistente. 

“Tale padre tale figlio” : Karl, come il padre, scrive il “libro del piede Birkenstock”, che viene stampato con una tiratura di 360.000 esemplari.

“Libro del piede Birkenstock”

Margot Fraser : “la sarta dai piedi dolorati”

“Tutti gli esercizi che il dottore mi ha detto di fare, come stare in piedi su una rubrica telefonica e afferrarla con le dita dei piedi (che mi ha fatto sentire un eroe se l’ho fatto per tre minuti), l’ho fatto automaticamente con questi sandali” — Margot Fraser.

Margot Fraser

Non tutti i mali vengono per nuocere e la signora Fraser questo lo sapeva bene

Di sangue tedesca ma di cuore americana, (sposa un americano) Margot Fraser conosce il sandalo Birkenstock (modello Madrid) durante un viaggio in Germania e se innamora : “ho immediatamente provato conforto e sollievo e anche la mia schiena si sentiva meglio”

Una volta tornata in America la nostalgia per quei sandali dall’aspetto strano si faceva sentire ogni giorno di più. Margot voleva quelle scarpe a tutti i costi!

In quattro e quattr’otto alzò la cornetta del telefono, digitò il numero di Karl Birkenstock e gli chiese d’importare le sue calzature negli Stati Uniti d’America. Lo convinse? Certo che sì. 

“È grazie a Margot e alle fondamenta che ha costruito che il marchio sta godendo del successo che è oggi. Ed è a causa di Margot che le scarpe che sono buone per te hanno un posto in così tanti negozi e armadi in tutto il paese. — David Kahan, CEO di Birkenstock Americas

Curiosità

I primi clienti della Fraser sono stati i titolari di negozi di alimentari, i quali costretti a passare l’intera giornata lavorativa in piedi,  iniziarono a rifornire Birkenstocks sui loro scaffali insieme a cereali e vitamine.

La rivincita delle Birkenstock

Da Kate Moss nel servizio di moda per The Face (1990), alla sfilata di Marc Jacobs (1992) per Perry Ellis,  fino al grande debutto in passerella con Phoebe Philo, che fa sfilare il modello Arizona, di colore nero, sulla passerella di Céline, le Birkenstock diventano l’oggetto del desiderio di tutti, famosi e non.

Kate Moss con le Birkenstock, apparse su The Face nel 1990

Non importa quanto strana possa sembrare una Birkenstock al primo sguardo, bisogna indossarla per capire. La popolarità delle Birkenstock è dovuta al desiderio di tornare a una vita più naturale, che però non ha niente a che fare con i radicalismi ambientalisti, ma piuttosto con la consapevolezza che il corpo umano è fatto in un certo modo”— Oliver Reichert, AD del Gruppo Birkenstock

Barbie: l’ultima fan delle Birkenstock (per il momento) approda nel mondo reale

A te piace Barbie, a Barbie piacciono le Birkenstock, quindi anche a te piacciono le Birkenstock”

Dopo il debutto delle Arizona Big Buckle Slide Sandal rosa cipria in pelle scamosciata, nel film tutto rosa di Greta Gerwing, Barbie, è Birkenstock mania, lo confermano i dati, secondo i quali, le ricerche online sulle Birkenstock sono aumentate del 110%. Alert: si vocifera che l’azienda sarà quotata in borsa.

Ambarabà ciccì coccò, décolleté rosa o sandali Arizona?

Margot Robbie nel film Barbie

Margot Robbie, nei panni di Barbie, deve scegliere se passare il resto della sua vita a Barbieland o se affrontare, una volta per tutte, la realtà: spoiler, la risposta è nelle scarpe. All’età di 64 anni, dopo che intere generazioni la conoscono per la sua chioma bionda platino e i tacchi a spillo, la Weird Barbie dai capelli spettinati e dal volto dipinto, abbandona nastri e lustrini per compiere il grande passo verso un mondo in cui anche l’imperfezione è perfezione, e non serve un tacco a spillo per dimostrarlo: “non si può essere perfetti, tutto cambia ed è bello anche così” le rivela il personaggio di America Ferrera.

Il modello Birkenstock 1774 “Arizona” in rosa


La perfezione non esiste, e l’imperfezione è il pregio più bello. Grazie Birkestock per ricordarcelo.