Inclusione e body positivity: il significato profondo di Bridgerton

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Tra l’eleganza di un abito e un altro, la serie-cult di Netflix “Bridgerton”, con il suo tono ironico ma allo stesso tempo pungente e sensuale, affronta alcuni dei temi più discussi della società contemporanea e in particolare del fashion system.

Primo tra tutti il tema dell’inclusività. Nonostante la serie sia ambientata durante gli anni di transizione fra l’epoca georgiana e vittoriana, la società che Bridgerton presenta è una società ottocentesca multietnica con personaggi del tutto variegati. Si parla per questo di color-blind casting, un cast composto da etnie diverse tra loro. Il valore della diversità assume un ruolo cruciale in tutta la serie prevalendo su tutto anche sulla storia stessa che diventa dunque verosimile e attuale. Del resto, la produttrice Shonda Rhimes è famosa ad Hollywood proprio per l’importanza che conferisce alla diversity soprattutto per quanto riguarda il cast: i personaggi delle sue produzioni sono infatti spesso black e hanno quasi sempre ruoli chiave, trasformando così ogni sua serie televisiva in un evento socio-culturale.

Il tema dell’inclusione è evidente fin da subito dalla coppia protagonista della serie composta dalla fanciulla Daphne Bridgerton e il Duca di Hastings un gentiluomo di rango nobiliare il cui colore della pelle è però nera, uno scandalo per la società di quel tempo.

Già da qui la veridicità della trama viene messa in discussione considerando che la Gran Bretagna abolì la schiavitù solamente nel 1807 rendendola illegale nelle Colonie a partire dal 1833.

La serie riapre poi “il caso” della moglie di Giorgio III, Sophia Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, le cui origini non erano certe fin da allora. La regina viene raffigurata con il colore della pelle mulatta, così come avevano affermato anche alcuni storici della diaspora africana.

In questo color-blind casting, troviamo anche colei che fa da mentore al Duca, Lady Danbury la quale in una scena si esprime affermando che solamente l’amore può essere un mezzo per superare le differenze sociali tra cui il colore della pelle rivolgendosi ovviamente al Re Giorgio che con il suo matrimonio riuscì a garantire la stessa dignità alle persone di colore con il resto della società.

Così come in questa serie, anche nel Fashion System il concetto di inclusività non è legato solamente al colore della pelle ma anche all’aspetto fisico. Penelope rappresenta in pieno il tema ormai frequente del body positivity. Ci aspettiamo tutti che anche lei riuscirà a raggiungere il tanto atteso amore, magari nella prossima stagione, per confermare ulteriormente che a volte l’aspetto fisico è secondario.

Bridgerton non è dunque una serie superficiale. Tra un gossip e l’altro l’autrice cerca infatti di rompere gli stereotipi della società contemporanea attraverso i suoi personaggi, facendo leva sulla loro posizione ed evoluzione sociale più che sulla sfera emotiva.

Debora Vecchio
Studentessa del Master di Fashion Business Management di Accademia Del Lusso

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