La scomparsa di mia madre è il film documentario di Beniamino Barrese dedicato alla madre: Benedetta Barzini, top model iconica della New York anni ‘60, diva, icona degli anni Sessanta, musa di Andy Warhol, Salvador Dalì, Irving Penn e Richard Avedon e docente universitario di antropologia della moda. Donna poliedrica e cosmopolita, madre single di 4 figli, dotata di un fascino innato e di un acuta intelligenza che l’ ha resa una delle donne più interessanti e vive culturalmente al mondo, è una femminista militante che si è battuta e si batte per le donne.
Il film pluripremitato, ha vinto il Premio WIFTM Italia, il premio Tasca D’Oro per il miglior documentario alla XIII edizione del SalinaDocFest ed è candidato tra i cinque documentari finalisti agli European Film Awards, racconta di una Benedetta Barzini ormai 75enne è stanca dei tanti ruoli in cui la vita l’ha costretta e ha deciso di lasciare tutto, per scomparire in un luogo lontano in cui nessuno potrà più trovarla. Turbato da questa risoluzione – radicale, quanto indefinita – suo figlio Beniamino comincia a filmarla, con l’intenzione di realizzare un film su di lei che possa tramandarne la memoria e insieme trattenerla a sé il più a lungo possibile. Incontrando la ferma opposizione di Benedetta, il progetto diventa velocemente un campo di battaglia in cui madre e figlio si aiutano e si ostacolano a vicenda nel tentativo di scrivere l’ipotesi di una separazione inevitabile, difficile da accettare e forse impossibile da raffigurare.
«Da quando ho compiuto sette anni e mio padre mi ha regalato una telecamera e una macchina fotografica, scattare e filmare sono diventati una strategia per trattenere esperienze e persone amate, salvandole dallo scorrere del tempo. Ho sempre cercato di fare lo stesso con mia madre, ma metterla di fronte ad un obiettivo non è mai stata un’impresa facile. Provavo una sorta di riverenza nei suoi confronti. Mi sembrava impossibile contenerla in un’immagine. Era troppo di tutto: troppo bella, troppo intelligente, troppo carismatica, troppo aggressiva, troppo forte, troppo profonda, troppo speciale. Nonostante fossimo da sempre molto legati, è sempre stata un mistero per me. (…) Mia madre non ha mai smesso di mettere in discussione questa mia passione, spingendomi a ragionare sul valore e il potere delle immagini.» – spiega Beniamino Barrese.
Il docu-film è un vero e proprio capolavoro cinematografico, che analizza in modo profondo ed estremamente sensibile il rapporto tra madre e figlio, ma soprattutto il distacco fra i due. Mette perfettamente in risalto le personalità dei due personaggi, un Beniamino sensibile e profondo, dotato di una grande sensibilità artistica e di un innato amore per la madre, dall’altra parte abbiamo Benedetta, una donna dalle mille sfaccettature, a tratti aggressiva e sfuggente, ma allo stesso tempo accondiscendente pur di aiutare e supportare il figlio. Un film che spinge ad una profonda e attenta analisi introspettiva e che per certi versi, forse, vuole essere anche una metafora di come la morte e il distacco siano tanto amare e difficili da accettare.
Nicola Ievola
Docente di Accademia Del Lusso