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C’era una volta un bijou: storia della bigiotteria italiana

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Un viaggio nell’eccellenza italiana… Mercoledì 27 aprile, presso Terrazza Duomo di Milano, si è svolta la presentazione del libro: << Storia della Bigiotteria Italiana >> a cura di Bianca Cappello. Insieme a lei erano presenti: Lia Lenti, storica del gioiello, Donatella Pellini, creatrice di bijoux e Alessandra Quattordio, giornalista. Questo volume è essenziale se si vuole conoscere un’importante comparto del Made in Italy. Esso è stato scritto sia in italiano, che in inglese in modo tale da trasmettere, a più persone, la storia di questa eccellenza italiana. Dall’Unità d’Italia fino ad oggi, il percorso intreccia stili, tecniche di lavorazione, tradizioni e innovazioni svelando un mondo di sperimentazione, narrazione e famiglia. Per la realizzazione di questo libro, Bianca, ha impegnato anni di duro lavoro e ricerca per ottenere immagini inedite e per scoprire un mondo composto da persone che amano e hanno imparato ad amare il proprio lavoro, anche grazie alla famiglia che ha tramandato loro questa passione. Un esempio per tutti è quello di Donatella Pellini, creatrice di bijoux da generazioni, che ci spiega della sua passione tramandatale dalla nonna che possedeva una bottega nel quale produceva bigiotteria e che, negli anni ’70, la madre fu costretta a chiudere. Proprio così ha inizio la storia di Donatella che, insieme al fratello, volle riaprire l’attività contattando alcuni vecchi clienti della nonna per proporgli i nuovi bijoux. Le collezioni ebbero un grande successo, e pian piano l’azienda divenne sempre più conosciuta fino ad arrivare ad esportare negli Stati Uniti e in Giappone. Donatella, inoltre, ci racconta che ogni bijoux ha una storia da raccontare ed è unico nel suo genere; anche per questo motivo non ha mai voluto diventare un’industria. Ha dichiarato: << Non ho mai voluto diventare una grande industria. Ho sempre voluto rimanere artigiana perché non voglio cominciare a fare grandi quantità ma voglio continuare a fare qualità >>. Questo interessante interventi di Donatela ha dato modo a Bianca di spiegare che nel volume sono presenti anche riferimenti storici; questo perché la bigiotteria, essendo tale, veniva e viene indossata da tutti e, per questo motivo, tramite i gioielli è possibile raccontare la storia di un popolo. Infatti, dopo l’unità d’Italia ci fu, non solo un’unione politica, ma anche creativa delle regioni che si mescolarono con le tradizioni locali: << C’era la volontà di unire tutto per creare qualcosa di straordinario>>. Grazie all’esperienza della Pellini, Bianca ha avuto la conferma che bastano tre parole chiave per descrivere la bigiotteria italiana: sperimentazione, narrazione e famiglia.

La sperimentazione è legata all’apertura della prima fabbrica di bigiotteria nata a Casal Maggiore nel quale, nel 1882, Giorgio Galluzzi inventò il placcato d’oro. Una grande rivoluzione per l’epoca. La narrazione, invece, è connessa al bijou popolare perché, esso, venendo indossato dalle persone comuni, può raccontare la storia di un popolo e la sua evoluzione. La bigiotteria, infatti, è un prodotto a basso costo e per questo motivo viene considerato un gioiello democratico. L’attività, ma soprattutto la passione sono state tramandate dalla famiglia mantenendo così una linea d’identità e una narrazione che, per , si è evoluta ed è crescita con i tempi. Dopo questo incontro prossimo affermare che la produzione di bijoux italiani è specifica e speciale perché la fabbricazione dei singoli pezzi è limitata. Infatti essa è caratterizzata dall’unicità dei pezzi, prodotti singolarmente, ed in quantità minime; mantenendo per un prezzo ragionevole e diventando così un accessorio indispensabile per qualunque tipo di donna e in qualunque epoca.

Elena Pallavera Luz Del Carmen

SUV, collier girocollo in filo armonico, perle di vetro e pendenti in vetro, seconda metà anni cinquanta, archivio di SUV. Foto Augusto Panini
SUV, collier girocollo in filo armonico, perle di vetro e pendenti in vetro, seconda metà anni cinquanta, archivio di SUV. Foto Augusto Panini
Collaretta in conterie e conchiglie, Venezia, anni cinquanta, collezione Doretta Davanzo Poli.
Collaretta in conterie e conchiglie, Venezia, anni cinquanta, collezione Doretta Davanzo Poli.
Storia della Bigiotteria Italiana
Coppola e Toppo collana con tubetti cavi in vetro, plexiglass, strass

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