Per la collezione Haute Couture Primavera-Estate 21 Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica di Dior, e lo spirito di Monsieur Dior ci accompagnano nel misterioso mondo dei Tarocchi Viscontei di Modrone, risalenti al lontano XV secolo, attraverso il film “Le Châteu du Tarot” diretto da Matteo Garrone.
Incanto, mistero, immaginazione ed eleganza pervadono il castello medievale di Sammezzano dove la favola dei tarocchi prende vita. Agnese Claisse, figlia di Laura Morante, apre la scena pescando dal mazzo dei Tarocchi la prima carta. Il suo obbiettivo non è quello di conoscere il suo futuro ma bensì conoscere se stessa. Ed è qui che la giovane ragazza inizia il suo viaggio interiore nel labirinto del castello, viaggio scandito da incontri surreali che la mettono di fronte a delle scelte e le fanno provare emozioni contrastanti come la paura, l’incertezza, l’ansia, la delusione, ma anche la sorpresa, la curiosità, l’amore e la speranza.
Pietro Ruffo, definito l’artista della libertà, collabora al progetto realizzando a mano 78 disegni trasformati dalle “mani sapienti” dell’Atelier Dior in ricami, stoffe ed accessori. A differenza dei tarocchi classici tutti gli elementi disegnati dall’artista sono privi di figure umane. Ispirandosi ai Tarocchi di Marsiglia, di Visconti e da quelli inglesi, più esoterici degli altri, Pietro Ruffo compone le sue immagini come se fossero dei grandi piatti di argento romani.
La morte, raffigurata dal teschio e dal serpente che si morde la coda, un uroboro, in quanto la Morte, pur rappresentando l’arcano cupo, è in realtà simbolo di rinascita. Tutto questo viene racchiuso in un meraviglioso abito dove il dipinto è riproposto sul corpetto.
Una sartorialità preziosa e una ricca sapienza artigianale affiorano in tutti gli abiti.
La Papessa con il suo bustino e mantello in jacquard oro e bordeaux;
Il Matto con il suo top ricamato, la sua gonna di tulle con applicazioni di raso e la sua maglia in garza dorata con ampie maniche a campana;
La Morte, con il suo vestito lungo in garza dal colore grigio ed oro ricamato con gioielli di cristallo, che le donano lucentezza e sfarzo.
Pizzi, elementi decorativi dipinti a mano, velluti dorati, jacquards preziosi, tweed, organza e cashmere si alternano in un gioco di colori dagli accenti dorati, blu scuri ma brillanti, e l’immancabile grigio-simbolo
Il tutto interrotto di tanto in tanto da una vena maschile con un tailleur giacca e pantalone o da un cappellino à la Garçonne
In un mondo di incertezze come quello che stiamo vivendo oggi Dior si interroga sul futuro e su tutte le paure ad esso legate. Il ricorso ai tarocchi è una strada, una sorta di labirinto dell’anima, che ti dice “vai avanti”, supera le tue paure. Maria Grazia Chiuri cerca di interpretare la realtà di oggi alla ricerca di una moda più consapevole nei confronti del rapporto uomo/donna.
Debora Vecchio
Studentessa del Master di Fashion Business Management di Accademia Del Lusso