Tutto fumo e niente arrosto: la sostenibilità del mondo della moda

da | SUSTAINABILITY

Sostenibilità. Questo termine ci sembra ormai un Déjà-vu. Quando iniziamo a leggere un articolo e troviamo questa parola non esitiamo un momento a voltare pagina. Negli ultimi anni esso si è dimostrato, per molte aziende, soltanto una facciata: tutto fumo e niente arrosto. Pochissimi brand si sono impegnati nel costruire nuovi traguardi per un futuro migliore del fashion system, tanto che fatichiamo a ricordare anche il nome di uno solo. E vista la superficiale definizione fornita negli ultimi anni, di questo termine, molti di noi associano erroneamente la sostenibilità all’unico contesto dell’ambiente. 

Sostenibiltà o green marketing?

John Elkington, economista inglese, teorizza il Triple Bottom Line, composto dalle tre direttrici della sostenibilità: Profit, Planet, People. Profit-economica sottintende i prezzi del mercato dei prodotti di alta gamma che oggi sono troppo elevati, e per questo considerati poco inclusivi. Planet-ambiente -come suddetto- rispetto per l’ecologia. E infine People-sociale, si riferisce a ciò che supporta il benessere degli stakeholders, coloro che entrano a far parte della compagine aziendale.

Quando si parla di sostenibilità ci si può anche riferire alla natura e alla preservazione dell’habitat per le generazioni future, ma nel nostro caso si allude, in particolare, al “green marketing”. La sostenibilità nel mondo della commercializzazione ha un significato molto più esteso. 

Le previsioni nel mondo del fashion

Sita Ricerca, una società di consulenza e ricerche di mercato sul consumatore specializzata nei settori lifestyle e retail, l’11 Luglio ha tenuto un webinar -“Scenari e previsioni 2023-24. Consumi Fashion e Inclusività”- . E’ stata trattata la questione dei consumi legata al mondo del fashion. Ciò che è emerso sono le difficoltà delle aziende nel comportarsi in modo corretto e responsabile in questi tre ambiti; oggi prerogative per portare avanti un’iniziativa imprenditoriale.

Anche il tema dell’inclusività, attinente alla vestibilità e alle taglie, è stato affrontato mella ricerca. Pochi brand si impegnano nell’offrire modelli che vadano incontro a tutte le differenze fisiche. Non inteso solo per  un target curvy, ma anche capi adatti a chi ha taglie molto piccole, a chi è molto alto o molto magro. L’obiettivo per i prossimi anni è quello di arrivare a comunicare in modo sostenibile, introducendo uno scopo sociale che deve essere rilevante, chiaro, accurato e attendibile.