In occasione di Pitti Bimbo 89 ARI LONDON, brand bambina made in england, ha presentato la collezione “The Adriatic”.
Fatimah Hussain, direttore creativo di ARI London, per questa collezione si è lasciata ispirare dal fascino dei nostri mari e oceani e non a caso molti dei tessuti utilizzati e tutte le applicazioni sono realizzate con la plastica delle bottigliette recuperate dagli oceani e dai mari.
Quello dell’eco sostenibilità è sempre una tendenza maggiormente dilagante nella moda, quello che si sta cercando di fare è di utilizzare tessuti organici oltre di prestare massima attenzione alla filiera produttiva proprio per gravare il meno possibile sull’impatto ambientale. A quanto pare ARI London ci sta riuscendo molto bene tanto che la sua fondatrice grazie all’unione di tecniche tradizionali e all’implementazione di pratiche innovative sostenibili, attraverso l’utilizzo e l’implementazione della catena di fornitura socialmente responsabile sta cercando di sconvolgere lo status quo riunendo il lusso pret a couture con un approccio sostenibile.
Il brand è stata fondato da Fatimah Hussain e prende il nome da sua figlia Ariana.
Fatimah gestisce uno studio e un’agenzia di design e sviluppo di gran successo, lavora con marchi di tutto il mondo e il suo lavoro è incentrato particolarmente sull’attenzione alla progettazione e all’impatto sostenibile della manifattura. Fatimah, inoltre, tiene regolarmente conferenze universitarie sulla produzione di moda e le pratiche sostenibili.
La sua ampia conoscenza del ciclo di vita del prodotto e della catena di fornitura le ha permesso di sviluppare processi eco-sostenibili per la produzione dei capi ARI. L’obiettivo principale di Fatimah è quello di fondere l’innovazione con abiti di design e generare una moda eco-sostenibile, facendo si che questa ne di diventi “la norma”.
“La nostra attenzione alla produzione etica e sostenibile inizia dal processo di progettazione che conduce all’utilizzo di materiali scelti eticamente con il minor impatto negativo possibile sull’ambiente.
I tessuti provengono da lotti di fine rotolo che altrimenti finirebbero in discariche, fibre naturali a base vegetale e materiali ottenuti da prodotti riciclati come bottiglie raccolte dall’oceano. Stiamo modificando il design delle nostre applicazioni per incorporare paillettes realizzate con PET riciclato, quindi il nostro impatto ambientale negativo è il più basso possibile.” – spiega Fatimah Hussain.
Nicola Ievola
Docente di Accademia Del Lusso