“Nella mia vita mi butto appieno nelle situazioni, ogni giorno imparo qualcosa di nuovo, mettendomi sempre in discussione”. Sarto tra Alta Moda e musical, questa la storia di Simone Podetti. Un giovane artista che ha fatto della sua passione la sua professione.
Da sempre sei un amante del mondo del fashion; da dove nasce questa tua passione per la moda?
“La mia passione nasce da quando sono piccolo: avevo una tata che faceva anche la sarta e mi ha trasmesso quest’amore per la sartoria. Da sempre mi piace guardare e capire come sono fatti gli abiti. Sicuramente mi sento molto più sarto che stilista”.
Altra tua grande passione sono i musical. Ti va di raccontarci la tua esperienza come sarto dello spettacolo Priscilla?
“La mia passione per i musical, forse, nasce ancora prima di quella per la sartoria e mi ha aiutato ad avvicinarmi al mondo della moda. Durante la mia infanzia ho visto molti musical e uno dei miei preferiti, era proprio Priscilla. Quest’anno, è tornato in Italia, ed è stato in quel momento che ho realizzato di essere pronto per poter fare un’esperienza del genere, che univa musical e sartoria. Ho lavorato con loro due mesi, è stata un’esperienza pazzesca. Ho riscoperto vestiti che già conoscevo, avendo la possibilità di vederli, non più come spettatore, ma dietro le quinte.
inLaB è questo tuo nuovo progetto che non può essere definito come un brand. Tu come lo definisci?
“Io lo definisco una sartoria, molto personale, più incentrata su di me e sul mio lavoro come sarto e come costumista. Sono in un momento di cambiamento. Inlab è il mio “posto sicuro”, dove potermi rifugiare e dedicare a lavori privati, per piccoli brand e per spettacoli”.
Da dove hai preso ispirazione per la tua ultima collezione, uscita poco fa?
“L’ispirazione nasce dall’idea di voler realizzare una collezione molto sartoriale, partendo dalla mia passione. Ho deciso di contrapporre la forza della sartorialità delle giacche e dei cappotti alla leggerezza dei drappeggi della seta. Altra fonte di ispirazione per questa collezione è stata anche il Marocco, da cui ho preso l’idea per il colore arancio mandarino. Colore che ho deciso di mettere in contrasto con il viola e il fucsia, tonalità molto vibranti. Con questa collezione ho voluto dunque raccontare una storia: quella della leggerezza opposta alla forza”.
Tu hai una forte passione per il colore rosa, cosa rappresenta per te questo colore?
“La mia mania per il rosa si è evoluta gradualmente. È un colore che mi rilassa, mi mette molta pace in questo mio stato di agitazione perenne. Il rosa mi aiuta anche a lavorare perché lo vedo come un colore neutro, ma non asettico come il bianco”.
Infine, hai progetti o programmi per il futuro?
“Ho diversi progetti, molto ampi e diversi fra loro. Dopo queste esperienze in teatro mi piacerebbe rimanere nello spettacolo ma allo stesso tempo anche continuare nella moda. La mia intenzione è quella di tenere più porte aperte, senza precludermi nulla. Sono giovane, odio la monotonia, ho bisogno sempre di nuovi stimoli”.
Foto: Martina Bertolani