Klimt dalla mostra al MUDEC all’influenza sulla moda contemporanea

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Tra le tante mostre interessanti attualmente in programma a Milano, il MUDEC – acronimo di Museo delle Culture – ne presenta una intitolata Klimt Experience.

Aperta fino al 7 gennaio 2018, la mostra offrein effetti una vera e proprio esperienza in quanto è una rappresentazione multimediale e immersiva interamente dedicata all’artista più rappresentativo della Secessione Viennese.

Gustav Klimt e la sua vita, ma anche la pittura, l’architettura, le arti applicate, il design e la moda della Vienna di fine Ottocento – inizi Novecento: sono questi i protagonisti assoluti di un excursus multimediale e multisensoriale che racconta l’universo pittorico e anche il contesto culturale e sociale in cui visse e operò il pittore austriaco.

L’obiettivo del percorso è quello di proporre al visitatore un nuovo modello di fruizione dell’opera d’arte attraverso le potenzialità sempre più allargate delle nuove tecnologie: la volontà è quella di entusiasmare, affascinare, emozionare e meravigliare il pubblico, invitando giovani e adulti ad approfondire la conoscenza di Klimt, la comprensione dei suoi lavori, la tecnica pittorica e la lettura stilistica attraverso macro-ingrandimenti dei dettagli delle opere.

Il visitatore può così vivere un’esperienza a 360° che coinvolge tutto lo spazio disponibile senza soluzione di continuità: le pareti, il soffitto e perfino il pavimento vengono colorati dalle immagini dell’arte di Klimt, dagli esordi agli ultimi dipinti.

Pensate: sono comprese ben settecento opere per una visione completa dell’opera del pittore altrimenti impossibile da ammirare in un unico evento espositivo. Il suo mondo – simbolico, enigmatico e sensuale – viene riprodotto con eccezionale impatto visivo grazie a un sistema progettato in esclusiva per questa video installazione.

In principio, ho parlato anche di musica: compositori del calibro di Strauss, Mozart, Wagner, Lehár, Beethoven, Bach, Orff e Webern accompagnano il visitatore con una coinvolgente colonna sonora proprio per testimoniare quanto la musica influenzò la vita e il lavoro di Klimt.

Accanto alla sua arte, è inoltre possibile ammirare fotografie d’epoca nonché ricostruzioni in 3D della Vienna dei primi del Novecento con la moda e i luoghi simbolodi una capitale europea in pieno fermento: trovano per esempio spazio le architetture innovative del Palazzo della Secessione, il luogo in cui è conservato il magnifico Fregio di Beethoven, dipinto da Klimt nel 1902, sviluppato su tre pareti per una lunghezza di 34 metri.

Tra le interazioni, ho citato – non certo a caso – quella con la moda: l’artista ha infatti collaborato con la sartoria di Emilie Louise Flöge, sua compagna nella vita.

In perfetta corrispondenza con il suo stile pittorico, le creazioni moda di Klimt rappresentavano un’interpretazione europea delle forme morbide dei capi dei popoli dell’Oriente: caratterizzati da un’eleganza raffinata, avevano linee sciolteche liberavano i movimenti del corpo e, alla razionalità dei tagli, si accompagnava e quasi si contrapponeva un ricco decorativismo.

I capi, disegnati da Klimt per sé e per la sua compagna e musa Emilie, nascevano come abiti d’artista, indipendenti dalle esigenze di mercato, ma ebbero una diffusione proprio grazie al lavoro che Emilie svolse insieme alle sorelle: basta digitare il nome della Flögenella stringa di un motore di ricerca per vedere apparire centinaia di splendide immagini d’epoca.

Il rapporto Klimt – moda non si è peraltro esaurito con la sua scomparsa avvenuta nel 1918: il celebre artista austriacoha continuato a influenzare la moda fino ad arrivare ai giorni nostri, tanto che molti stilisti contemporanei si sono ispirati e si ispirano alle sue opere immortali.

Tra i primi a rendergli omaggio vi fu Pierre Cardin: un editoriale con suoi capiin tributo al grande pittore apparvenell’edizione di settembre 1965 di Vogue UK, fotografato da Norman Parkinson.

John Galliano, il geniale enfant terrible della moda, ha invece reso il proprio omaggio a Klimt con la collezione primavera / estate 2008 disegnata per Dior.

Aquilano Rimondi, il brand creato da Tommaso Aquilano e Roberto Rimondi, si è invece ispirato a Klimt per le stampe della propria collezione primavera / estate 2011.

Anche la maison Alexander McQueen ha ceduto al fascino senza tempo del pittoreviennese: per la collezioneresort 2013,la designer Sarah Burton ha fatto incontrare lo stile Anni Settanta di David Bowie e i dipinti di Klimt.

L’Wren Scott, modella e stilista tragicamente scomparsa nel 2014, ha anch’essa dedicato la sua ultima collezione, quella per l’autunno / inverno 2013-14, a Klimt e in particolare alla sua passione per Adele Bloch-Bauer.

Maria Grazia Chiuri e PierPaolo Piccioli, quando erano insieme al timone di Valentino, hanno reso un tributo a Emilie Louise Flöge con la collezione autunno / inverno 2015-16.

L’esempio più recente è infine quello di Alberto Zambelli: per la collezione autunno / inverno 2016-17, lo stilista italiano si è ispirato a Maria Viktoria Altmann e, nel backstage della sua sfilata, mi ha raccontato come questa donna straordinaria, sopravvissuta all’Olocausto, abbia lungamente fronteggiato il governo austriaco per riuscire a recuperare l’iconico quadro di Gustav Klimt Ritratto di Adele Bloch-Bauer I,appartenuto a sua zia e confiscato dai nazisti a Vienna poco prima della Seconda Guerra Mondiale.

Adele Bloch-Bauer, colei che ha ispirato anche L’Wren Scott, era appunto lazia della Altmann e fu protettrice e musa di Klimt al quale commissionò diversi quadri prestandosi per due ritratti: il più importante e famoso fu eseguito nel 1907 e la figura di Adele si staglia in mezzo all’oro tipico del lavoro del grande pittore.

Dopo la guerra e dopo la fuga negli Stati Uniti per scampare all’Olocausto, la Altmann intraprese una lunga battaglia legale per riottenere i beni confiscati alla sua famiglia dai nazisti tra i quali il ritratto della zia: Alberto ha reso omaggio alle due donne attraverso i suoi capi.

A cento anni dalla morte, il grande artista austriaco non smette dunque di affascinare attraverso la sua arte, la sua vita e le persone che l’hanno attraversata: questa è la formula dell’immortalità ed ecco perché consiglio di vivere la Klimt Experience proposta dal MUDEC.

Emanuela Pirré

 

Il sito del MUDEC

 

Le foto della mostra provengono dal sito e dalla pagina Facebook del MUDEC.

Per le foto della collezione Alberto Zambelli FW 16-17 si ringrazia invece l’ufficio stampa dello stilista.

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